Un percorso cronologico tra reperti marini e terrestri in un edificio del XVI secolo
Introduzione
Nel centro storico di Asti, all’interno del Palazzo del Michelerio, antico edificio eretto a metà del Cinquecento e trasformato nel corso dei secoli, si sviluppa un percorso espositivo che ricostruisce la storia naturale del territorio dal Miocene al Pliocene.
Il Museo Paleontologico Territoriale dell’Astigiano, gestito dal Parco Paleontologico Astigiano, raccoglie e valorizza una collezione di reperti fossiliferi che documentano la trasformazione della Pianura Padana, da ambiente marino preistorico a territorio continentale.
L’insieme degli esemplari, frutto di ritrovamenti effettuati nel corso degli ultimi 60 anni in Piemonte, offre spunti di approfondimento per la comunità dei ricercatori e rappresenta un importante strumento didattico per il pubblico.
Contesto Storico e Ambientale
Il Palazzo del Michelerio, originariamente costruito come monastero nel Cinquecento e successivamente utilizzato come orfanotrofio fino al 1971, ospita nei suoi seminterrati un percorso museale che ripercorre le principali tappe evolutive degli ultimi 25 milioni di anni.
Gli ambienti espositivi illustrano il passaggio dal mare al territorio continentale, evidenziando le trasformazioni geologiche e biologiche che hanno interessato la Pianura Padana.
Il percorso inizia con una panoramica della paleontologia generale, soffermandosi sulle caratteristiche dei sedimenti e delle formazioni rocciose che hanno preservato i resti di una fauna antica, per poi addentrarsi nei dettagli specifici dei reperti rinvenuti nella regione.
Il museo si pone l’obiettivo di documentare in maniera rigorosa e scientifica il passaggio ambientale che ha visto il territorio dominato da habitat marini durante il Miocene e il Pliocene, fino ad arrivare all’epoca in cui il paesaggio si è progressivamente trasformato in quello attuale.
Questo contesto offre una cornice ideale per comprendere le dinamiche evolutive e le interazioni tra specie marine e terrestri, contribuendo alla ricostruzione degli eventi che hanno segnato la storia geologica del Piemonte.
La Collezione di Cetacei Fossili
Uno dei nuclei principali dell’esposizione è costituito dalla collezione di cetacei fossili, che raccoglie reperti di misticeti e odontoceti risalenti all’epoca pliocenica.
In quel periodo, l’area oggi conosciuta come Pianura Padana era interamente sommersa, dando luogo a un ambiente favorevole alla conservazione di una fauna marina diversificata. Tra gli esemplari più rilevanti si evidenziano:
• Balenottera di Valmontasca (Balaenoptera acutorostrata cuvierii): Ritrovata a Vigliano d’Asti, questa balenottera, lunga circa 8 metri, si distingue per la sua completezza e rappresenta uno dei reperti più significativi della collezione.
• Balena di Chiusano d’Asti: Denominata “Marcellina” in fase di studio, questa balena è stata rinvenuta in una cava di argilla e arricchisce il panorama dei cetacei pliocenici.
• Delfino di Settime d’Asti (Septidelphis morii): L’unico esemplare conosciuto di questa specie, il delfino rappresenta un caso di particolare interesse per i ricercatori.
• Capodoglio pliocenico di Vigliano d’Asti (Physeter macrocephalus v. australis): L’unico reperto scheletrico esistente di questo gruppo di cetacei, che, con il cranio ricostituito, raggiunge una lunghezza di circa 11 metri.
All’ingresso del percorso museale è collocata la ricostruzione della mandibola di un megalodonte (Otodus megalodon), un grande squalo preistorico che popolava i mari piemontesi circa 20 milioni di anni fa.
Tale reperto, insieme agli altri esemplari, offre un quadro esaustivo della biodiversità marina dell’epoca e delle metodologie impiegate per la ricostruzione dei grandi vertebrati marini.
Reperti di Vertebrati Terrestri
Il percorso espositivo si estende oltre il mondo marino, dedicando ampio spazio ai reperti di vertebrati terrestri che testimoniano il passaggio dagli ambienti acquatici a quelli continentali.
Nella sezione dedicata all’età a mammiferi Villafranchiana sono esposti fossili che documentano la presenza di mastodonti, rinoceronti, tapiri e grandi carnivori come le tigri dai denti a sciabola.
Questi reperti, rinvenuti in sedimenti locali, rappresentano la transizione ecologica che ha caratterizzato il territorio una volta ritiratosi il mare.
Un esempio emblematico è il palato fossile e i denti di un mastodonte rinvenuti a Villafranca d’Asti, che offrono informazioni preziose sulla morfologia e sulle abitudini di un proboscidato ormai estinto.
