La commissione per la Protezione delle Grotte della Federazione speleologica Europea ha assegnato l’EuroSpeleo Protection Label 2020 al Progetto italiano “Phreatic: la speleosubacquea al Servizio della scienza e della Protezione Ambientale”, nato in Sardegna da un’idea di Andrea Marassich con il patrocinio della Società Speleologica Italiana che ne ha riconosciuto meriti e potenzialità.

“La commissione Europea per la protezione delle grotte è lieta di annunciare che il vincitore dell’EuroSpeleo Protection Label 2020 è Phreatic Project, Sardinia. Quest’anno il progetto che ha ottenuto il riconoscimento è uno studio non solo speleologico. ma di ricerca scientifica subacquea. Molti partners hanno lavorato insieme in condizioni difficili al fine di dare il proprio contributo al raggiungimento degli obiettivi ONU di sviluppo sostenibile, con un focus particolare su quelli legati alla biodiversità negli ambienti subacquei e alle azioni contro il cambiamento climatico e l’inquinamento”, sono queste le motivazioni espresse dalla Commissione per l’attribuzione del prestigioso riconoscimento, che mira a premiare e incoraggiare in Europa tutti i progetti svolti in ambito speleologico al fine di preservare e conservare l’ambiente sotterraneo per le generazioni future

Phreatic

Il progetto no-profit Phreatic nasce nel 2014 con l’obiettivo di rilanciare il concetto di citizen science e promuovere l’interazione tra gli speleosubacquei e i ricercatori sul campo, per fornire alla scienza dati affidabili provenienti da quegli ambienti estremi in generale poco studiati a causa della loro complessità e pericolosità.

Lo scenario perfetto per questo esperimento erano i sistemi di grotte costiere del Golfo di Orosei in Sardegna dove, ogni anno, decine di speleosub volontari provenienti da tutto il pianeta hanno condotto campagne dedicate a esplorazione, campionamento di sedimenti / acque, mappatura di grotte, georeferenziazione di resti paleontologici, documentazione e produzione video.

Speleosub progetto Phreatic
Speleosub all'interno di una delle grotte del progetto Phreatic

Negli ultimi sei anni, la dedizione di circa 50 volontari specializzati in immersioni in grotta e rilevamento, speleologia, rendering di foto / video e modellazione 3D, ha già supportato il lavoro degli scienziati dell’Istituto Italiano di Protezione e Ricerca Ambientale (ISPRA). In particolare in due filoni di ricerca: il primo – mai sperimentato prima in ambienti temperati – è la ricerca sui foraminiferi bentonici, conchiglie microscopiche che sono indicatori ambientali ed ecologici negli habitat di transizione; il secondo è relativo alla documentazione e analisi finalizzate alla conservazione delle ossa di Foca Monaca del Mediterraneo (Monachus monachus inclusa nella lista rossa IUCN di specie minacciate) rinvenute per la prima volta negli anni 70 da Leo Fancello e Axel Malher nella grotta di Bel Torrente e risalenti a 5000-6500 anni fa. I risultati sono poi stati pubblicati su riviste scientifiche internazionali.

Altre attività importanti nelle campagne stagionali del Progetto sono la mappatura delle sorgenti con moderne tecnologie (sistemi MNemo e Suex Sinapsi DPV) e la produzione di fotogrammetria 3D nelle grotte subacquee, come nuovo mezzo per rappresentare tali ambienti e renderli accessibili al grande pubblico.

Nel corso degli anni, i volontari di Phreatic sono stati co-autori di pubblicazioni scientifiche, hanno tenuto presentazioni e organizzato mostre fotografiche per speleologi, pubblico generale, scuole e università in Europa, Regno Unito e Stati Uniti. L’ultima volta è stato presentato l’anno scorso in Italia al raduno di Urzulei “Impronte 2019” e quello della Majella “Strisciando 2019”.

Phreatic Project

I risultati ottenuti hanno portato all’idea di espandere il modello e l’approccio del progetto Phreatic dalla Sardegna ad altre aree del bacino del Mediterraneo, dove le grotte costiere presentano uno scenario simile e anche, purtroppo, minacce simili in termini di impatto antropico e turistico, che le rende candidate ideali a diventare aree marine protette.

Nei prossimi anni Phreatic continuerà principalmente la sua attività in Sardegna, supportando nuove ricerche e partner scientifici, come il progetto “Dive for antibiotics” (Strathclyde University, UK) e i geologi italiani dell’Università di Chieti. Fin dall’inizio Phreatic collabora con Organizzazione Global Underwater Explorers, con il patrocinio dell’amministrazione locale Comune di Dorgali e il supporto della Società Speleologica Italiana.

Strumentazione adagiata sul fondo di una grotta. Fotografia per gentile concessione Phreatic.

EuroSpeleo Protection Laber della Federazione Speleologica Europea

Lo scopo dell’EuroSpeleo Protection Label (ESPL) è sostenere la protezione attiva delle grotte da parte di associazioni speleologiche, comitati e commissioni nazionali In tutta Europa e condividere questa conoscenza in tutti gli Stati europei.
Gli speleologi, che hanno il mondo sotterraneo come passione comune, dovrebbero infatti essere quelli che si preoccupano di preservare e proteggere le grotte e il carsismo scoperti durante le esplorazioni. Per questo molti speleologi e gruppi stanno individuando soluzioni specifiche di protezione e conservazione delle grotte che possano poi essere condivise con l’intera comunità speleologica europea. Un caso esemplare è stato il progetto italiano “Puliamo il Buio” della SSI, che vinse l’EuroSpeleo Protection Label del 2018 e oggi è a tutti gli effetti un progetto europeo, con l’iniziativa Cleanupthedark.org
La FSE / ECPC desidera premiare i progetti di qualità che possano aiutare a trovare soluzioni migliori per la protezione delle grotte nella comunità speleologica assegnando loro l’EuroSpeleo Protection Label e un piccolo sostegno finanziario che incoraggi la continuazione dell’importante lavoro svolto per preservare il patrimonio speleologico per le prossime generazioni.

Fonte: https://www.eurospeleo.eu/images/stories/docs/ECPC/ESPL-2020-Report_IT-Phreatic.pdf;
phreatic.org

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