Negli anni 2013 e 2014 speleologi del Gruppo Grotte del CAI di Novara e di Biella, dopo la scoperta di Effimera la grotta Glaciale più lunga dell’arco alpino (oltre 700 m di sviluppo, 78 metri di profondità) hanno proseguito nella sistematica esplorazione del ghiacciaio.

Sono state scoperte ed esplorate, tra grandi e piccole, 14 grotte nuove grotte. L’aspetto è molto vario: si va da insignificanti budelli a alti pozzi sotto cascata, meandri allagati, laghi e mulini glaciali.
Molto interessante si è mostrato il Sistema Zamboni, che si apre presso l’omonimo rifugio, una grotta lunga all’incirca 500 m, collegata all’esterno grazie a 5 pozzi a cielo aperto; la forra glaciale è percorsa da un impetuoso torrente proveniente dal lago delle Locce, torrente che poi si getta con una rumorosa cascata proprio al centro del ghiacciaio: qui, per motivi di sicurezza, si sono fermate le esplorazioni. Non mancano laghi e cascatelle interne.
Un tracciamento multiplo delle acque ha fatto sorgere l’ipotesi che proprio in corrispondenza del Rifugio Zamboni la base del ghiacciaio ospiti una cospiqua falda idrica.
Un’ultima curiosità: la Grotta Effimera gode tuttora di ottima salute, anche se è attualmente irraggiungibile dall’esterno a causa del restringimento dei vani laterali che ne permettevano l’accesso.
Il risultato delle ricerche svolte in questi anni verrà presentato al prossimo congresso nazionale di speleologia che si terrà a fine maggio in Campania.
Ricordiamo che la visita delle grotte glaciali presenta sempre un certo grado di pericolosità.

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