La Società Speleologica Italiana,associazione di protezione ambientale di riferimento per gli speleologi italiani, membro di Union International de Spéléologie (UIS) e European Speleological Federation (FSE), nel cui ambito operano le Commissioni Tecniche relative alle Cavità Artificiali, alla Salvaguardia aree di interesse speleologico e il Coordinamento di “Puliamo il Buioâ€, e la Federazione Speleologica Campana, organo di rappresentanza speleologica regionale hanno appreso con sconcerto ed assoluta preoccupazione la notizia che il Sindaco di Napoli on. Rosa Russo Jervolino avrebbe avanzato l’ipotesi di utilizzare le cavità del sottosuolo partenopeo quali discariche di rifiuti.
Si tratta di oltre 700 ipogei dislocati al di sotto della città , molti dei quali di grande interesse storico ed artistico, scavati prevalentemente nei tufi, materiali porosi e permeabili.
L’accumulo di rifiuti in tali cavità , comporterebbe il possibile definitivo inquinamento delle falde sotto la città e la potenziale formazione di pericolose ed incontrollabili sacche di gas, con conseguenti rischi perla salute pubblica. In ogni caso porterebbe al degrado e alla distruzione di un patrimonio culturale ancora in parte sconosciuto.
Comprendiamo la situazione di assoluta emergenza in cui si trova la città , ma il rimedio proposto non è sicuramente adeguato e sorprende che l’on. Jervolino, già Commissario Straordinario al Sottosuolo, possa aver formulato una tale proposta che peraltro è in contrasto con la Convenzione Europea del Paesaggio del 2002, con il D.L. 22 gennaio 2004 “Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio†(parte prima e artt. 142e 143 della parte terza), al Piano Paesaggistico Regionale della Regione Campania (L.R. n. 16 del22/12/2004) che applica il Codice Urbani, alle Norme sul Governo del Territorio del 06/06/2001 (art. 6 esuccessivi) che riferiscono del Piano Urbanistico Comunale della Città di Napoli, approvato nel giugno 2005 in adeguamento al Piano Paesaggistico Regionale.
Le scriventi associazioni rilevano inoltre ulteriori problemi in ordine al ventilato utilizzo delle cave che, sulla base del Piano regionale delle attività estrattive, risultino abbandonate o dismesse. L’utilizzo quale discarica di tali siti, pur nel rispetto delle normative, se posti in aree carsiche, comporta gravissimi rischi per le falde acquifere il cui utilizzo spesso non è limitato alla sola regione Campania, e che costituiscono una parte considerevole delle riserve di acqua potabile disponibili in Italia.
Ci auguriamo che per lo stoccaggio dei rifiuti vengano prontamente individuate soluzioni che non compromettano irreversibilmente i sistemi carsici, le risorse idropotabili e il patrimonio storico –archeologico della regione Campania, già duramente provato dalla perdurante emergenza.
Giampietro Marchesi presidente della Società Speleologica Italiana
Sossio Del Prete presidente della Federazione Speleologica Campana
Comunicato Stampa Rifiuti Napoli