Il Bus del Diaol è una delle grotte storiche del Trentino; conosciuta “da sempre” è spesso utilizzata per accompagnamenti e prime uscite di corso, grazie al suo andamento suborizzontale ed alla quasi totale assenza di passaggi impegnativi.
Il punto terminale della grotta ha sempre attirato l’attenzione di quanti lo raggiungevano perchè era costituito da un enorme accumulo di sabbia che ostruiva una galleria in discesa con il soffitto modellato da numerosi e grandi scallops, segno inequivocabile del passaggio di acqua in forte pressione. In questo punto in più riprese nel passato sono stati fatti dei tentativi di scavo da parte di alcuni gruppi trentini, ma senza successo se non quello di portare il fondo conosciuto “qualche metro più in là”.
Nel febbraio di quest’anno, grazie alla testardaggine di alcuni soci del Gruppo Speleologico Trentino e al lavoro congiunto di molte altre persone di vari gruppi (oltre a molti collaboratori occasionali), si è realizzato il sogno: dopo un paio di anni di lavoro, numerose uscite, molti secchi e più di 20 metri di cunicolo scavati nella sabbia è arrivata la sorpresa! La sabbia non era accumulata sul fondo dell’ennesimo sifone come poteva suggerire l’andamento della grotta, ma formava un tappo “pensile” dopo il quale la galleria proseguiva in discesa con dimensioni, direzione ed inclinazione pressoché identiche al tratto sovrastante. Purtroppo, come faceva sospettare la totale assenza di circolazione d’aria, dopo circa 50 metri un’altra sorpresa, stavolta negativa: un laghetto sifonante precludeva ogni possibilità di avanzamento.
Ma quando la gente è testarda è testarda… Dopo alcuni mesi di gestazione, grazie alla disponibilità dello speleosub Luca Pedrali, domenica scorsa ha avuto luogo una prima immersione che ha confermato le nostre sensazioni: anche il tratto allagato prosegue con morfologie ed andamento costanti. Dopo circa 40 metri Luca è arrivato in una sala sommersa, dove l’unica prosecuzione sembra essere uno stretto camino ascendente ostruito da un masso, dove viste le condizioni di scarsa visibilità ha saggiamente deciso di non infilarsi.
Il nuovo tratto aggiunge quindi un totale di circa 90 metri al rilievo della grotta; un risultato limitato dal punto di vista quantitativo ma di grande soddisfazione per tutti quelli che hanno contribuito a renderlo possibile.

Stefano Ceschini – GST

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