Montagne Meridiane a Genova

Da sempre l’uomo ha guardato al cielo per orientarsi nel tempo e nello spazio: sapevi che alcune montagne sono state usate come vere e proprie meridiane naturali? Una conferenza ci porterà in un viaggio alla scoperta di questi affascinanti orologi di pietra.

L’Associazione Ligure Astrofili Polaris propone venerdì 14 febbraio 2025 alle ore 21:00 presso la sede di Genova, Salita Superiore della Noce 27 cancello, un interessante incontro con due relatori di eccezione, Mario Codebò ed Henry De Santis: “Montagne meridiane”.

Montagne meridiane: cosa sono?

Le montagne meridiane sono rilievi naturali che, visti da una determinata posizione, segnano il passaggio del Sole a particolari momenti dell’anno, come i solstizi o gli equinozi. In passato, quando non esistevano orologi, le popolazioni antiche usavano questi riferimenti naturali per scandire il tempo e orientarsi.

Le montagne meridiane erano particolarmente importanti in contesti archeoastronomici, perché permettevano di determinare date cruciali per l’agricoltura, i riti religiosi e l’organizzazione sociale. Osservando il punto in cui il Sole sorgeva o tramontava rispetto a una vetta specifica, le comunità potevano prevedere l’arrivo di stagioni o momenti speciali dell’anno.

Montagne meridiane: alcuni esempi

Esempi di questo fenomeno sono in Sud Tirolo, dove alcune cime sono allineate con il percorso del Sole in modo tale da funzionare come un orologio naturale. Le Cime 10, 11 e 12 della Rojental (Val Roja), situate nei pressi del confine tra Italia e Austria, sono allineate in modo tale che il sole, in particolari momenti dell’anno, si trovi esattamente sopra di esse quando osservato da specifiche posizioni nella valle.

Questa caratteristica ha probabilmente permesso alle popolazioni antiche di utilizzare le montagne come un calendario naturale, segnando eventi astronomici significativi come i solstizi e gli equinozi.

Anche in Liguria esistono alcune montagne che potrebbero essere considerate “meridiane”, punti di riferimento naturali utilizzati in passato per determinare il tempo e l’orientamento astronomico.

Uno degli esempi più noti è il Monte Bego (anche se si trova nelle Alpi Marittime, al confine tra Liguria e Francia); è celebre per le incisioni rupestri della Valle delle Meraviglie, risalenti alla preistoria, che potrebbero avere significati astronomici legati al ciclo del Sole e della Luna.

Un altro possibile esempio è il Monte Beigua, che fa parte del Parco Naturale del Beigua ed è stato un punto di riferimento per diverse popolazioni antiche. Il Beigua è anche un sito riconosciuto dall’UNESCO come Geoparco, e alcuni studi suggeriscono che la sua posizione e il suo profilo potrebbero essere stati utilizzati per osservazioni astronomiche.

Infine, alcune ricerche legate all’archeoastronomia in Liguria stanno esaminando il ruolo di altri rilievi, come il Monte Ramaceto o il Monte Fasce, nella misurazione del tempo attraverso il movimento del Sole.

Naturalmente, le Montagne meridiane sono in tante altre parti del mondo, come nei siti megalitici di Stonehenge o Machu Picchu, esistono esempi simili di orientamento basato su rilievi naturali.

E proprio Stonehenge è un po’ il luogo di nascita” dell’Archeoastronomia.

Cos’è l’archeoastronomia?

L’archeoastronomia è un ramo della ricerca scientifica archeologica che studia le conoscenze astronomiche, acquisite con metodi propri, dalle popolazioni preistoriche, protostoriche, classiche, tardo-antiche e medioevali. Studiando il sito, infatti, nel XVIII secolo Stukeley e Wood si sono resi conto che l’asse principale del sito megalitico di Stonehenge è rivolto verso il sorgere del sole al solstizio d’estate.

Fin dal Paleolitico, l’uomo ha osservato il cielo per misurare il tempo, orientarsi nello spazio e sviluppare calendari agricoli e religiosi.

In Liguria da anni operano Archeoastronomia Ligustica, di Mario Codebò ed Henry De Santis, (www.archaeoastronomy.it)  e l’Associazione Ligure per lo Sviluppo degli studi Archeoastronomici (A.L.S.S.A.), con Giuseppe Veneziano (Osservatorio Astronomico di Genova). Altre ricerche sono state condotte nel tempo da Luigi Felolo ed Enrico Calzolari.

San Lorenzo – M. Abisso

Il nome di Enrico Calzolari si sposa al fenomeno della «farfalla dorata» a Monti di San Lorenzo, sul monte Caprione nel comune di Lerici, vicino a Spezia: qui, negli anni  Novanta, è stato scoperto un sito megalitico che ogni anno, al solstizio d’estate, regala un allineamento luminoso in un’area dove residuano i ruderi della chiesa di San Lorenzo, risalente al XII secolo, e un complesso megalitico di epoca preistorica. Nei blocchi di pietra, gli ultimi raggi del sole attraversano una fessura formata dalle rocce e proiettano l’immagine di una perfetta farfalla di luce su un monolite che si trova di fronte. Oggi gli studi sono portati avanti da Andrea Calzolari.

Farfalla dorata – M. Abisso

La conferenza

I relatori Mario Codebò ed Henry De Santis, esperti in archeoastronomia, guideranno il pubblico in un affascinante viaggio nel passato. L’uomo, sin dall’antichità, ha scandito il tempo osservando il paesaggio e gli astri, facendo riferimento a punti caratteristici dell’orizzonte dove il Sole culminava in determinati momenti dell’anno. Questo metodo, utilizzato in epoche in cui gli orologi non esistevano o erano un lusso, ha permesso alle civiltà antiche di stimare con precisione le ore del giorno e particolari posizioni astronomiche.

La conferenza esplorerà diversi siti montuosi e paesaggi che hanno avuto un ruolo cruciale nella misurazione del tempo e nell’orientamento astronomico. Un viaggio attraverso la storia e l’etnologia del passato, alla scoperta di conoscenze che ancora oggi lasciano tracce visibili.

Appuntamento, quindi, presso l’Associazione Ligure Astrofili Polaris per “Montagne meridiane”, venerdì 14 febbraio 2025 alle ore 21:00.

L’evento è aperto ai soci dell’Associazione.

Salita Superiore della Noce 27 (cancello), Genova, Italy

tel. 346 240 2066
Email: info@astropolaris.it
Facebook: AstroPolaris Genova

Marina Abisso – Speleo Club Ribaldone

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