Per me e per te che mi leggi tutti i giorni su Telegram
Per il giorno del mio compleanno ho deciso di regalarmi uno spazio privato e di scrivere della mia speleologia. Lo faccio per me, ma anche per chi mi conosce solo come “Scatolini quello di Scintilena”

In realtà “Scatolini quello di Scintilena” è una figura molto diversa da quello che sono nella dimensione della mia esistenza fisica: sposato, un figlio, 52 anni, speleologo a tempo perso nel fine settimana, amante della montagna, appassionato di fotografia, qualche corsetta e un pò di footing nella bella stagione.

Quindi oggi parlo della mia Speleologia
Sono speleologo dal 1990, ho iniziato insieme alla mia fidanzata che da tanti anni è mia moglie. Il corso di introduzione alla speleologia con il Gruppo Speleologico UTEC Narni mi ha dato la possibilità di conoscere il mondo ipogeo, di stupirmi di fronte ai saloni immensi delle grandi grotte dell’Italia Centrale, di sviluppare quella curiosità che anima ogni speleologo.
Scoprendo le grotte ho scoperto anche persone eccezionali. Persone eccezionali nella loro quotidianeità, da te che mi leggi tutti i giorni su Telegram portando avanti un progetto importantissimo, una utopia, fino a tutte le persone che con piccoli e grandi mezzi portano avanti i propri sogni.
Il mio sogno prende vita quasi ogni fine settimana, quando insieme ad altri speleologi del mio gruppo, o da solo, vado a cercare nuove grotte, nuove prosecuzioni dove magari qualcuno non ha infilato il naso.
Devo tanto a Giancarlo Cappanera e alla sua scoperta di Frasassi, che per me, bambino di 12 anni, è stata la vera scintilla: “da grande voglio fare lo speleologo e scoprire cose come questa”.
Ogni sabato e ogni domenica, carta geologica, mazzetta e scalpello, o anche da casa, coltivo quella antica speranza “di scoprire cose come questa”, magari leggendo una rivista, un libro, o un bollettino di qualche gruppo, seduto sulla tazza del cesso.

I casi della vita mi hanno portato a conoscere tanta gente “importante”: grandi speleologi, esploratori, divulgatori, scienziati, gente che ha scritto libri, trattati, che fa spedizioni internazionali, che collabora con il National Geographic: mostri sacri. Nutro per tanti amici una sana ammirazione, per quello che sanno e per quello che riescono a fare. Tu che leggi e ti stai chiedendo se ce l’ho con te: si ce l’ho anche con te.
Io che in grotta ci vado poco, che per me la corda è un serpente indomabile da piegare e torcere fino a portarlo a diventare uno dei pochi nodi che conosco, che non faccio grandi scoperte, che oltre alla passione per la grotta ho una moglie e un figlio e una madre che invecchia, vedevo queste persone come idoli irraggiungibili, al di sopra della massa.
Poi conoscendoli capisci che anche loro con molta semplicità fanno quello che sanno fare, e non te lo diranno mai, ma anche loro hanno cominciato tremanti con un corso di primo livello, oppure con un vecchio amico che li ha portati in montagna e in grotta. E ho imparato che anche io sono una persona straordinaria, anche senza scrivere il mio curriculum.

E il mio mondo speleologico è tanto vicino alla base, all’uscita infruttuosa, ad accontentarmi di quel poco che posso fare nel fine settimana che bisogna rientrare per pranzo. Nel mio gruppo sono un gregario, uno a cui non fai armare perchè fa un casino, certo capace di scrivere un pezzo da mandare al giornale locale, ma poco più. Eppure sono una persona straordinaria, come tu che leggi e che ogni fine settimana coltivi il tuo sogno.

La mia speleologia, la nostra speleologia, è questa.
Io sono questo.
Buona lettura di Scintilena a tutti i sognatori e alle persone eccezionali dello speleobar

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