I boati del Fadalto non sono più un mistero. A svelare le cause degli anomali eventi acustici accompagnati da microtremori della Terra, che hanno allarmato la popolazione di Vittorio Veneto da gennaio 2011, sono i risultati dello studio condotto dall’Ogs, Istituto nazionale di oceanografia e di geofisica sperimentale, presentato a Trieste in occasione del 30° Convegno Gngts, Gruppo nazionale di geofisica della terra solida, che si è chiuso ieri.

Dopo oltre 7 mesi di registrazioni e una casistica di oltre 500 eventi – molti dei quali segnalati dalla popolazione e verificati dagli strumenti – il fenomeno dei boati è stato inquadrato con buona approssimazione. “Dall’esame delle onde rilevate dai sismografi – ha spiegato Pierluigi Bragato, tecnologo di Ogs – possiamo dire che si è trattato di una serie di microsismi, molto frequenti inizialmente e via via sempre più radi, che sono andati a esaurirsi nel mese di agosto.

È inoltre molto chiaro il legame con il livello delle precipitazioni, con eventi sismici in aumento circa due mesi dopo le piogge più intense”.

La localizzazione a una profondità media di 700 metri sotto il livello del mare dei microsismi registrati dal team permette di svincolarli dalla sismicità più tradizionale che invece caratterizza la zona, visto che i terremoti violenti si originano sotto i 5 km di profondità, e consente di escludere che si sia trattato di avvisaglie di fenomeni più superficiali, quali l’apertura di voragini.

Gli eventi, inoltre, non si sono generati da un unico punto, ma da sorgenti distinte distribuite al disotto dell’area che va dal Lago Morto a Sella Fadalto. “Quanto all’origine dei microsismi – ha spiegato Paolo Comelli, direttore del Centro di ricerche sismologiche (Crs) di Udine – abbiamo ipotizzato due possibili cause: potrebbe essersi trattato di microfratture delle rocce, o dei cosiddetti colpi d’ariete, sbalzi di pressione nel sottosuolo che provocano un forte rumore e una forte vibrazione”.

da Geologi.info

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