La presenza di tali reperti consente ai ricercatori di analizzare le modifiche strutturali e funzionali che hanno accompagnato l’adattamento degli antichi vertebrati a nuovi habitat, contribuendo in maniera significativa alla comprensione degli eventi evolutivi locali.
L’Acquario Preistorico
Un’ulteriore componente del percorso museale è rappresentata dall’allestimento di un acquario preistorico, concepito per riprodurre l’aspetto dei fondali marini miocenici del Piemonte.
L’installazione offre una rappresentazione ambientale che include elementi tipici di un ecosistema marino, quali coralli, molluschi e crostacei, elementi fondamentali per comprendere la biodiversità dei fondali antichi.
Questa ricostruzione ambientale si propone di evidenziare le interazioni ecologiche e le dinamiche di popolamento di un habitat marino, mostrando in maniera concreta il legame tra la presenza di barriere coralline e la ricchezza faunistica.
La ricostruzione del fondale preistorico, realizzata con attenzione ai dettagli, permette di osservare da vicino le condizioni ambientali che hanno favorito la conservazione dei reperti e che hanno modellato il paesaggio del Piemonte durante il Miocene.
La Mostra “Il Leviatano e le Sirene”
Nell’ex Chiesa del Gesù, parte integrante della struttura museale, è stata allestita la mostra temporanea intitolata “Il Leviatano e le Sirene”.
La sede, originariamente un monastero delle Clarisse del XVI secolo, è stata adattata per ospitare una esposizione che integra il percorso principale con nuovi elementi espositivi.
La mostra si concentra sulla storia dei mammiferi marini, presentando reperti che non erano stati esposti in precedenza e offrendo una narrazione che collega il mondo paleontologico a quello delle rappresentazioni culturali.
Gli affreschi, opera del pittore Gian Carlo Aliberti, che decorano il soffitto dell’ex chiesa, arricchiscono il contesto espositivo, creando un dialogo tra arte e scienza.
Le installazioni presenti nella mostra illustrano il percorso evolutivo dei cetacei, evidenziando le trasformazioni ambientali e le implicazioni ecologiche derivanti dal passaggio da habitat marini a quelli terrestri.
Questa sezione rappresenta un ulteriore strumento divulgativo, in grado di stimolare l’interesse sia dei ricercatori che del pubblico generale.
Depositi e Laboratori di Preparazione dei Fossili
Un aspetto fondamentale del Museo Paleontologico di Asti riguarda la conservazione, il trattamento e la documentazione dei reperti fossiliferi.
Nel mese di aprile 2019, in accordo con la Soprintendenza, sono stati trasferiti al museo tutti i resti fossili di cetacei provenienti dal Museo di Scienze Naturali di Torino.
Tale operazione ha permesso di arricchire la collezione, rendendo disponibili resti che fino a quel momento non erano stati esposti al pubblico.
I depositi museali, insieme ai laboratori di preparazione, costituiscono un ambiente di lavoro in cui i preparatori e i ricercatori applicano metodologie moderne per il restauro e l’analisi dei reperti.
L’uso di tecniche avanzate, quali la tomografia computerizzata (TAC), consente di esaminare in dettaglio la struttura interna dei fossili, fornendo dati preziosi per la ricostruzione degli eventi paleontologici e per lo studio delle specie antiche.
Le attività svolte nei laboratori contribuiscono anche alla produzione di pubblicazioni scientifiche, che vengono diffuse su riviste internazionali e arricchiscono il panorama della ricerca paleontologica.
Attività Didattiche e Collaborazioni Scientifiche
Il museo si impegna a promuovere la conoscenza del patrimonio paleontologico attraverso numerosi percorsi educativi e attività didattiche.
Progetti rivolti dalla scuola d’infanzia fino all’università sono stati ideati per rendere accessibili i concetti fondamentali relativi all’evoluzione, alla biodiversità e alle metodologie di indagine paleontologica.
Le visite guidate, organizzate da personale specializzato, permettono di approfondire la conoscenza dei reperti e di comprendere le tecniche di preparazione utilizzate nei laboratori.
Le escursioni guidate, realizzate in collaborazione con associazioni di trekking ed escursionismo, offrono la possibilità di osservare affioramenti fossiliferi in situ, fornendo un’esperienza diretta e complementare al percorso museale.
Eventi come le Giornate Europee del Patrimonio e la Settimana della Cultura, insieme a visite notturne e incontri divulgativi, arricchiscono ulteriormente l’offerta formativa del museo, favorendo lo scambio di conoscenze tra ricercatori, storici e visitatori.
