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Luigi Casati e il suo staff hanno recuperato attrezzatura e materiale utilizzati nell’immersione del Subiolo, a Valstagna.
Lo speleosub di Lecco ha rinviato la campagna esplorativa al prossimo inverno, tra gennaio e febbraio del 2011, prima dello scioglimento delle nevi, quando l’acqua alle massime profondità della grotta sommersa assicura se non ottimali almeno sufficienti condizioni di visibilità.
«L’acqua del Subiolo finalmente è tornata decente sotto il profilo della limpidezza e questo è positivo – dice Casati – Nella parte iniziale della grotta la visibilità spazia per una ventina di metri mentre in quella più profonda si riduce a quattro-cinque metri. Questo limite rappresenta la prima difficoltà nella progressione. Non impedisce l’esplorazione, ma di vedere e valutare l’insieme».
Più si scende in profondità più la condotta si restringe. Fra i 120 e i 160 metri si riduce a 3 metri di altezza e a 7 metri di larghezza, poi è forse leggermente più piccola ed orizzontale. Incerta anche la distanza percorsa in grotta nella recente immersione: un profondimetro segnava 189 metri, l’altro 183 metri. «Ho raggiunto una zona orizzontale – dice Casati – non credo di essere andato molto più profondo, piuttosto di essere risalito rispetto alla precedente punta esplorativa del 2004».
«Con gli inglesi Rick Stanton e John Volanthen avevamo concordato l’immersione nell’Oliero e poi quella del Subiolo per la messa in sicurezza della grotta. Ma nell’Oliero ho avuto dei problemi ai propulsori, così si è immerso solo il team inglese. Nel Subiolo volevamo proseguire nell’esplorazione e per me forse è continuata per una decina di metri. Era questa l’idea, bloccata poi dall’imprevisto, quel malessere nella risalita che ha rallentato lo spirito esplorativo. Poi il maltempo ha demolito il programma. In questi giorni ci sarà un peggioramento, quindi abbiamo preferito interrompere e recuperare l’attrezzatura. L’imprevisto si è verificato durante la risalita, penso dovuto ad un problema di decompressione forse legato a stanchezza fisica. Difficile stabilirne la causa. R.P.

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