Sono usciti dopo 40 giorni di isolamento all’interno della grotta di Lombrives, nel versante francese dei Pirenei, i quindici volontari che, in nome della scienza, si sono sottoposti a questo esperimento per studiare cosa accade quando si perde la cognizione del tempo.

Volontari fuori dalla grotta ph. www.ilgiornale.it

Sono rimaste isolate per 40 giorni le quindici “cavie”, 8 uomini e 7 donne, che volontariamente si erano chiuse dentro la grotta di Lombrives, sul versante francese dei Pirenei, per partecipare a uno degli esperimenti di isolamento estremo più spinti di sempre.

Al buio, senza orologi, senza mezzi di comunicazione con l’esterno, senza corrente elettrica, ma solo con una dinamo per produrre energia elettrica a pedali. All’uscita non sono sembrati delusi, solo un po’ storditi e affaticati dal vedere la luce del sole. In molti si sono mostrati addirittura dispiaciuti di ritornare alla vita normale.

“È stato come mettere in pausa la mia vita, sarei rimasta volentieri qualche giorno in più lontana dagli smartphone e dalla quotidianità” ha affermato Marina Lançon, 33 anni appena uscita dalla grotta.

Ph. pagina FB Christian Clot Explorer

I volontari hanno dormito in tenda a una temperatura di dieci gradi e con un umidità relativa del 100%. Nella grotta avevano pochi aiuti moderni a disposizione per la sopravvivenza. Hanno prodotto da soli l’elettricità con una bicicletta a pedali, e per bere e lavarsi hanno dovuto prendere l’acqua da un pozzo a 45 metri sotto terra. A scandire le loro giornate non c’è stata nessuna lancetta d’orologio, l’unico modo per gestire compiti e mansioni è stato basarsi sui ritmi del loro organismo e dei propri cicli di sonno.

Deep Time, questo il nome del progetto che vuole indagare, in particolare, gli effetti della totale perdita di cognizione del tempo sul cervello e sul fisico umano, ma anche tempi e modi con cui l’organismo può riuscire ad adattarsi, se mai ci riuscirà, a un ambiente del tutto diverso da quello abituale, completamente buio ed estremamente umido. I partecipanti al test, tra i 27 e i 50 anni, indossavano diversi sensori che comunicavano i loro parametri vitali ai ricercatori in tempo reale.

I partecipanti hanno affrontato una preparazione lunga e complessa: dopo aver superato diverse prove fisiche e psicologiche, hanno dovuto imparare i rudimenti della speleologia e l’utilizzo di corde, imbraghi e moschettoni per muoversi in sicurezza in un ambiente comunque ostile.

Questo esperimento è il primo nel suo genere: tutti quelli effettuati fino ad ora si sono focalizzati sullo studio dei ritmi fisiologici del corpo umano, ma nessuno aveva mai provato ad osservare una totale rottura della percezione temporale e delle funzioni emotive sul comportamento.

FONTE www.ilgiornale.it

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