La scoperta di un sistema carsico inaspettato. Il racconto firmato da uno degli esploratori
Le sorprese arrivano nel mese di ottobre 2025: un gruppo affiatato di speleologi ha dato il via alle esplorazioni di una nuova grotta nel cuore della Val Daone. Battezzata Era Bianca, la grotta ha rivelato fin da subito caratteristiche sorprendenti: marmo lucido, gallerie labirintiche, corridoi puliti dalla sabbia, sifoni quasi asciutti e un potenziale ancora tutto da esplorare.

Ad oggi, sono state effettuate tre punte, con quasi un chilometro di rilievo già completato e molte diramazioni ancora da verificare. L’ingresso rimane riservato per motivi di tutela e studio.
Il racconto che segue, firmato da Alessandro Monaci, ripercorre la punta esplorativa del 19 ottobre, con lo stile diretto e appassionato di chi ha vissuto la scoperta passo dopo passo.

Alex Rinaldi ha subito elaborato un entusiasta video della seconda punta (19/10): tutto da gustare, lo trovate qui:
La parola, ora, ad Alessandro Monaci:
“ALLA SCOPERTA DELL’ERA BIANCA, VAL DAONE
Riccardo, quando deve smaltire qualcosa, cammina.
Chissà cosa doveva smaltire quel giorno d’inizio autunno, quando con l’amico Juri si è cacciato in uno dei luoghi più remoti della Val Daone.
Juri ha le doti giuste per diventare un ottimo speleo, e qualche difetto ancora da limare. Possiede una notevole resistenza fisica, voglia di battere i versanti e l’abilità di trovare buchi che ancora nessuno aveva notato. Manca un po’ di occhio al buio: alla prima ricognizione, da solo, quell’enorme ingresso gli era parso troppo. Per fortuna, ritornato sul posto col prode Riccardo, quest’ultimo non c’ha messo molto per scoprire l’ampia via che scende.Il messaggio arrivato nel gruppo mi aveva trovato inizialmente scettico.
Val Daone? La conoscevo per le cascate di ghiaccio e per le belle vie sui funghetti dello Scoglio di Boazzo, ma di carsico mi pareva ci fosse poco. Poi Riccardo ha cominciato a parlare di marmo, e l’attenzione si è alzata di colpo: che sia una nuova Aladino? Il colpaccio potrebbe essere grosso.
La squadra per un’esplorazione è presto formata, ma l’unica data disponibile per la metà di noi è quella successiva a un’esercitazione col soccorso. Poco male: in quattro usciamo da Area 58 a mezzanotte e, alle cinque e mezza, siamo già a destinazione, perfino in anticipo per la colazione.
È confermato il bel gruppo che si è formato a Fonteno: io, Federico Baldussi, Gianluca Perucchini, Alex Rinaldi e Riccardo Temponi, a cui si aggiungono il saggio Claudio Forcella, il geologo Giacomo Cerretti e, ovviamente, il local Juri Armani.
Il lungo avvicinamento a piedi è perfetto per scrollarsi il sonno e ammirare la montagna d’autunno, ma le vere emozioni cominciano all’ingresso. Il contatto tra i corpi filoniani che si protendono dal plutone dell’Adamello e i calcari metamorfosati a marmo è evidente. Il largo e basso salone conduce ben presto ai primi condotti carsici che scendono. La temperatura è frizzante, soprattutto se si ha ancora il sottotuta bagnato dal giorno prima, ma per fortuna la progressione è semplice e rapida. E la bellezza della grotta distrae.Il colore della roccia è latteo, ma la vera sorpresa ci attende dopo il primo sifone (per fortuna transitabile quasi senza bagnarsi). Inizia un sistema di gallerie con continui incroci a quattro o cinque vie, anelli che si ricollegano in diversi punti e a diversi livelli. Un labirinto dove ci aggiriamo per ore, capendo di esserci già passati solo dalle impronte nella sabbia morbida che ricopre il fondo (bello, per un po’, abbandonare l’onnipresente fango sebinico).
Senza disostruzioni e con pochissima corda – attrezziamo giusto il passaggio del sifone e un paio di saltini, mentre io scendo un pozzo che chiude sifonando su detriti – esploriamo probabilmente un chilometro e mezzo. Sarà da tornare a completare il rilievo e iniziare a studiarlo per capirci qualcosa. In mezzo a pareti di marmo così lucido e cristallizzato da apparire di ghiaccio, troviamo delle vie d’acqua che scendono, apparentemente da due direzioni differenti, e molta aria, che fa ben sperare in grosse prosecuzioni, considerando anche la quota d’ingresso e il fatto che la grotta era quasi in equilibrio termico con l’esterno.
La neve e l’oggettiva pericolosità di molti meandri, dove i segni delle piene dovute allo scioglimento primaverile sono ben visibili su quasi tutti i soffitti, fanno temere che l’esplorazione dell’Era bianca si farà desiderare nel corso del tempo, ma promette anche di accompagnarci per molti anni speleologici.
Chapeau ancora ai giovani scopritori.”

Complimenti a tutti!
Un viaggio affascinante nelle profondità della montagna, raccontato con passione e precisione.
Attendiamo con curiosità e passione le prossime punte e puntate dell’Era Bianca.
Date delle punte esplorative:
- 05/10/2025 – Scoperta dell’ingresso
- 11/10/2025 – Prima punta esplorativa
- 19/10/2025 – Seconda punta (con video e relazione)
- 25/10/2025 – Terza punta (rilievo quasi 1 km, esplorazioni in corso)
Esploratori seconda punta
Juri Armani (scopritore), Gianluca Perucchini, Alessandro Monaci, Alessandro Rinaldi, Federico Baldussi, Giacomo Ceretti, Claudio Forcella e Riccardo Temponi
Fonti:
Riccardo Temponi – Alessandro Monaci
Video: Alex Rinaldi
https://youtu.be/BcjebxDE0RM?si=IRRyerCIjEDD2AP3