Al festival “SCIENZA UNDER 18″ di Monfalcone, gli studenti dell’Istituto Tecnico Agrario G. Brignoli di Gradisca d’Isonzo hanno presentato un progetto di studio delle acque carsiche dei laghi di Doberdò e di Pietrarossa. Con il “Progetto G.L.O.B.E. sono state condotte diverse campagne di monitoraggio chimico-fisico e biologico delle acque, nonché osservazioni ed analisi delle comunità vegetali. Lo studio comprende anche molti aspetti del reticolo idrografico sotterraneo isontino.

Plastico delle acque sotterranee realizzato dall'istituto Agrario
Plastico delle acque sotterranee realizzato dall'istituto Agrario

Il “Progetto G.L.O.B.E. – Il cambiamento climatico e il Lago di Doberdò: possibili scenari di un ecosistema a rischio”
GRUPPO DI PROGETTAZIONE P.O.N. – CLASSI DEL BIENNIO – ISTITUTO TECNICO AGRARIO “G. BRIGNOLI” – GRADISCA D’ISONZO (GO)

Da cinque anni l’Istituto Agrario di Gradisca partecipa attivamente al Progetto G.L.O.B.E. (Global Learning and Observations to Benefit the Environment), un programma internazionale di educazione scientifica e ambientale che promuove la collaborazione tra studenti, insegnanti e scienziati impegnati in attività pratiche di osservazione, analisi e monitoraggio di aria, acqua, suolo e biosfera al fine di comprendere e valutare il trend evolutivo climatico del nostro pianeta.

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L'istituto Agrario di Gradisca al Festival Scienza Under 18

Le attività progettuali hanno avuto come oggetto di studio il Lago di Doberdò e i possibili effetti che il cambiamento climatico globale sta determinando, a livello locale, sulla dinamica naturale di questo fragile e ricco ecosistema acquatico. Il Lago di Doberdò assieme al vicino Lago di Pietrarossa costituiscono un sistema idrogeologico di laghi carsici unico in Italia, e per questo oggetto di salvaguardia e tutela, dal 1996 Riserva Naturale Regionale e dal 2000 SIC della rete europea Natura 2000.

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Plastico dei laghi carsici
Questi laghi si raccolgono in due polje, depressioni di origine tettonica, e sono alimentati da risorgenti poste lungo le sponde nord-occidentali, le cui acque derivano da spandimenti laterali della falda isontina (80%) e dalle precipitazioni (20%).
Le acque scorrono sulle piane alluvionali dei due laghi per poi ritornare nel reticolo idrografico sotterraneo attraverso degli inghiottitoi, posti alle estremità sud-orientali dei due bacini lacustri.
Sono state condotte diverse campagne di monitoraggio chimico-fisico e biologico delle acque, nonché osservazioni ed analisi delle comunità vegetali.

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Inghiottitoio in regime di magra

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Analisi chimica dell acque
Dal 2000 ad oggi la temperatura media dell’aria è aumentata, nel settore orientale del Friuli Venezia-Giulia, di circa 1°C, con una riduzione, in poco più di cinquant’anni, del 22% delle precipitazioni ed un abbassamento generalizzato delle falde freatiche di 5-10 cm all’anno. Fino a una trentina di anni fa le precipitazioni seguivano una regolarità stagionale garantendo un allagamento della piana del lago dall’autunno fino alla primavera, quando le acque cominciavano a defluire lentamente attraverso gli inghiottitoi; i regimi di magra che, una volta erano limitati al periodo tardo primaverile-estivo, ora interessano anche ad altri periodi dell’anno. Eventi di siccità prolungata stanno, perciò, modificando significativamente il ciclo intermittente di riempimento di questo lago carsico, in fase di parziale senescenza, accelerando, con il permanere dei periodi di magra, il suo naturale processo di interramento. L’aumento delle temperature medie estive-autunnali sembra, infatti, contribuire alla diffusione incontrollata di piante aliene invasive che da un lato incrementano la necromassa in decomposizione nel lago e dall’altro minacciano la biodiversità delle specie vegetali autoctone. Lunghi periodi di magra possono costituire, inoltre, una fonte di disturbo per la comunità dei macroinvertebrati bentonici, un anello fondamentale della catena trofica a livello del fondo, che non sarebbe più in grado di consumare in modo efficiente, il detrito organico vegetale, contribuendo ulteriormente all’accumulo di fitomassa.
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Analisi dei macroinvertebrati bentonici

L’aumento della temperatura sembra modificare anche i cicli biologici degli insetti della comunità macrobentonica, anticipandone lo sfarfallamento primaverile e quindi l’abbandono precoce dell’ecosistema acquatico. Le temperature basse e costanti delle acque che alimentano il lago tendono, al contrario, a limitare l’azione mineralizzatrice dei batteri, contribuendo ulteriormente all’accumulo di fitomassa; tutto questo è in accordo con i risultati delle analisi chimico-fisiche delle acque che non evidenziano mai valori eccessivamente elevati di nutrienti inorganici disciolti.
L’abbandono di alcune pratiche agricole come il taglio periodico delle piante palustri (canneto e cariceto anfibio), le profonde modificazioni all’assetto idraulico del sistema idrogeologico dei laghi carsici (bonifica del Lago di Sablici e incanalamento delle acque del Lago di Pietrarossa) e gli aumentati prelievi della risorsa idrica sotterranea (pozzi carsici) stanno accelerando assieme ai cambiamenti climatici il processo di “svuotamento” e/o interramento naturale del lago e quindi la sua estinzione.

Gli scenari futuri che un clima alterato serba per un ecosistema fragile come questo dipendono dalle strategie di intervento che prevediamo di adottare. Possono essere attuate operazioni dirette o indirette per tutelare gli ecosistemi a rischio come il Lago di Doberdò. Gli interventi diretti necessitano una mobilitazione istituzionale, mentre ciò che ognuno di noi può fare è tutelare l’integrità ecosistemica attraverso l’impegno di vivere in modo più eco-compatibile.

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