Solo un breve flash dagli speleologi del Gruppo dei Barbastrji di Marostica che in queste ore stanno documentando e studiando l’assorbimento carsico delle grotte della Val Lastaro, Comune di Conco (VI).
Un bacino idrografico complesso che comprende la Val Biancoia e la Val Lastaro, scarica le sue acque negli inghiottitoi attivi posti a poche decine di metri dall’abitato di Lastaro. Qui i torrenti prendono vie profonde e percorrono, secondo gli speleologi, almeno 5 chilometri e 800 m di profondità, per poi andare a riemergere in risorgenti come quelle di Oliero. Contrariamente a tante altre zone dell’Altopiano, non sappiamo quasi niente del sottosuolo della Val Biancoia e della Val Lastaro; è bianca la carta geografica ipogea di questo settore dell’Altopiano eppure qui si manifesta un fenomeno carsico che non ha confronti ed ha il potenziale per spalancare le porte verso grandi ed estesi abissi.
E’ un piccolo Timavo d’altopiano quello che si è risvegliato anche in questi giorni di emergenza idrologica, misterioso proprio come il mitico fiume che scorrendo sotto il Carso ha fatto nascere la speleologia diventando il padre di tutti i fiumi della notte.
Gli speleologi marosticensi da qualche mese sono impegnati nello studio ed esplorazione del sistema profondo Lastaro/Biancoia, non solo attraverso l’esplorazione in grotta ma anche con la documentazione dei fenomeni idrologici che hanno dato origine a queste cavità e continuano a determinarne l’evoluzione. Non si tratta solo di sapere cosa c’è sotto i nostri piedi ma anche come i fenomeni naturali che riguardano la superficie siano collegati con le dinamiche del sistema profondo delle grotte. Nelle ultime ore gli speleologi dei barbastrji hanno documentato ed osservato l’evolversi di una Val Lastaro particolarmente colpita dal picco di pioggia che in pochi minuti ha allagato vaste aree principalmente adibite a pascolo ed innescato copiosi torrenti che hanno trovato sfogo nelle grotte e doline in prossimità del centro abitato. Queste grotte dunque funzionano un po’ come ammortizzatori per quelle precipitazioni che altrimenti causerebbero la sommersione di molte aree abitate. Potremmo dire che le grotte di Lastaro di cui così poco sappiamo, sono la salvezza della valle che altrimenti funzionerebbe come un catino impermeabile nel quale confluiscono ben due bacini idrografici. Merita dunque saperne un po’ di più.
Per approfondimenti: http://www.speleologia.biz/
Valentina Tiberi
Gruppo Speleologico CAI Marostica i barbastrji

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