Retorica, quanta retorica. Editoriale. Citazioni. Recitazioni. Preghiere. Bestemmie.
Sta finendo una giornata amara da mandare giù, un altro Esploratore del buio se ne va, un altro speleosub morto in Francia che oggi viene trovato dopo una settimana di tentativi, forzare strettoie sommerse e instabili, scavare dall’alto con una grande ruspa, e soccorritori arrivati da mezza Europa, gente che rischia sulla propria pelle nel nome di un Mutuo Soccorso: se domani tocca a me, tu domani mi verrai a prendere e a tirare fuori.
Grazie ragazzi per averci provato, comunque, sempre, oltre ogni limite.
Abbiamo ormai dei soccorritori così forti che sono sicuro che il giorno che rimarrò infilato da qualche parte con una spalla rotta, quel giorno vedrò una faccia infangata e sorridente che parlerà un dialetto strano e mi dirà: “dai che adesso usciamo, hai finito di riposarti, voglio vedere che ci scrivi stavolta sulla Scintilena…”, lo so, qualcuno mi tirerà  fuori, rotto come un fiasco, venisse anche dalla Lombardia o dal Veneto, ma qualcuno mi caccerà  fuori.
E insieme un popolo multietnico, dalla Francia, all’Italia, alla Svizzera, Germania, Inghilterra, Spagna, Ungheria, Polonia, Russia che attende con trepidante attesa e assurda ostinazione che può essere ancora vivo uno “sconosciuto” giù nella grotta allagata, quello per cui sono partiti anche dalla Puglia per andarlo a tirare fuori, vivo. Volevamo tirarlo fuori vivo.
E’ la speleologia subacquea che reclama ancora una volta il prezzo dell’esplorazione, una attività rischiosa ed estremamente affascinante, e siamo qui stanotte a pensare al nostro amico sconosciuto morto in una grotta allagata, in un buco giù lontano 900 metri, a più di mille chilometri da qui.
Speleologia subacquea. E una volta l’ho chiesto ad un amico speleosub che di tragedie gliene sono capitate un paio tra le mani, era lo scorso raduno di Casola a pochi giorni dall’ultimo speleosub morto, e certo che ti ricordi se stai leggendo, e mi hai detto “no, non lascio, perché è troppo bello, è la mia vita, è la cosa più bella che possa esistere” e si è consapevoli del rischio, ma lei, la Grotta, è più forte di tutto.
Strana la vita, strano il sentirsi vicino in tempo reale agli amici di Eric, ai compagni di grotta. Eravamo pronti a gioire, del salvataggio impossibile, della salvezza oltre un limite inesplorato, e domani mattina gioiremo, invece; tutto il mondo gioirà domani mattina presto quando da un buco di diverse centinaia di metri incominceranno ad uscire fuori uno ad uno i minatori cileni rimasti bloccati all’interno di una miniera.
Strana la vita, strano il destino degli uomini che per campare rischiano di fare la fine del sorcio a scavare minerali in un posto di merda, lontano dal sole e dalla superficie della terra.
Strana la vita di noi che per passione ci andiamo ad infilare in un buco lontano dal sole, a rischiare di fare la fine del sorcio in un posto così ostile.
Vallo a raccontare domani mattina ai tuoi colleghi di lavoro, vallo a raccontare e spiegare perchè sei speleologo, perchè la roccia profonda ti prende così e ti tira giù, a vedere che cosa c’è la sotto, cosa c’è dopo, vallo a raccontare che la sotto c’è vuoto, che si va a cercare il Vuoto. “Ma che ci trovate quando arrivate giù, che c’è li sotto, cosa ci sta dentro le grotte?” Niente, non c’è niente da trovare la sotto, se non SE STESSI, se non una cosa meravigliosa che si chiama Vuoto, buio, notte, silenzio, armonia, ventre della terra, senso di eterno, magico, immaginario, un posto che non c’è, la notte senza stelle, i fiumi della notte, le radici del cielo, l’Infinito, l’insondabile, l’Eterno, la pace, la quiete, la parte interna della sorgente, le acque profonde, l’inesplorato, il mistero, il mai visto, il mai illuminato, il possibile e l’impossibile.
Raccontalo domani a quello che al bar ti dice “Hai sentito di quello li in Francia?” (che significa: “allora testadicazzo hai sentito che quello è morto? E allora perchè continui a fare queste cose, perchè continui a rischiare pure tu, chi te lo fa fare, hai una famiglia, hai le tue responsabilità, cresci un pò e smetti di giocare che poi ci lasci le penne, eh, allora, che mi dici a tua discolpa?”).
Non riuscirai a spiegarlo, domani. Non si può spiegare se non con il cuore cos’è questa smania che ho di infilarmi li dove soffia tutta quell’aria. Non riesco a dire e a capire neanche a me stesso cos’è Quella Cosa che mi spinge così in mezzo alla roccia, a sporcarmi, a faticare, a fare uno sbocco, ad essere stremato di sudore, freddo, acqua, fango, fame, sonno.
Strana la vita, strano che per sentirsi VIVI, sentire che l’aria riempie i polmoni, bisogna arrivare così tanto vicino ad un posto lontano dal sole. Strano che si chiama grotta il buco fetido di domenica prossima come si chiama grotta anche l’Abisso Ancona di Frasassi, o la Risalita dei Lucchesi, e strano che mi chiamo speleologo io Scatolini come si chiamano speleologi gli Esploratori, i Guidotti, Rivadossi, Benassi, Badino, Sauro, strano avere in testa tutti un casco e una luce e andare sottoterra e sentirsi per questo diversi, certamente diversi dai cileni che stanno li dentro in miniera, pure loro un casco e una luce in testa, ma loro sono diversi, si, sicuro, non sono speleologi.
Chissà se hanno saputo del francese, chissà cosa si aspettano domani, quando usciranno da un buco di merda per ritrovarsi di nuovo nella loro vita di merda, perchè è brutto dirlo, ma un minatore cileno sicuramente fa una vita di merda anche quando sta in superficie, tra baracche di cartone e lamiera e per tetto la pubblicità della Pepsi, a sfondarsi il fegato di pessima grappa fatta in casa. Strana la vita degli speleologi, che non sono minatori, ben diversi dai minatori cileni, ma che parecchi ne vedi a sfondarsi il fegato con grappa fatta in casa a dormire per terra dentro due pezzi di stoffa tenuti in piedi da quattro bastoncini, una roba che amiamo definire “una tendina tecnica con il doppio telo”.
Domani usciranno dal buco, vivi, e il mondo sarà a festeggiarli, e il Cile si sentirà una nazione forte e grande. Noi potremo festeggiare, una volta si festeggia, una volta invece ci si deve leccare le ferite.

