Il lago di Martignano, l’antico lacus Alsietinus, è noto soprattutto per l’incile dell’acquedotto voluto dall’imperatore Augusto intorno al 2 a.C. per fornire acqua alla naumachia nel Trastevere. Più volte esplorato, esso si trova nella zona sud-orientale del lago in prossimità della riva ad una quota di circa m 217 slm.
Il livello del lago di Martignano subì varie fluttuazioni nel tempo, sia a causa delle condizioni climatiche, sia a causa di opere artificiali.
Oltre all’acquedotto Alsietino, che contribuì ad un abbassamento del livello del lago durante l’epoca romana, sono documentati altri due emissari nella zona settentrionale scavati nel banco roccioso nell’Ottocento che mettevano in comunicazione i laghi di Stracciacappa e di Martignano con il lago di Bracciano: il primo venne svuotato totalmente, il secondo venne abbassato di livello e le loro acque vennero riversate nel lago di Bracciano, tramite il Fosso Casacci, con lo scopo di aumentarne il livello. Si tratta del nuovo acquedotto Alsietino, così denominato su una pianta del 1830 che rende noto il suo percorso. Esso servì ad assicurare l’introduzione di acqua nel condotto dell’acqua Paola, per mezzo dell’edificio di presa nel lago di Bracciano, a vantaggio delle mole sul Gianicolo, da come ci ricorda la mappa stessa e la lapide commemorativa apposta sul secondo castello dell’acqua di Anguillara Sabazia.
Le recenti indagini e la lettura dei documenti dell’epoca hanno permesso di determinare alcune questioni presentate in passato in modo semplificato e poco dettagliato.
Innanzitutto il nuovo acquedotto Alsietino venne realizzato in due tempi: nel 1825 venne captata solo l’acqua dal lago di Martignano, poi, nel 1830, fu realizzato un prolungamento del cunicolo fino al lago di Stracciacappa e un nuovo emissario nel lago di Martignano, probabilmente per via dell’abbassamento eccessivo del livello che rendeva impossibile l’introduzione dell’acqua nell’emissario del 1825. Purtroppo non è stato possibile individuare l’incile di Martignano del 1825 a causa delle manomissioni del terreno avvenute in poco meno di 200 anni di attività agricole, ma si pensa che fosse ad una quota superiore di oltre 10 m rispetto all’incile del 1830.
Il prosciugamento andava a vantaggio dell’agricoltura e dell’allevamento fornendo nuove terre per le coltivazioni e per il pascolo.
Nei pressi del nuovo acquedotto Alsietino è stata individuata la Grotta dei Pescatori segnata sulla mappa del 1830, si tratta di un complesso di cavità artificiali realizzate in un momento imprecisato.
Le uniche indagini note nel nuovo acquedotto Alsietino sono state svolte da L. Ferri Ricchi che esplorò il condotto nei primi anni Settanta del Novecento e ottenne l’incarico di produrre una documentazione dal Consorzio per la Bonifica dell’Agro Romano, ma il ricercatore sostenne che furono i proprietari dei terreni attigui al lago di Martignano a decidere di abbassarne il livello per ampliare la superficie da sfruttare a fini agricoli, ma l’aumento della superficie coltivabile fu la conseguenza e non la motivazione dell’opera. Inoltre ci sono delle imprecisioni, sebbene minime, nelle date.
La suddetta pianta del 1830 venne pubblicata da D. Cavallo che la cita, forse equivocando, a proposito dell’acquedotto Alsietino del 2 a.C. generando un po’ di confusione.
G. Pintus e G. Politi attribuirono, erroneamente, la realizzazione del condotto per captare le acque del lago di Stracciacappa al 1826 e riportarono un’inesattezza sostenendo che l’opera servì a mantenere costante il livello del lago di Martignano. Inoltre, le acque raccolte dai laghi di Stracciacappa e Martignano non entravano direttamente nell’acquedotto Traiano-Paolo e soprattutto non ci sono riscontri nel fatto che le acque riprendessero l’antico percorso dell’Alsietino in località Pollina. Le loro affermazioni sembrano, tra l’altro, in contrasto con quanto dichiarato da P. Bondi nel testo al quale i due autori fanno riferimento.
Secondo E. Burri, l’alveo di Stracciacappa venne bonificato in periodo classico e il drenaggio dell’Ottocento era una reiterazione di un precedente intervento, ma non si conoscono le fonti di questa teoria. L’autore, inoltre, confonde l’incile di Martignano con quello di Stracciacappa: nelle didascalie delle foto 10 e 11 del suo articolo riporta la dicitura “incile del lago di Stracciacappe”, invece è quello di Martignano del 1830.
Il nuovo acquedotto Alsietino è stato rilevato da Loredana Fauci, Elena Felluca e Tullio Dobosz e sarà presto oggetto di una pubblicazione dettagliata ad opera di chi scrive.
Si ringrazia l’Agriturismo il Castoro per aver agevolato le ricerche nel tentativo di individuare l’incile di Martignano del 1825.

Elena Felluca

Fonte

Bibliografia dei testi citati nell’articolo:

Burri, E.
2006 L’antico emissario del lago di Martignano, in L. Lombardi, G. Lena, G. Pazzagli (a cura di), Tecnica di Idraulica antica. Le opere di captazione: dighe, cunicoli, esautori, ieri e oggi, Roma 7-8 settembre 2006, pp. 181-192. Roma, La Sintesi.
Cavallo, D.
1992 Via Cassia I-Via Cimina, Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, Libreria dello Stato.
Ferri Ricchi, L.
2001a Clima e storia, Racconti on line tratti dal libro di Lamberto Ferri Ricchi, www.lambertoferriricchi.it/test2//wp-content/uploads/2015/01/pdf/CLIMA_STORIA.pdf
2001b La foresta di pietra, Racconti on line tratti dal libro di Lamberto Ferri Ricchi, www.lambertoferriricchi.it/test2//wp-content/uploads/2015/01/pdf/MARTIGNANO.pdf
2012 La foresta di pietra, Mondo sommerso, n. 4 aprile 2012, pp. 114-119.
Pintus, G. – Politi, G.
1996 Il cunicolo dell’acquedotto Alsietino, Speleo Club Roma.

Il nuovo acquedotto Alsietino, incile del lago di Martignano del 1830.
Il nuovo acquedotto Alsietino, incile del lago di Martignano del 1830.
Il nuovo acquedotto Alsietino, particolare interno
Il nuovo acquedotto Alsietino, particolare interno
Il nuovo acquedotto Alsietino, sbocco nel Fosso Casacci.
Il nuovo acquedotto Alsietino, sbocco nel Fosso Casacci.

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