L’Ingegneria Idraulica Araba e le Sue Tracce nel Territorio Siciliano
Questo saggio esplora l’importanza storica e ingegneristica dei qanat in Sicilia, un sistema di acquedotti sotterranei introdotto dagli Arabi durante la loro dominazione.
Attraverso un’analisi dettagliata di vari siti siciliani, si evidenzia come queste strutture abbiano influenzato l’approvvigionamento idrico e l’agricoltura dell’isola.
Il saggio si propone di fornire una panoramica completa delle tecniche costruttive e dell’impatto culturale dei qanat, sottolineando la necessità di preservare questo patrimonio idraulico.
I qanat:
I qanat sono un sistema di acquedotti sotterranei introdotti in Sicilia dagli Arabi, che hanno avuto un ruolo cruciale nell’approvvigionamento idrico e nello sviluppo agricolo dell’isola.
Questo saggio analizza vari esempi di qanat in Sicilia, descrivendo le loro caratteristiche tecniche e il loro impatto storico e culturale.
Si sottolinea l’importanza di preservare queste strutture per il loro valore storico e ingegneristico.
Introduzione
I qanat sono un sistema di acquedotti sotterranei che hanno avuto un ruolo fondamentale nell’approvvigionamento idrico di molte regioni aride del mondo.
Introdotti in Sicilia dagli Arabi durante la loro dominazione, questi ingegnosi sistemi idraulici hanno permesso di sfruttare le risorse idriche sotterranee in modo efficiente, contribuendo allo sviluppo agricolo e urbano dell’isola.
Il Sito Bizantino del Vallone Canalotto
Ai piedi dello Xibet, su cui è arroccata Calascibetta, si trova il vasto complesso troglodita denominato “Sito bizantino del Vallone Canalotto”.
Questo sito, situato di fronte al lago Morello, è stato probabilmente abitato da comunità arabe durante la loro dominazione in Sicilia.
A questo periodo risale un sistema di gallerie per la captazione e canalizzazione delle acque, scavate nella roccia e identificate come qanat.
Queste gallerie, con volta arrotondata, confluivano in una vasca riadattata a lavatoio, da cui l’acqua veniva distribuita tramite un sistema di canali.
Adrano e il Qanat di Contrada Fogliuta
Un’altra struttura simile si trova ad Adrano, in contrada Fogliuta, vicino ai resti di un impianto termale di epoca romana.
Questo qanat, situato alle pendici sud-occidentali dell’Etna, presenta murature e volte in pietra lavica, ma lo stile architettonico è chiaramente arabo.
Dopo un corridoio percorribile su basolato lavico, si arriva a un pozzetto illuminato dall’alto, che permette di accedere alle parti più recondite del sottosuolo.
Maniace e le Grotte della Farina
A Maniace, sotto le “grotte della farina” descritte dal geografo arabo El Idrisi, si trova un altro qanat.
Queste grotte, situate vicino a mulini, utilizzavano l’acqua per far funzionare le pale dei mulini stessi.
Oggi, questo qanat è in disuso e nascosto dalla vegetazione.
La Diffusione dei Qanat in Sicilia
I qanat sono presenti in molte altre località siciliane, come Paternò, Aci Sant’Antonio, Catania, Francofonte, Siracusa e Licata.
Questi acquedotti sotterranei, introdotti dagli Arabi, sono stati utilizzati anche in epoche successive, adattandosi alle peculiarità del territorio e delle falde acquifere locali.
L’Importanza dei Qanat nella Cultura Araba
I qanat arrivano in Sicilia con gli Arabi, una popolazione industriosa e avanzata in molti campi, dalla filosofia alle scienze matematiche e astronomiche, fino alle tecniche agrarie.
Gli Arabi avevano acquisito la tecnica dei qanat in Persia e l’avevano diffusa lungo la Via della Seta.
Questi sistemi idraulici erano essenziali per conservare l’acqua in regioni aride e calde, prevenendo l’evaporazione e garantendo un approvvigionamento costante.
Le Prime Sperimentazioni di Ingegneria Idraulica
Le prime sperimentazioni di ingegneria idraulica, mutuate dalle civiltà orientali e adattate alle locali condizioni idrogeologiche, avvennero nella “Piana”, dove i muqanni, muniti di zappa, iniziarono a scavare la friabile roccia calcarenitica.
