Di Andrea Scatolini
“La morte corre sul web”, sarebbe un bel titolo di un triller per patiti di internet, smanettoni, hacker, lamers, tecnofobi e sognatori incalliti, magari distribuito in podcasting invece che trasmesso sullo schermo di un cinema, invece è solo una amara riflessione che siamo costretti a riconoscere.
Quando internet iniziò a solleticare le menti geniali di quelli che pensavano che condividere era meglio che tutelare, tutti pensavamo, noi geni, che internet avrebbe risolto il problema della perdita dei dati, la Rete era un magazzino globale dove proporre e pubblicare di tutto, convinti che il nostro Sapere avrebbe trovato dimora in migliaia di server condivisi, un pezzo qua un pezzo la.
Oggi, dopo pochi anni sulla breccia del web, mi accorgo di quanto sia vero che tutto questo non esiste, di come è vero che questa pagina che stai leggendo altro non è che un pò di celle magnetizzate in maniera provvisoria dentro un computer che si trova da qualche parte.
Un blog, diario personale, una bottiglia gettata nel mare con il tappo che tiene poco all’acqua e al sale, al tempo maligno che avanza… Siti che chiudono, siti che cambiano, siti che spariscono…
Nel mio piccolo… chi ricorda il primo sito del gruppo speleologico utec narni? Era dentro speleo.it, anno 2000, era bellissimo per quell’epoca, e in un colpo solo un giorno sparì non solo il sito dell’utec, ma molti altri siti dentro quel dominio. Poi venne spelex, sempre sito dell’utec, ma bastò smettere di pagare aruba, e sparì anche quello… e i blog personali dentro la clarence… la prima vecchia cara scintilena e i suoi tremila articoli e tre anni di Storie speleo se n’è andata, c’è ancora qualcosa dentro Dada e Supereva, ma i suoi contenuti non sono più raggiungibili, colpa delle modifiche di piattaforma, di cambio di server, di database, comunque sia ci siamo persi tre anni di storia… e Underblog? Quello era mio personale, memorie e commenti di vita sul mondo intorno a me, cancellato volutamente.
E cancellati volutamente sono anche Imagna2005, figlio coccolato di Lontra, e Infospeleo, notiziario informativo di Lorenzo Grassi, e già Damiano Pierotti saluta, annunciando la fine del suo Speleocomputer per il 28 ottobre 2007, con un ringraziamento a me per avergli dato una mano.
Questi erano siti molto famosi, famosissimi e importantissimi per noi speleologi adattati alla tastiera, ma ricordo anche altre estinzioni di massa, quando in tanti avevano trovato spazio in IOL, e la comunity si chiamava Digilander, era free… libera e gratuita, poi chiuse i blog di quelli che non avevano sottoscritto il contratto internet con Italia On Line… e finirono, sparirono, si persero moltissime pagine che parlavano di noi.
Muoiono, siti speleo che tristemente muoiono, piccole e grandi Luci nel Buio si spengono, trascinano nell’oblio del tempo foto e relazioni e momenti e stanchezza in fondo a pozzi e pioggerellina all’uscita, trascinano nel buio i fuochi dei bivacchi, bocconcini di Mars accompagnati da fette di salame e sorsi d’acqua presi da una borraccia ammaccata, e mani aride e gelate e fango secco e scarburate e canti a squarciagola e frasi senza senso recitate per passare il tempo, nottate insonni ai rifugi, bevute colossali e collettive, vanno via senza preavviso, siti che avevano Storie da Raccontare, esplorazioni, scoperte, sbornie e tribolazioni.
E rimane un vuoto in questo mare di pagine, foto che non rivedremo più, contatti e mail e messaggi e cose scritte che non dovevano essere cancellate. Crollano archivi e svaniscono in un giorno qualsiasi, uno scialbo giorno lavorativo lontano dalle uscite mitiche del fine settimana.

Muoiono… Anche questo mondo finto è mortale, non l’avrei mai detto.

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