L’Emissario del Fucino sarà presto alla attenzione di nuove indagini che contribuiranno allo studio delle strutture ipogee dell’opera idraulica e al miglioramento della gestione delle acque irrigue. Queste due linee guida sono alla base dell’accordo, intrapreso dall’ex presidente Francesco Sciarretta e dal nuovo presidente Gino Di Berardino, fortemente voluto e raggiunto grazie al lavoro pluriennale del Prof. Ezio Burri, del Dott. Angelo Ferrari e del vice presidente Dario Bonaldi, tra il Consorzio di Bonifica Ovest / Bacino Liri Garigliano e il CNR, in particolare l’Istituto di Metodologie Chimiche (IMC) e L’Istituto di Geologia Ambientale e Geoingegneria (IGAG), entrambi con una pluriennale esperienza nel settore delle nuove metodologie applicate allo studio, alla conservazione e alla valorizzazione dei beni culturali e ambientali.

Nel corso dell’evento, che si terrà lunedì 26 novembre presso la sede del Consorzio di Bonifica ad Avezzano, in piazza Torlonia 86, alle ore 11:00, la Convenzione sarà firmata dal Presidente del Consorzio di Bonifica Gino di Berardino, dal Direttore dell’IMC-CNR Giovanna Mancini e dal Direttore dell’IGAG-CNR Paolo Messina.

L’antica struttura idraulica, realizzata 150 anni fa su una precedente, articolata opera di epoca romana e oggi affidata in gestione dalla Regione Abruzzo al Consorzio di Bonifica, consente l’irrigazione dei terreni agricoli della pianura del Fucino e sarà monitorata sotto diversi aspetti che verranno via via concordati tra i Soggetti interessati e con la Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per l’Abruzzo.
Tra le numerose attività in programma vi sono: i rilievi topografici e fotografici relativi all’emissario; la misurazione della concentrazione del gas radon, in aria e in acqua, negli ambienti sotterranei di drenaggio delle acque; la misurazione, nel tempo, della temperatura e dell’umidità degli ambienti sotterranei del collettore principale del Fucino e delle sue pertinenze significative; le analisi di sostanze biologicamente attive (polifenoli, vitamine, fitosteroli) ed il loro recupero dagli scarti agricoli; l’implementazione di un Sistema Informativo Geografico (GIS) dedicato; la raccolta di informazioni di tipo geologico e idrologico-idrogeologico, quali ad esempio: rete di canali, sorgenti, pozzi, misure piezometriche, misure chimico fisiche; la elaborazione di informazioni sulla pericolosità sismica e sulla presenza e caratterizzazione delle faglie attive presenti nell’area.

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