Notizia di Filippo Felici
Lo scorso weekend, assieme a speleologi del Gruppo di Città di Castello e di Urbino, siamo tornati a rivisitare le zone a -700 della regione Urbinate, nella Grotta di Monte Cucco. La Regione Urbinate è una zona della grotta, trovata ed esplorata nel 2001 (vedi Speleologia n°47) di circa 2 km.
Il bel panorama che si gode dall’ingresso del Nibbio fa presagire che la giornata sarà proprio una grande giornata.
L’obiettivo principale era quello di riarmare la Regione fino a -800 e di forzare il Meandro Leandro, che taglia perpendicolarmente le gallerie di “2001 Odissea nell’Ospizio”, allora visto un po’ troppo frettolosamente quando mi ero introdotto nel meandro per una 15 di metri solamente. Ricordavo che, di fronte ad un passaggio un po’ più stretto degli altri – in realtà, penso ora, quella sensazione era solo un effetto della stanchezza e del fango che non faceva funzionare a dovere la carburo gettandomi in uno stato di disagio – pensai, arrestandomi, che sarebbe finito su sifone in quanto altri posti avevano avuto quella fine.
Privo di quella zavorra laterale, con i led perfettamenti funzionanti, cerchiamo il passaggio di fronte al quale mi ero fermato ma non lo troviamo. Non ci sono passaggi stretti. Avanti, avanti. Il meandro diventa fossile, perdiamo l’acqua. Il fango è quasi gustoso quando non ti tappa la carburo. Va. Va. Va.
Il meandro diventa largo, a volte 1 metro di larghezza per due di altezza.
Inclinazione costante.
Non avendo riconosciuto il passaggio davanti al quale mi ero fermato proseguiamo, non ci rendiamo conto che stiamo esplorando di nuovo nel regno di Mordor.
Perdiamo circa 60 metri di quote percorrendo, ad occhio, circa 200 metri. Ritroviamo l’acqua, nel punto in cui intercetta perpendicolarmente un freatico. L’acqua se ne va via per la sua strada, stretta stretta tra le pareti del Monte Cucco. L’aria circola nei due tratti del freatico. Un amonte più un avalle. Il “figoide” tagliato è di 60 cm di larghezza per un metro di altezza. Io mi immetto nell’avalle. Pulitissimo, niente fango. Scendo, scendo per almeno 20-35 metri poi diventa un po’ più stretto e più inclinato. Ci passo a stento e mi ritiro. In 10 minuti ne esco fuori. Ce ne sarà per la prossima volta, vista l’aria.
Simone e Stefano salgono l’amonte. Lui, invece, è infangatissimo e prosegue con molta aria sino ad una strettoietta tra il fango.

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