Un percorso tra ghiaccio e roccia per scoprire i segreti del sottosuolo

Un appuntamento annuale per gli speleologi

La prima settimana di gennaio ha visto lo svolgersi del consueto campo invernale del progetto Piani Eterni, un appuntamento che attira speleologi da diverse regioni, desiderosi di confrontarsi con le sfide offerte da questo vasto complesso carsico situato nelle Dolomiti Bellunesi.

Anche quest’anno, i partecipanti dell’Unione Speleologica Pordenonese CAI hanno preso parte alle esplorazioni, affrontando difficoltà ambientali e tecniche in un contesto unico.

Il campo invernale si è svolto in condizioni climatiche rigide, tipiche di alta montagna in questa stagione, con temperature gelide e un percorso di accesso impegnativo.

Per raggiungere l’area esplorativa, gli speleologi hanno dovuto affrontare un dislivello di 1100 metri, una salita definita da molti come un “purgatorio” prima di accedere al paradiso innevato dei Piani Eterni.

Gli obiettivi delle squadre di esplorazione

Due squadre miste hanno partecipato alle attività di quest’anno, concentrandosi su obiettivi specifici all’interno del complesso.

La prima squadra, composta da Gianmarco, Filippo, Daniel, Mattia e Christian, ha lavorato nella forra che si sviluppa alla fine del Bacino Caliente, nei pressi di Samarcanda.

L’obiettivo principale era quello di esplorare nuovi percorsi e completare il rilievo dell’area. Durante l’esplorazione, il gruppo ha raggiunto un grande pozzone che, invece di aprire nuove vie, si è ricollegato a rami precedentemente mappati e conosciuti.

Nonostante la delusione iniziale, il team ha completato con successo il rilievo dell’intera forra, ritenendo l’esperienza complessivamente positiva.

L’altra squadra, composta da Alvise, Daniele, Ennio, Fabrizio e Saverio, si è dedicata all’area di Dolina Verde, con l’intento di continuare l’esplorazione delle risalite e di rilevare nuove sezioni.

Anche in questo caso, il pozzo individuato ha portato al ricongiungimento con percorsi principali già esplorati in passato.

Nonostante questo, la missione è stata portata a termine, contribuendo a una mappatura più precisa e dettagliata del sistema.

Le difficoltà dell’inverno sotterraneo

Una delle sfide principali dell’esplorazione nei Piani Eterni durante l’inverno è rappresentata dalle condizioni climatiche estreme.

L’inversione termica che caratterizza le notti in montagna rende impossibile lasciare la grotta tra mezzanotte e le prime ore del mattino, poiché le temperature scendono drasticamente al di sotto dello zero.

Per questo motivo, la seconda squadra ha trascorso la notte all’interno del sistema sotterraneo PE10, sfruttando la temperatura relativamente stabile offerta dalla grotta, che si mantiene intorno a un grado sopra lo zero.

Nonostante la mancanza di un campo base attrezzato, i partecipanti hanno trovato modi per riposare e affrontare il freddo, facendo tesoro delle risorse accumulate nei giorni precedenti.

Alle 10 del mattino, il gruppo è riemerso dalla grotta e ha raggiunto Casera Campotorondo, dove ha potuto recuperare un po’ di calore prima di concludere ufficialmente il campo invernale.

La complessità del sistema dei Piani Eterni

Il complesso dei Piani Eterni rappresenta una delle aree carsiche più affascinanti e articolate delle Dolomiti.

Con un’estensione notevole e un insieme di gallerie, pozzi e passaggi che si intrecciano a diverse profondità, il sistema continua a offrire spunti per nuove esplorazioni.

Gli speleologi che vi partecipano descrivono il contesto come un luogo che alterna grandi ambienti, con pareti imponenti e vaste sale, a passaggi stretti e sabbiosi che richiedono abilità tecniche e resistenza fisica.

Ogni esplorazione contribuisce a una conoscenza più approfondita del sistema, che negli anni è diventato un punto di riferimento per la speleologia italiana.

Prospettive future

Con la chiusura del campo invernale, il lavoro del progetto Piani Eterni non si ferma.

I dati raccolti durante le esplorazioni saranno analizzati e integrati con le mappe esistenti, contribuendo alla comprensione di uno dei complessi carsici più rilevanti del nostro territorio.

L’attività speleologica richiede una pianificazione attenta e un lavoro di squadra continuo, e gli speleologi coinvolti nei Piani Eterni si preparano già per le prossime sessioni di esplorazione, che potranno avvenire in condizioni climatiche più favorevoli.

L’obiettivo rimane quello di ampliare la mappatura e scoprire nuovi percorsi che possano arricchire ulteriormente la conoscenza del sistema.

Ogni missione rappresenta un passo avanti nella comprensione di un mondo sotterraneo ancora in parte inesplorato, ma che continua a rivelarsi ricco di sorprese e di sfide per chi decide di affrontarlo.

Fonte: https://www.facebook.com/share/18XuhZJmTq/?mibextid=wwXIfr