Notizia di Maurizio Todini
Si tiene a Todi dal 30 maggio al 20 giugno la mostra “Draghi regoli e basilischi. Creature fantastiche nel territorio tuderte” presso la Chiesa di San Benedetto. Orario Lun-Ven dalle 15.30 alle 19.30 sabato e domenica dalle 10,00 alle 13,00 e dalle 16,00 alle 19,00
“Lo abbiamo cercato in mezzo a fossi terrificanti, abbiamo visto il suo respiro salire denso dai pozzi della Grotta della Piana, siamo andati a scovarlo anche sotto le acque del Tevere, lì in un posto che tutti chiamano “Inferno”. Invece lui, il re dei serpenti, il regolo, il drago mitologico era a due passi dalle nostre case, nel centro della nostra città, scolpito, dipinto, raccontato in più e più modi. Lui nato da un gallo, covato da un rospo, per metà serpente ci ha impauriti da fanciulli, ci ha “affatato” da adulti con una storia che si tramanda di bocca in bocca e che fa del folklore contadino il vero legame storico della nostra comunità. La mostra è fatta di suggestioni e sensazioni: ci fa conoscere la leggenda del drago, le sue terre, la sua “reliquia” e le storie dei santi con cui ha incrociato la sua storia. Nell’introduzione al suo “Manuale di zoologia fantastica” JORGE LUIS BORGES afferma:
”Chi scorra il nostro manuale, s’accorgerà che la zoologia dei sogni è più povera di quella di Dio.
Ignoriamo il senso del drago, come ignoriamo il senso dell’universo;
ma c’è qualcosa, nella sua immagine, che s’accorda con l’immaginazione degli uomini;
e così esso sorge in epoche e latitudini diverse;
è per così dire un mostro necessario, non effimero e casuale come la chimera o il catoblepa ”.

un mostro… necessario.

Il gruppo speleologico di Todi insieme agli Urban Divers, la S.T.U.S.S., la FIPSAS ha organizzato una mostra che espone alcuni reperti (la costola del Drago del Forello) in collaborazione con la
Soprintendenza Archeologica dell’Umbria e metterà in evidenza la presenza del drago e del regolo nella iconografia medievale e nelle sculture del S.Fortunato e del Duomo di Todi.
Ovviamente un grande spazio sarà dedicato nella sezione La terra del drago al Forello ed alle cavità che gli speleologi hanno esplorato e che hanno mantenuto nella memoria collettiva un rapporto diretto con tali presenze mitologiche. Prima fra tutte la Grotta di S.Romana per poi parlare dello Scoglio del Serpente e del fantomatico Infernaccio. La tana del Drago, segnalata nella cartografia e mai controllata è stata oggetto delle immersioni degli speleo sub della FIPSAS (urban divers) allo scopo di capire meglio i segni cartografici, soprattutto la zona dell’Infernaccio dove il Tevere scompariva in un buco nero tra mille gorgoglii.

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