Notizia di Andrea Maconi

Antefatto
Sabato scorso verso le 12.30 Carlo Civillini, Virginia Mandracchia, Marco Corvi (Corvo) ed io siamo entrati in Area 58 portando con noi una gran quantità di materiale (badile, piccone, secchi etc.) per affrontare l’obiettivo del campo interno: lo scavo al fondo di Nettare Divino, cioè la zona di valle del sistema Fornitori Stoppani. Dopo circa 6 ore siamo arrivati a Totò Riina, dove abbiamo lasciato le robe del campo e poi proseguiamo verso Nettare Divino portando con noi anche un sacco con una corda da 80 e 10 attacchi perchè sia io che Corvo ci ricordavamo che avevamo disarmato le risalite di Nettare Divino…invece logicamente ancora una volta la memoria gioca brutti scherzi e la grotta era tutta armata… arrivati in zona operativa abbiamo capito che col badile si combinava ben poco e allora siamo avanzati con piccone, picconcini e palette. Lo scavo era già stato fatto per circa 3m, però era stato scavato molto stretto. Ora invece ci siamo allargati decisamente facendo una forretta alta oltre 1m nel primo tratto…tanica dopo tanica, secchio dopo secchio avanziamo. Non si vedeva assolutamente nulla, tranne un buchettino 20x10cm tra la volta e l’argilla. Una debole corrente d’aria indicava che la strada poteva essere valida. La direzione e la dimensione della galleria nel tratto precedente invitavano decisamente a proseguire nello scavo anche senza vedere la prosecuzione. Tra l’altro mentre si scavava avevo notato che circa 5m prima sul fondo della galleria vi era un buchetto: dopo circa mezz’ora di scavo sono riuscito ad infilarmi ma era un misero ambiente lungo 3 o 4m. Verso l’1 si pensava già di tornare ai sacchi a pelo a dormire, ma Carlo intravede che dopo 2m c’era nero…nero condotta! Corvo va avanti a scavare e gli è passata la voglia di andare nel sacco a pelo e non lo si riesce più a staccare dalla posizione di testa scavo…il fango inizialmente fossile diventa sempre più molle colla progressione, tanto che mentre scavi ogni tanto ti si attacca la testa alle pareti e devi tirare un bel po’ per staccarla…in più il fango entra anche dai buchi del casco… Alla fine Corvo è riuscito a rompere la colata che rivestiva il fango e a passare dall’altra parte con non poca difficoltà. Abbiamo allargato la strettoia finale e siamo andati tutti di là: dall’altra parte c’è una bellissima galleria concrezionata, con anche un livello di concrezione che indica un antico livello d’acqua. Dopo 15m le nostre speranze di andare in Tacchi si sono arrestate su una frana… notevole delusione perchè dopo 11m di scavo titanico, trovare solo 15m di galleria non è piacevole…
Con grande delusione siamo tornati verso il campo e verso le 5 siamo entrati nei sacchi a pelo. Alle 8.00 Corvo si è alzato e allora anche Carlo e Virginia si sono alzati con “grande” voglia per tornare verso l’uscita…. io invece sono stato nel sacco a pelo ad aspettare gli altri che entravano (Luana Aimar, Antonio Premazzi ed Oscar Sules). Complimenti comunque a Virginia perchè non avendo fatto mai tante ore in grotta si è sparata da subito una bella punta tosta…soprattutto anche per il fatto che scavare non è proprio un’attività rilassante.
Alle 14.30 mentre dormicchiavo ho sentito delle voci: strano pensavo, che arrivassero un po’ dopo… Non ho fatto a tempo a saltare fuori dal sacco a pelo che le voci erano sparite…un po’ di urla e fischi non sono serviti a nulla… beh allora mi mangio un panino al tonno per fare colazione… dopo circa 20 minuti risento le voci e riesco a farmi sentire… Scopro che si erano persi in uno dei 200 anelli della zona di Totò Riina…
