Una sepoltura con scene di musica, danza e un’officina metallurgica – attenzione immagine di copertina generata dalla AI

Il ritrovamento di una nuova tomba etrusca nella necropoli dei Monterozzi

Nella necropoli dei Monterozzi, a Tarquinia (VT), è stata scoperta una tomba etrusca a camera dipinta risalente al V secolo a.C.

Il rinvenimento ha permesso di documentare un’iconografia inedita, caratterizzata da scene di musica e danza, oltre alla rappresentazione di un’officina metallurgica al lavoro.

Quest’ultimo elemento offre nuove informazioni sulle competenze tecniche degli Etruschi nella lavorazione dei metalli.

La tomba è stata individuata nel dicembre 2022 grazie all’intervento degli archeospeleologi, che hanno supportato le operazioni di tutela del sito.

Durante l’esplorazione, è stata rilevata una piccola camera funeraria tardo-orientalizzante, il cui contenuto era in parte crollato all’interno di una sepoltura più recente e più profonda, già violata in passato da scavatori clandestini.

Il contesto archeologico e la numerazione della tomba

La sepoltura è stata catalogata con il numero 6438 e dedicata alla memoria di Franco Adamo.

Questo ritrovamento si aggiunge alle migliaia di tombe già note nella necropoli di Monterozzi, molte delle quali ancora inesplorate o non accessibili al pubblico.

L’area continua a rivelarsi un importante campo di studio per l’archeologia etrusca, grazie alla presenza di numerose sepolture ancora interrate o documentate solo parzialmente.

Gli studiosi ipotizzano che l’analisi approfondita di questa nuova tomba possa fornire ulteriori dettagli sulla società etrusca, in particolare sulle attività artigianali e sulla loro rappresentazione all’interno del contesto funerario.

La Fondazione Lerici e le indagini archeologiche a Tarquinia

Nel corso del tempo, l’area di Tarquinia è stata oggetto di diverse campagne di ricerca condotte anche con tecniche non invasive.

Un contributo significativo è stato dato dalla Fondazione Lerici, attiva dal 1946 presso il Politecnico di Milano e, dal 1970, con una sezione di prospezioni archeologiche a Roma.

Utilizzando metodi geofisici per lo studio del sottosuolo, la Fondazione Lerici ha introdotto in Italia tecnologie avanzate per l’individuazione di strutture sepolte, contribuendo all’identificazione di numerose tombe nella necropoli di Monterozzi.

Il recente rinvenimento potrebbe essere analizzato anche alla luce delle indagini effettuate in passato, aprendo nuove prospettive per la ricerca archeologica nella regione.

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