Ultimo fine settimana dedicato alla risalita di un camino di 86 metri nel Buco del Latte, con un potenziale esplorativo notevole, rivisitato dopo una decina d’anni dalle prime spedizioni speleologiche lombarde. Andrea Maconi racconta le ultime novità

Sabato 22 gennaio punta esplorativa di Felicita Spreafico e Andrea maconi che in due risalgono un camino di 86 metri all’interno del “Buco del Latte” sul Pian del Timavo, una grotta con un grande potenziale esplorativo, forse gemello del complesso Fornitori – Stoppani – Tacchi – Zelbio che costituisce uno tra i maggiori sistemi sotterranei italiani.
Il Buco del Latte sul Pian del Tivano (CO) è stato reso accessibile dal G.G. Milano e S.C. Erba nel 2011 a seguito di scavi che si sono succeduti per decenni ad opera di speleologi di vari gruppi. Nel corso del medesimo anno, con una serie di rapide punte veniva esplorata sino alla profondità di -427 metri, trovando un collettore e due sifoni nelle gallerie finali, da speleologi della A.S. Comasca, G.G. Saronno e S.C. Orobico.
La zona finale tuttavia è stata oggetto solo di tre punte esplorative, di cui due svoltesi ad inizio 2020, che avevano permesso di verificare alcune risalite, senza notevoli risultati.
In quell’occasione si era proceduto al rilievo del ramo di Conan a -330 metri di profondità, esplorato in solitaria da Daniele Bassani (A.S. Comasca) che sicuramente costituisce una delle gallerie più belle dell’area.
Il potenziale esplorativo della grotta è notevole, in quanto potrebbe costituire un complesso gemello di quello di Fornitori – Stoppani – Tacchi – Zelbio, solo che con potenziale ancora maggiore.

Andrea Maconi nella sua cronaca racconta:
“Sabato mattina 22 gennaio Felicita Spreafico (S.C. CAI Erba) ed io (Andrea Maconi G.G. Milano CAI SEM) siamo entrati belli carichi, con anche un po’ di corde per eventualmente sostituire quelle sotto il P103, che però erano integre, e quindi abbiamo riportato anche fuori.
Abbiamo anche con noi la muta perché volevo arrampicare il camino nel ramo di Conan, ma poi è mancato il tempo.
Sotto il P103 abbiamo riposizionato le corde che erano state tirare su contro le piene.
Giunti a -420m ci siamo attivati, iniziando a fare la risalita a destra.
La roccia è marcia e ho faticato a salire una dozzina di metri per verificare un camino, che però stringe in fessura.
Abbiamo quindi cominciato l’arrampicata del camino a sinistra.
Ai tempi della prima esplorazione Conan aveva arrampicato e disarrampicato in libera i primi 30m fermandosi sotto un tratto più verticale.
Ora è tornato il momento di rivedere il luogo a distanza di 11 anni!
Salgo i primi 30m, tentando di emulare le gesta di Conan, ma senza riuscirci: devo posizionare 3 fix.
Parte il tratto verticale su colate, bello, con roccia buona.
Si sale rapidamente arrampicando. La corda da 70m finisce, la roccia peggiora e diventa il solito marciume tivanico.
La corda da 30m finisce e saliamo portandocela dietro pensando a fare doppie al ritorno.
Continuiamo la salita del camino.
Arrivo in cima praticamente con l’ultimo metro di corda: alla fine sono 82 metri di camino! S
opra c’è una arrampicatina stupida di 3 metri ma con un massone instabile di 1.5m.
Tento di capire quanto instabile, ma alla fine mi sembra una cavolata superarlo anche perché si rischia di cadere giù dal pozzo.
Sopra tra l’altro sembra solo una frattura occupata da sassoni. Il pozzo è in sostanza una faglia.
Decido allora per il disarmo: con un bel po’ di doppie torniamo giù al fondo.
Ricarichiamo le sacche in spalla e inizia la risalita.
Dormiamo circa 20 minuti ma poi il freddo prende il sopravvento…
Siamo fuori dopo 23 ore di grotta. Anche oggi non si è riusciti ad entrare nel collettore di nord del Pian del Tivano, accidenti!
Andrea Maconi
INGRIGNA!

Di

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *