IL CONTRIBUTO DETERMINANTE DELLE GROTTE E DELLA SPELEOLOGIA ALLA CONOSCENZA DELL’EVOLUZIONE DELL’UOMO
di Marco Bani
In occasione del meeting speleologico annuale che si terrà a Lettomanoppello (Abruzzo) in autunno ho intenzione di relazionare su quanto riferito alla conoscenza del genere Homo (noi) sia dovuto al conservativo mondo delle grotte e talvolta al contributo determinante degli speleologi.
A cominciare dagli albori della paleoantropologia col reperimento nel 1856 del primo Neanderthal nella Feldhofer Grotte in Germania fino alla recente scoperta sensazionale di Homo naledi nelle grotte sudafricane con prioritario merito speleologico, passando per le numerose altre tappe della conoscenza dovute ai conservativi ambienti ipogei. Tanto per citare qualche esempio ricordo in Italia i reperti dei Balzi Rossi, di Saccopastore, del Circeo e di Altamura. Ma rivoluzionarie sono state le scoperte nelle grotte della Sierra de Atapuerca (Spagna) nel 1994 e la enigmatica scoperta di Homo floresiensis avvenuta in una grotta dell’isola di Flores nel 2003.
E non occorrono troppe parole per evidenziare quanto ci comunicano sul nostro passato preistorico recente le grotte di Altamira, Lascaux, Cosquer e Chauvet.
L’argomento mi intriga e mi farà piacere esporlo al nostro incontro.

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