A questo punto ripartiamo e arriviamo dopo circa 1 ora al fondo di Nettare Divino per tentare di passare la frana trovata il giorno prima. Rileviamo anche il breve ramo nuovo. La frana si rileva ben più ostica del previsto e c’è una colata durissima che se ne frega delle martellate che le tiriamo, anzi a dire la verità che le “tirano” perchè il mio contributo è molto poco dato che ho i polsi spezzati dall’attività del giorno prima… inoltre un intenso stillicidio rallegra lo scavatore di turno. Alla fine, dopo 7 ore di disostruzione, Luana riesce a passare. Riesce giusto a mettersi quasi in piedi dall’altra parte e si scopre che la frana prosegue impercorribile….
Dopo questa delusione, l’unica cosa che rimane da vedere in zona è un cunicolo schifoso nel Ramo dei Profughi. Propongo anche di rivedere il fondo perchè non mi ricordo come è fatto, così intanto Antonio si offre per fare un po’ di foto. Scendiamo il ramo sino al fondo, dove mi sovviene che il fondo era del tutto impassabile…intasato di ghiaia e inoltre molto stretto e semi-sifonante. Non faccio neanche 10m tornando indietro che vedo sul soffitto delle belle stalattiti da fotografare, inoltre il luogo presenta impressionanti riempimenti di conglomerato riescavati con livelli anche sul soffitto. Uno sbuffo d’aria colpisce la mia attenzione. Nel conglomerato sul soffitto si vede un microbuco 5x5cm che aspira decisamente aria. Al di là pare di intravedere un ambientino… Ci mettiamo a scavare quello che sembra all’inizio un passatempo per perdere tempo. Il conglomerato è stracementato e si fa una fatica bestia a spaccarlo. Dopo circa 3 ore si intravede che c’è proprio un ambientino, peccato che siamo riusciti ad incidere neanche mezzo metro di conglomerato… però di colpo il leverino di Antonio fora dall’altra parte. L’ambiente diviene più visibile e allora attacchiamo con maggiore foga. Alla fine un micropertugio si apre. Mi infilo, passo la prima ansa nel conglomerato e mi incastro sotto un ponte di roccia nel conglomerato. Per passarlo devo demolirlo. Gli tiro tre martellate e mi ritrovo schiacciato sotto l’ex arco di roccia di conglomerato…dato che il blocco è abbastanza pesante (circa 30kg) non se ne parla di farlo passare indietro nella strettoia e allora inizio a martellarmelo addosso perchè sono schiacciato con la pancia sotto. Per fortuna si spacca velocemente e riesco a passarlo a pezzi ad Oscar. Sono fuori dalla strettoia. Allarghiamo e passano tutti. L’aria è abbastanza forte e ci infiliamo in un laminatoio in salita lungo 3m che decide poi per non so quale spiegazione geologica di scendere e fregarsene di qualsiasi logica fisica. Si procede in un posto che diviene sempre più schifoso, rivestito di fango. Dopo 15m ci attende un laminatoio molto stretto orizzontale nel fango semiliquido. Dall’altra parte ancora qualche metro e un breve scivolo iperviscido lungo circa 5m. Dopo qualche metro raggiungiamo un torrentello, che dovrebbe essere quello del Ramo dei Profughi che si perdeva nell’intaso di ghiaia semi-sifonante. Peccato che la sfortuna vuole che un pozzo di 2m ci blocca la strada. Il salto è completamente nel vuoto e noi siamo lì senza imbrago e corde… Antonio propone di scenderlo comunque (nel senso che io lo scendo e poi loro dovrebbero provare a tirarmi su). L’idea non mi convince, non tanto per il saltare giù, quanto per il fatto che loro dovrebbero poi tirarmi su…saggiamente dato che sono le 4 del mattino decidiamo che forse è ora di non fare cavolate e uscire…