Questi esperti idraulici, osservando il paesaggio e identificando indizi di acqua sotterranea, come radici e tracce di vegetazione, riuscivano a individuare le sorgenti idonee e a sviluppare complessi sistemi di gallerie sotterranee.
I Qanat di Palermo
Ad oggi, a Palermo sono stati scoperti tre qanat visitabili:
- Il Gesuitico Alto
- Il Gesuitico Basso, venuto alla luce per caso nel 1979 durante gli scavi per le fondamenta di un edificio.
- L’Uscibene o Brancaccio, con la “Camera dello Scirocco” della Regina Costanza.
Queste strutture rappresentano esempi significativi di ingegneria idraulica araba, che hanno permesso di sfruttare le risorse idriche sotterranee in modo efficiente.
La scoperta e la valorizzazione di questi qanat offrono un’importante testimonianza del passato e un’opportunità per comprendere meglio le tecniche idrauliche antiche.
La Riscoperta dei Qanat
Gradualmente, queste opere di alta ingegneria idraulica, dimenticate o scoperte casualmente, tornano alla luce.
Emergere nuove strutture è possibile grazie alla crescente consapevolezza e alla capacità di riconoscerle, studiarle e rivalutarle.
Questo processo di riscoperta e valorizzazione rende omaggio ai nostri predecessori e contribuisce alla conservazione del patrimonio storico.
Il Qanat di Paternò
Gli Arabi furono presenti anche a Paternò, dove costruirono un qanat sotto il castello che attraversa la collina da una parte all’altra.
All’epoca, gli insediamenti si trovavano sulla collina e, per sopperire alla mancanza di acqua, venne costruito questo serbatoio, che è ancora in perfette condizioni.
Durante la Seconda Guerra Mondiale, questa galleria venne utilizzata come rifugio antiaereo, dimostrando la versatilità e la durabilità delle strutture idrauliche arabe.
La Tecnologia dei Qanat
I qanat, conosciuti anche come k?r?z in persiano, sono un sistema di trasporto idrico utilizzato per fornire una fonte affidabile di approvvigionamento d’acqua per insediamenti umani e per l’irrigazione in ambienti caldi e aridi1. Questa tecnologia, sviluppata inizialmente nell’antica Persia, si è diffusa lungo la Via della Seta, raggiungendo la Cina a est e altri territori del mondo islamico a ovest1.
I qanat sono costituiti da una serie di cunicoli verticali simili a pozzi, collegati da un canale sotterraneo in lieve pendenza1.
Questo sistema permette di trasportare l’acqua in superficie senza necessità di pompaggio, sfruttando la gravità per far fluire l’acqua dalla falda acquifera alla destinazione1.
Costruzione dei Qanat
La costruzione dei qanat richiede la manodopera di lavoratori esperti, chiamati muqann?, che seguono un processo ben definito1.
Il primo passo è l’identificazione di una fonte acquifera adatta, spesso situata dove una conoide alluvionale incontra le pendici di montagne o colline1.
Una volta individuata la fonte, i muqann? tracciano la rotta del qanat e iniziano lo scavo, creando una serie di pozzi verticali collegati da un tunnel sotterraneo1.
Questo sistema permette di trasportare l’acqua a grande distanza senza perdere una quantità significativa a causa dell’evaporazione1.
Altre Tipologie di Qanat
Oltre ai qanat persiani, esistono altre tipologie di sistemi di distribuzione idrica simili, come le foggara in Libia e Algeria, le khettara in Marocco e i falaj in Oman1.
Questi sistemi, sebbene varianti regionali, condividono lo stesso principio di base: trasportare l’acqua da una falda acquifera sotterranea alla superficie per l’uso umano e agricolo1.
La riscoperta dei qanat in Sicilia rappresenta un’importante opportunità per valorizzare il patrimonio
La Carta degli Antichi Acquedotti: Un Viaggio nel Patrimonio Idraulico Storico
La Mappatura delle Infrastrutture Idrauliche Storiche e il Loro Valore Culturale
La Carta degli Antichi Acquedotti è un progetto di mappatura delle infrastrutture idrauliche storiche, promosso dalla Società Speleologica Italiana.
Questo saggio analizza l’importanza di queste opere per la comprensione del patrimonio idraulico e culturale, descrivendo le loro caratteristiche tecniche e il loro impatto storico.