Tutto questo succede, in un qualche posto del mondo, a migliaia di chilometri da qui, a migliaia di chilometri dal corso di primo livello che inizia giovedì qui a Narni, eppure il mondo va a rotoli senza sapere da che parte rotola, a rincorrere dietro a pubblicità, a tirare bestemmie durante le cazzate sentite al telegiornale, a sentire di militari italiani che vanno a bombardare un popolo affamato che si sta difendendo in casa dall’invasione straniera, convinti che con la croce in testa e il fucile in braccio noi siamo i più forti, i più bravi, i più buoni, ma ti ammazziamo, perchè tu sei cattivo. E’ tutto un casino, un vivere in fretta di corsa, senza sapere dove si sta correndo. E perchè io dovrei sapere e spiegare perchè vado a rotolarmi giù dentro il vuoto della terra, se tanto anche fuori nessuno sa spiegarsi dove cazzo va correndo?
Strana la vita.
Andrea Scatolini

A Eric
Preghiera dello Speleologo
Signore, ti ho cercato tra le vette e gli abissi
e dovunque ho trovato palese il tuo segno.
Ma quaggiù più che mai la mia anima
è piena della tua pace.

Dammi, o Signore, la buona ventura,
ma se mi accadesse di perdere la vita che mi donasti,
fa che io riposi per sempre in questo incantato silenzio”.

MARCEL LUBENS

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