Questo sabato alle 11.10 Valeria Nava, Davide Corengia, Daniele Bassani (Conan), Maurizio Aresi (Mauri) ed io entriamo in Stoppani. Antonio e Luana purtroppo ci devono dare buca causa problemi familiari.
Non abbiamo dunque il trapano, per fortuna però abbiamo un piantaspit e qualche spit… Ci dirigiamo al Ramo dei Profughi e poi giunti al nuovo cunicoletto di settimana scorsa, gli altri si vestono con una tuta da pittore per evitare di infangarsi: c’è scritto che è indistruttibile ma a Conan si rompe già nel metterla! bah…
Con grande piacere ci infiliamo nei fanghi schifosi del cunicolo dove tra l’altro in un punto perdo un po’ di tempo a far passare il sacco che è più grosso della strettoia. Conan ed io rileviamo, gli altri dovrebbero essere avanti ad armare il P2 su cui ci eravamo fermati settimana prima…dopo un po’ li raggiungiamo e vengo preso per il culo perchè il P2 è diventato con due sassi un P1…e si supera con un passo…va beh sarà stata la stanchezza della settimana prima a giocare brutti scherzi. La forra prosegue poi più ampia perchè incontra un altro arrivo d’acqua. Superiamo in libera tre pozzetti e poi ci fermiamo su un intaso. Davide scava da un lato ma scopro di persona che il posto è uno schifo, Mauri apre il passaggio da un’altra parte. Scendiamo e ci troviamo in un salone a dir poco impressionante…sarà 30x30m solo che è per buona parte ingombro da depositi glaciali, tra cui anche un masso erratico di granito di 1.5×1.5m…e siamo a -320m…boh… ci sono ripidi canaloni scavati nel detrito e praticamente scopriamo di avere alcune pareti alte 30m fatte da depositi glaciali che stanno su in barba alla legge gravitazionale… Piove e ci sono varie vie, Mauri ne arrampica una, che viene armata solo successivamente e percorsa per una cinquantina di metri, ma poi diviene un po’ schifosa e viene abbandonata. Risaliamo un canalone che ci porta nella parte alta della sala, da cui si può osservare anche un mega arrivo dal quale sono probabilmente entrati i depositi glaciali…la partenza del ramo sarà 15x10m…però è dall’altra parte della sala quindi totalmente irraggiungibile con gli spit… troviamo però una galleria in discesa che poi decide di risalire superando un sifone fossile: siamo in una galleria 5x5m direzione Tacchi…proseguiamo euforici ma dopo neanche 100m eccoci ad un passaggio nel fango gelatinoso e poi mega frana che assorbe tutta l’aria. Conan passa il primo intaso, ma poi ce n’è un altro. Torna indietro bagnato e poco soddisfatto…scopriamo ora a casa che lì eravamo a 90m di distanza dai rami di destra della Tacchi…se non c’era la frana in 5 minuti avremmo fatto la giunzione….già scontenti torniamo indietro e scopriamo che il passaggio nel fango s’è trasformato in un lago…tutti hanno la brillante idea di strisciare sui sacchi per non bagnarsi…compresa Valeria che aveva anche i miei panini…che annegano nel lago fangoso…così dopo devo mangiare per tutta l’uscita pane acquoso, fango e formaggio rivestito di fango…. 🙁 il video di Davide (http://www.youtube.com/watch?v=U7b7xyBjEpI&feature=feedu) è eloquente…
Ci riprendiamo un attimo sfangandoci e Davide inizia a salire su una china di terra gradonando. Infine Mauri aiutato da Davide e dalla paletta riesce ad arrampicare l’ultimo strappo di fango e ad entrare in un finestrone. I due armano la prima risalita e poi anche una seconda placca di palta. Davide pianta lo spit e mentre lo pianta non capisce come mai ma si trova lo spit sempre più alto, alla fine scopre che il fango gli era arrivato alle ginocchia… A parte questo luogo colloso ci troviamo poi comunque a percorrere una galleria bella inclinata in salita che risale per 150m con dimensioni sempre comode (mediamente 7x3m) fino ad una sala finale dove c’è ancora da risalire un camino in artificiale. Diamo un’occhiata ad alcuni rametti laterali. In uno c’è un pozzo: iniziamo ad armarlo, poi ci ripensiamo perchè pensiamo che ricolleghi e allora decidiamo di riscendere dal ramo…in realtà il pozzo non si capisce affatto ancora adesso dove vada…
Rivediamo giù in sala un po’ di rametti, rileviamo ed infine verso le 4.00 ci avviamo verso l’uscita. Conan ed io concludiamo il rilievo: 620m nuovi.
Alle 10.30 di Domenica siamo fuori.
Conclusione: la Stoppani ormai è vicinissima alle gallerie della Tacchi (che misura 10km), la frana probabilmente non è superabile ma speriamo ci siano altre vie….sicuramente abbiamo aperto un nuovo settore di grotta, dove rimangono da fare ancora svariate cose (cunicoli, risalite, traversi). Purtroppo l’avvicinamento è abbastanza massacrante (650m di dislivello tra vari su e giù ed oltre 2.5 km di grotta solo per raggiungere le zone).
Il sistema Stoppani – Fornitori raggiunge ora i 46.2 km di rilievo.

Video dei preparativi per il cunicolo fangoso di accesso ai nuovi rami http://www.youtube.com/watch?v=9lvrvdJ1jkw
http://www.youtube.com/watch?v=mPKzYCLyPiI
http://www.youtube.com/watch?v=8mN3Le-uPcU

Dimenticavo…un agricoltore ci ha segnalato una dolina che gli si è aperta nel prato… http://www.youtube.com/watch?v=1HGfkqBS6Ow

ciao
Andrea Maconi
INGRIGNA!

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