Si sottolinea l’importanza di preservare queste strutture per il loro valore storico e ingegneristico.
La Carta degli Antichi Acquedotti
La Carta degli Antichi Acquedotti rappresenta un’importante iniziativa per la mappatura e la valorizzazione delle infrastrutture idrauliche storiche.
Promossa dalla Società Speleologica Italiana, questa carta tematica si propone di documentare e preservare le opere idrauliche che hanno segnato la storia e lo sviluppo delle civiltà antiche.
La Società Speleologica Italiana e il Progetto
La Società Speleologica Italiana (SSI) ha avviato il progetto della Carta degli Antichi Acquedotti come parte di un più ampio sforzo per catalogare e studiare le cavità artificiali presenti sul territorio italiano².
Questo progetto si inserisce in un contesto di ricerca e valorizzazione del patrimonio ipogeo, che include anche la mappatura degli emissari artificiali dei bacini endoreici e dei siti rupestri del Mediterraneo².
Obiettivi della Carta degli Antichi Acquedotti
L’obiettivo principale della Carta degli Antichi Acquedotti è quello di creare una mappa dettagliata delle infrastrutture idrauliche storiche, fornendo informazioni sulle loro caratteristiche tecniche, storiche e culturali².
Questo strumento è pensato per essere una risorsa preziosa per ricercatori, storici e appassionati di archeologia, offrendo una panoramica completa delle opere idrauliche che hanno contribuito allo sviluppo delle civiltà antiche.
La Mappatura delle Infrastrutture Idrauliche
La mappatura delle infrastrutture idrauliche storiche è un processo complesso che richiede la collaborazione di esperti in vari campi, tra cui l’archeologia, la speleologia e l’ingegneria idraulica².
La Carta degli Antichi Acquedotti raccoglie dati su una vasta gamma di opere idrauliche, dai grandi acquedotti romani alle più piccole strutture locali, documentando la loro ubicazione, le tecniche costruttive utilizzate e il loro stato di conservazione².
Importanza Storica e Culturale degli Antichi Acquedotti
Gli antichi acquedotti rappresentano un patrimonio di inestimabile valore storico e culturale.
Queste opere ingegneristiche non solo hanno permesso lo sviluppo urbano e agricolo delle civiltà antiche, ma sono anche testimonianze della loro avanzata conoscenza tecnica e scientifica².
La Carta degli Antichi Acquedotti contribuisce a preservare questo patrimonio, rendendo accessibili informazioni cruciali per la comprensione della storia e dell’evoluzione delle tecniche idrauliche².
La Riscoperta e la Valorizzazione del Patrimonio Idraulico
La riscoperta e la valorizzazione degli antichi acquedotti sono fondamentali per mantenere viva la memoria storica e per promuovere una cultura del rispetto e della conservazione del patrimonio².
La Carta degli Antichi Acquedotti è uno strumento essenziale in questo processo, offrendo una base di conoscenza che può essere utilizzata per progetti di restauro, studi accademici e iniziative di sensibilizzazione pubblica².
Conclusione
La Carta degli Antichi Acquedotti rappresenta un’importante iniziativa per la documentazione e la valorizzazione delle infrastrutture idrauliche storiche.
Questo progetto, promosso dalla Società Speleologica Italiana, offre una panoramica completa delle opere idrauliche che hanno segnato la storia delle civiltà antiche, sottolineando l’importanza di preservare questo patrimonio per le future generazioni.
La mappatura e lo studio degli antichi acquedotti non solo arricchiscono la nostra comprensione del passato, ma contribuiscono anche alla conservazione di un patrimonio culturale di inestimabile valore.
²: Scintilena
Fonti: https://www.facebook.com/groups/553161606062072/permalink/1080238466687714/
(1) La Società Speleologica Italiana investe nell’impegno dei suoi soci …. https://www.scintilena.com/la-societa-speleologica-italiana-investe-nellimpegno-dei-suoi-soci-tutti-i-progetti-finanziati-per-il-2023/02/13/.
(2) La Storia degli Antichi Acquedotti di Bracciano: Un Viaggio tra le …. https://www.scintilena.com/la-storia-degli-antichi-acquedotti-di-bracciano-un-viaggio-tra-le-opere-idrauliche-millenarie/11/11/.
(3) In binos actus lumina II Convegno di studi – Scintilena. https://www.scintilena.com/utec/old/utec/tob.htm.