Collaborazioni scientifiche con istituzioni quali il Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino, il Dipartimento Scienze della Terra dell’Università di Torino, il Museo Paleontologico “G. Maini” di Ovada e altri centri di ricerca costituiscono un elemento centrale per l’aggiornamento delle collezioni e per l’applicazione di nuove metodologie di analisi.
Queste sinergie permettono di rimanere costantemente aggiornati sulle scoperte e sui progressi tecnologici che riguardano il campo della paleontologia.
Il Centro Studi dei Cetacei Fossili Piemontesi
Il trasferimento dei reperti di cetacei, avvenuto nel 2019, ha rappresentato il primo passo verso la creazione del “Centro studi dei Cetacei Fossili Piemontesi”.
Questo centro si configura come un polo di eccellenza per la ricerca, in cui vengono raccolti, catalogati e analizzati i dati relativi ai grandi mammiferi marini.
La specializzazione dei depositi e dei laboratori, insieme all’impiego di tecniche all’avanguardia, consente di sviluppare studi approfonditi che contribuiscono a chiarire aspetti evolutivi e morfologici delle specie antiche.
Il Centro favorisce la collaborazione tra diversi enti di ricerca e istituzioni accademiche, promuovendo lo scambio di informazioni e la pubblicazione di studi che arricchiscono il panorama scientifico internazionale.
La realizzazione di un catalogo iconografico e la documentazione sistematica dei reperti rappresentano strumenti essenziali per la divulgazione dei risultati degli studi e per la conservazione a lungo termine del patrimonio fossilifero piemontese.
Il Ruolo della Documentazione e della Divulgazione
La documentazione accurata dei reperti fossiliferi e la produzione di pubblicazioni scientifiche costituiscono pilastri fondamentali dell’attività museale.
Grazie all’assegnazione di borse di studio destinate ai ricercatori del settore, il museo ha potuto sviluppare un catalogo dettagliato e iconografico dei reperti conservati.
Queste iniziative favoriscono la diffusione dei risultati delle ricerche e contribuiscono a posizionare il museo come centro di riferimento per la paleontologia regionale.
Le attività divulgative si estendono oltre l’ambito museale, coinvolgendo scuole, università e il pubblico in generale. La partecipazione a eventi culturali e scientifici, insieme all’organizzazione di workshop e laboratori pratici, offre un’opportunità di approfondimento sulle tecniche di preparazione dei fossili e sulle metodologie di indagine paleontologica.
Queste esperienze permettono di rendere accessibili anche i concetti più complessi, favorendo la formazione di nuove generazioni di ricercatori e operatori del settore.
Conclusioni
Il Museo Paleontologico Territoriale dell’Astigiano rappresenta un importante punto di riferimento per la conservazione, la ricerca e la divulgazione del patrimonio fossilifero piemontese.
Il percorso espositivo, articolato in sezioni dedicate ai cetacei marini, ai vertebrati terrestri e agli ambienti preistorici, offre una visione complessiva e approfondita degli eventi che hanno segnato la storia naturale della regione.
Le attività didattiche e le collaborazioni scientifiche consolidano il ruolo del museo come piattaforma di scambio e aggiornamento, rendendo accessibili conoscenze complesse in un linguaggio chiaro e rigoroso.
L’integrazione di esposizioni permanenti e mostre temporanee, unite all’impiego di tecnologie avanzate nei laboratori di preparazione e documentazione, consente di mantenere viva la memoria delle trasformazioni ambientali che hanno caratterizzato il territorio piemontese.
Il patrimonio fossilifero conservato all’interno del Palazzo del Michelerio non è solo un insieme di reperti, ma un patrimonio culturale e scientifico in continua evoluzione, in grado di stimolare la riflessione sui processi evolutivi e sulle metodologie di studio della storia naturale.
Attraverso la sinergia tra esposizioni, attività didattiche e collaborazioni istituzionali, il museo si configura come un punto di riferimento essenziale per i ricercatori e per chi desidera approfondire la conoscenza della paleontologia.
La trasparenza delle informazioni, l’attenzione ai dettagli e l’impegno nella conservazione dei reperti consolidano il ruolo del museo nel panorama culturale e scientifico italiano, offrendo strumenti preziosi per la formazione e per la divulgazione della storia naturale.
In definitiva, il Museo Paleontologico di Asti costituisce un esempio significativo di come la valorizzazione del patrimonio fossilifero possa contribuire alla comprensione delle trasformazioni ambientali e alla trasmissione del sapere scientifico alle future generazioni.
Il percorso espositivo, supportato da attività di ricerca e divulgazione, permette di osservare da vicino le tracce lasciate dal passato, offrendo una finestra sulla complessità e la ricchezza della vita preistorica che ha modellato il territorio del Piemonte.