SAMAR 2015


A Pasquetta, come fosse una gita fuoriporta, partirà l’ennesima spedizione speleologica in Filippine organizzata dal Gruppo Grotte Brescia “Corrado Allegretti” e dall’associazione Odissea Naturavventura.

Dal 7 Aprile al 5 maggio ben 13 speleologi italiani e sloveni opereranno su due diverse aree carsiche dell’isola di Samar: il carso di Calbiga e quello di Gandara. A contenere l’orda bresciana trascinata dal solito Matteo Rivadossi con Claudio Castegnati, Maurizio Reboldi, Beniamino Giori, Davide Merigo e Daniele Pirlo, vi provano il vicentino Stefano Panizzon, il lecchese Luigi Casati, e gli sloveni Rok Stopar, Tanja Polegek, Simon e Barbka Burja.

Ha preceduto il gruppo il veterano veronese nonché geologo Guido Rossi che, “giocandosi le sue ultime cartucce” come lui stesso ha dichiarato, è già prudentemente sul posto già dal 13 marzo con la scusa ufficiale di organizzare permessi e logistica. Mentre sappiamo tutti quanto, assieme all’immancabile guida filippina Joni Bonifacio, stia approfittando della spedizione francese dell’amico Paul Marcel per esplorare nuove grotte (già vari chilometri nella zona ad ovest di Catbalogan).

Gli obiettivi principali saranno due diverse giunzioni spelosubacque. Partendo da Cabiga si tenterà di collegare il complesso di Borabot-Ludi Bito-Camparina Cave (8 km) con la celeberrima e ciclopica Langun-Gobingob Cave (6 km e contenente una delle sale più grandi al mondo, 280 x 140 m!); spostandosi invece ben più a nord, nei pressi del villaggio di Barruz (5 ore di navigazione su fiume da Gandara) si tenterà la giunzione tra la roboante Male-ho (8km e percorsa da 2-3 metri cubi/sec.!) con il vasto complesso di Sulpan Cave (13 km, terza cavità per sviluppo delle Filippine) che nel 2011 era già collegata alla sorgente da una bella immersione subacquea ad opera di Gigi Casati.

Parallelamente alle elitarie immersioni, si procederà anche classicamente nel raggiungimento e nell’esplorazione di alcuni ciclopici inghiottitoi individuati studiando le carte topografiche sia nel bacino del Basey River (nel sud di Samar), sia nella zona di Matuguinao (nella zona nord-ovest di Samar). In entrambi i casi abbiamo pare che l’idrografia superficiale sia caratterizzata da chilometrici trafori idrogeologici.

Dopo il tentativo del 2011, fermato da un’alluvione epica per Samar, ci riproviamo con gli spelosub! Oltre al vecchio Gigi Casati in gran forma, che non ha certo bisogno di presentazioni, ho invitato il forte quanto umile Simon Burja, che recentemente sul fondo de difficile Abisso René in Slovenia partendo da -1280 si è immerso a – 85m raggiungendo i -1365 e tirando 250 m di filo…
A loro affidiamo il compito di percorrere quei metri allagati (dalle topografie a Langun dovrebbero essere 2-300 mentre a Sulpan paiono davvero pochi) che ancora separano le principali cavità esplorate in questi anni.
Collegarle in due differenti mostri (uno da 16 km e l’altro da 23…), beh, sarebbe davvero un sogno. Il coronamento di tante spedizioni, per me già dieci!

Mentre una parte del gruppo sarà di supporto ai sub, l’altra potrà dedicarsi al raggiungimento di vari target scovati dalle foto satellitari: il più incredibile pare un enorme traforo nel nord, già nelle mire della spedizione 2012 poi non esplorato: vedremo solo sul posto, al cospetto di quell’immenso portale ma pare si tratti di un fiume vero e proprio che sparisce per qualche chilometro in linea d’aria! Se sua altezza il tifone Maysak ce lo concede, con un po’ fortuna, spero di trovare della bella roba. La sento un po’ come una responsabilità quella di vedere gasati tutti i miei compagni, dai più smaliziati ai ragazzi nuovi che per la prima volta si troveranno alle prese con il gigantismo della speleologia tropicale! Bello davvero che su 13 persone son ci sia nessun cercatore di gloria ne’ di titoloni da giornale, come nel nostro stile…

Dopo due mesi di snervanti preparativi, carichi di materiali quanto di dubbi e aspettative non vedo l’ora di essere sull’aereo. Di aprire gli occhi trovandomi finalmente nei luoghi ormai tanto familiari da mancarmi troppo. Vi ritorno con il cuore benché nel corso dell’ultima spedizione del 2012 abbia preso una pericolosa encefalite virale, l’ameba e pure una seconda ancora sconosciuta parassitosi che assieme mi hanno regalato 3 ricoveri e 4 mesi di astenia!

Come al solito laggiù ci affideremo ai locali, sempre insuperabili nel muoversi in foresta. Con cui in alcuni casi ormai abbiamo un grande rapporto di amicizia: la loro ospitalità, le loro informazioni ma anche la semplice traduzione dai vari dialetti all’inglese, saranno preziosissimi per riuscire anche solo a spostarsi in un territorio così particolare come quello del carso tropicale. Per di più caratterizzato da un delicato equilibrio socio-politico, visto che in zona permangono problemi legati alla guerriglia maoista del New People Army.”

Ricordiamo che le avventure in Filippine guidate dalla ormai inossidabile coppia Rivadossi-Rossi, sono caratterizzate dall’eccezionale media di 15 km rilevati in ogni spedizione per un totale ad oggi di oltre 100 km solo a Samar, costituendo di fatto il più grande risultato esplorativo mai conseguito da speleologi italiani all’estero: https://www.youtube.com/watch?v=hxEIc14NfNg

Per chi volesse seguire gli sviluppi della spedizione, dal 7 aprile in poi consigliamo il popolare blog www.ggb.it che sarà aggiornato quotidianamente grazie ad un collegamento satellitare.

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