Notizia di Romina De Lorenzi
Domenica 27 febbraio è stata portata a termine da Daniele Cirillo dell’Unione Speleologica Pordenonese CAI l’esplorazione del lago terminale del complesso carsico di La Val-Mainarda-Noglar-Battei, in località Pradis nel Comune di Clauzetto.
Il sifone terminale ha dimostrato essere una fessura pseudo-verticale orientata N-S con dimensioni circa 8-10 metri per massimo due di larghezza. La profondità toccata è stata di -44 metri, dove è stato raggiunto il fondo, formato da detriti ghiaiosi.
Sono stati srotolati e lasciati in loco 50 metri di sagola.
La visibilità non era ottimale e si è mantenuta al massimo sui due metri circa per tutto il tratto esplorato. Le pareti al minimo contatto rilasciavano il loro velo limoso e a volte qualche scaglia rocciosa.
Non sono state viste prosecuzioni percorribili, anche se si può supporre che l’acqua trovi la sua strada per impraticabili fessure verticali notate agli opposti vertici della diaclasi.
L’esplorazione è seguita a precedenti immersioni ricognitive dell’anno scorso, nelle quali era stata raggiunta dagli speleo sub Daniele Cirillo, Daniele Ceschin e Denis Zanette la profondità di 20 metri.
Oltre agli standard minimi per l’immersione speleo subacquea, è stata adoperata una miscela ternaria con il 29% di elio e il 24% di ossigeno, ciò per permettere il miglior compromesso tra basso rischio narcotico dell’azoto, adeguate pressioni parziali di ossigeno e quantità accettabile di elio che non compromettessero la gestione della risalita, considerando che poi dovevano essere risaliti 230 metri di pozzi e un chilometro di gallerie per riguadagnare la superficie.
La superficie del sifone doveva inoltre essere raggiunta con una calata di circa 10 metri, direttamente nell’acqua, cosa che è stato deciso di fare in discensore con l’attrezzatura completa in spalle e con l’aiuto di un freno dall’alto.
L’abbandono del fondo a -44 metri è avvenuto al dodicesimo minuto e la risalita, decompressione compresa, è durata 28 minuti, per un totale di immersione di 40 minuti.
Tutto bene, quindi, anche se non è stata trovata prosecuzione utile verso nuovi ambienti.
A supporto dello speleosubacqueo che ha realizzato la punta esplorativa, Daniele Cirillo, dell’Unione Speleologica Pordenonese CAI, oltre a speleo del medesimo sodalizio hanno partecipato anche speleo del Gruppo Grotte Sacile e del Gruppo Grotte Pradis, oltre che un socio del Gruppo Grotte Treviso.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *