Donna infortunata lungo il percorso tra la Grotta del Gelo e la Grotta dei Lamponi: soccorsa e trasferita in ospedale

Nel pomeriggio di martedì 7 ottobre 2025, una donna è rimasta ferita, durante un’escursione sul versante settentrionale dell’Etna, lungo il suggestivo sentiero che collega la Grotta del Gelo alla Grotta dei Lamponi. L’escursionista, impegnata nel rientro, è inciampata riportando un trauma cranico.

A seguito della chiamata di emergenza, sul posto è intervenuta la Stazione Etna Nord del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico Siciliano (CNSAS).

I tecnici hanno raggiunto la donna, l’hanno stabilizzata e trasportata in sicurezza fino ai pressi del Rifugio Ragabo, dove è stata affidata al personale sanitario del 118 per le cure e il trasferimento all’ospedale di Giarre.
L’intervento si è concluso positivamente grazie alla sinergia tra soccorritori e personale sanitario, in un’area particolarmente impervia e remota.

Sebbene l’episodio non riguardasse un’attività speleologica, l’operazione conferma il ruolo essenziale del Soccorso Alpino e Speleologico come presidio di sicurezza per chi frequenta l’ambiente montano e vulcanico dell’Etna, pronto a intervenire in ogni situazione di emergenza, sia in grotta che in superficie.

Le due grotte del versante nord

La Grotta del Gelo, situata a circa 2.030 metri di quota lungo la colata del 1614-1624, è celebre per la presenza di un piccolo ghiacciaio perenne, il più meridionale d’Europa. È una cavità lavica lunga circa 125 metri, dove il microclima stabile conserva spettacolari colate e stalattiti di ghiaccio.

Poco più a valle si trova la Grotta dei Lamponi, una delle gallerie laviche più ampie dell’Etna, estesa per oltre 500 metri e caratterizzata da colate cordate e ampie gallerie.
Entrambe le cavità rappresentano un patrimonio naturalistico di grande valore e attirano ogni anno numerosi escursionisti, naturalisti e speleologi.

Quando non si tratta di speleologia, ma riguarda comunque il mondo speleo

A prima vista può sembrare insolito che Scintilena dedichi spazio a un incidente escursionistico, avvenuto lungo un sentiero e non in grotta.

C’è però una differenza rispetto a tanti altri episodi di cronaca avvenuti lungo i sentieri.

In molti casi, un incidente di questo tipo – una caduta sul sentiero – non ha nulla a che vedere con il mondo speleo, quando non interviene il Soccorso Speleologico né esiste un contesto operativo collegato.

Qui, invece, è intervenuto il Soccorso Alpino e Speleologico Siciliano, la stessa struttura che rappresenta – insieme alla comunità speleologica – una delle colonne portanti della sicurezza in ambiente naturale.
L’intervento è stato gestito dai tecnici della Stazione Etna Nord del CNSAS, molti dei quali sono speleologi attivi.

Non è il tipo di attività (speleologia o escursionismo) a definire la pertinenza, ma il ruolo e le competenze dei soccorritori.

Raccontare un’operazione come questa significa quindi dare la giusta visibilità al lavoro del Soccorso Speleologico anche fuori dalle grotte, là dove le sue competenze si estendono al territorio vulcanico e montano.

Il confine tra ambiente sotterraneo e ambiente di superficie, soprattutto sull’Etna, è sottile: la stessa colata lavica che ha generato la Grotta del Gelo e la Grotta dei Lamponi è anche il terreno su cui si muovono escursionisti e soccorritori.

In questa continuità, la presenza del CNSAS diventa il filo che unisce la sicurezza, la conoscenza e la cultura speleologica del territorio.

Foto e fonte: pagina FB Soccorso Alpino e Speleologico Siciliano (CNSAS)

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