Uno studio rivela come temperature estive e risorse ambientali influenzano la forma e la funzionalità delle ali dei pipistrelli
Introduzione: Un’analisi delle variazioni morfologiche nei pipistrelli
Un recente studio ha esaminato l’impatto di fattori climatici e paesaggistici, come la temperatura media estiva e la copertura forestale, sulla morfologia dei pipistrelli.
La ricerca ha coinvolto una vasta gamma di dati storici, includendo oltre 460 esemplari di tre specie di pipistrelli, raccolti in un arco di 180 anni lungo un gradiente latitudinale di 1200 km.
L’obiettivo principale della ricerca era verificare se i cambiamenti nelle temperature estive, come previsto dalle leggi di Bergmann e Allen, potessero influenzare la taglia corporea e le caratteristiche funzionali delle ali.
Obiettivo dello studio
Lo studio si proponeva di verificare due ipotesi principali: la prima, legata alla Legge di Bergmann, ipotizzava che temperature estive più elevate potessero portare a una riduzione della taglia corporea dei pipistrelli.
La seconda, secondo la Legge di Allen, suggeriva che l’aumento delle temperature potesse invece favorire l’allungamento delle appendici corporee, come le ali, per favorire una regolazione termica. Inoltre, i ricercatori hanno esplorato se la disponibilità di risorse, in particolare la copertura forestale, potesse influenzare le caratteristiche funzionali delle ali, cruciali per la sopravvivenza dei pipistrelli.
Metodologia: L’approccio multidisciplinare
Per eseguire questa analisi, i ricercatori hanno utilizzato dati storici provenienti da mappe e statistiche nazionali, combinati con informazioni climatiche moderne.
Gli esemplari di pipistrelli esaminati appartenevano a tre specie: Eptesicus nilssonii, Pipistrellus pygmaeus e Plecotus auritus.
La selezione di questi campioni ha permesso di tracciare un arco temporale lungo, analizzando le variazioni morfologiche e funzionali dei pipistrelli in relazione ai cambiamenti delle condizioni ambientali.
Risultati: Nessuna riduzione della taglia corporea legata alla temperatura
Contrariamente a quanto previsto dalla Legge di Bergmann, lo studio non ha trovato prove che le temperature estive più alte abbiano causato una diminuzione della taglia corporea nei pipistrelli.
Sebbene le dimensioni della mandibola di alcune specie, come P. auritus e P. pygmaeus, siano cambiate nel tempo, le direzioni di queste modifiche sono state diverse, senza una tendenza coerente verso una riduzione complessiva della dimensione corporea.
Inoltre, le modifiche osservate non sembrano essere direttamente correlate a temperature più elevate, contrariamente alle previsioni teoriche che avrebbero suggerito una riduzione della taglia come adattamento alle temperature più alte.
Questa osservazione potrebbe indicare che altri fattori, come la disponibilità di cibo e rifugi, potrebbero avere un ruolo altrettanto importante nell’adattamento della morfologia dei pipistrelli.
La relazione tra copertura forestale e caratteristiche funzionali delle ali
Uno degli aspetti più significativi emersi dallo studio è la correlazione tra la copertura forestale e le caratteristiche funzionali delle ali dei pipistrelli.
In particolare, è stata osservata una variabilità nei tratti funzionali delle ali tra le diverse specie esaminate, influenzata dalla disponibilità di habitat forestali.
La ricerca ha indicato che la copertura forestale non solo influisce sulla disponibilità di cibo per i pipistrelli, ma modula anche le caratteristiche fisiche delle ali, le quali sono fondamentali per l’efficienza del volo e la caccia.
L’interazione tra temperatura e forestazione: effetti contrastanti
Un’altra scoperta interessante riguarda l’interazione tra temperatura e copertura forestale. In una delle specie studiate, P. pygmaeus, è stato osservato un effetto antagonista tra questi due fattori.
In particolare, quando le temperature estive superano i 14,5°C, la relazione tra la copertura forestale e le caratteristiche delle ali si inverte, con un aumento della temperatura che sembra promuovere ali più appuntite.
Questa caratteristica potrebbe conferire vantaggi energetici, permettendo al pipistrello di volare in modo più efficiente in ambienti caldi.
Adattamenti dei pipistrelli a cambiamenti ambientali
Lo studio ha evidenziato come i pipistrelli, seppur rispondano a cambiamenti climatici e ambientali, mostrino una certa plasticità morfologica.
Le specie esaminate hanno dimostrato la capacità di adattarsi ai cambiamenti della temperatura e della disponibilità di risorse, modificando la loro taglia corporea e le caratteristiche funzionali delle ali in risposta a diverse condizioni.
Questa adattabilità potrebbe suggerire che i pipistrelli abbiano la capacità di affrontare, almeno in parte, le sfide poste dai cambiamenti climatici e dalle modifiche nell’uso del suolo.
Implicazioni per la conservazione dei pipistrelli
Le implicazioni di questi risultati sono significative per la conservazione delle specie di pipistrelli.
La capacità di adattarsi alle variazioni climatiche e ambientali è un aspetto cruciale per la sopravvivenza di queste specie in un contesto di cambiamento ambientale rapido.
Tuttavia, le modifiche nella morfologia dei pipistrelli potrebbero anche indicare che l’ambiente, seppur in grado di favorire alcuni adattamenti, potrebbe comunque subire degli impatti negativi a lungo termine a causa di temperature estreme o cambiamenti drastici nell’habitat naturale.
Conclusioni: Un quadro complesso e dinamico
Lo studio sottolinea l’importanza di considerare non solo i cambiamenti climatici, ma anche le modifiche nell’uso del suolo quando si analizzano le tendenze morfologiche dei pipistrelli.
La combinazione di variabili climatiche e paesaggistiche rivela un quadro complesso, in cui diversi fattori interagiscono in modi che non sempre sono facili da prevedere.
Le risposte dei pipistrelli ai cambiamenti ambientali sono fortemente dipendenti dalle condizioni locali, e i risultati ottenuti offrono spunti utili per future strategie di conservazione che tengano conto di entrambi questi fattori.
Fonte e studio scientifico: https://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1002/ece3.9695