I ragazzi ospiti della Comunità terapeutica “Sa Nuxi” coinvolti nelle operazioni di promozione e divulgazione dello scavo archeologico nella Grotta di Acquacadda. Il resoconto dell’esperienza in una videoconferenza al “Festival Macchiori” di Guasila, dal titolo “Tra cultura e inclusione”

Dall’articolo di Roberto Curreli.

Le Scienze applicate a servizio dell’inclusione sociale, questa è stata la stupenda esperienza realizzata dagli ospiti della Comunità Terapeutica “Sa Nuxi”, nel comune di Nuxis nel Sud Sardegna, per lo scavo archeologico della Grotta di Acquacadda, finanziato dalla Regione Autonoma della Sardegna, dal Parco Geominerario della Sardegna e il Comune di Nuxis, con la collaborazione dell’ Università di Cagliari, i vertici della Comunità terapeutica “Sa Nuxi”, lo Speleo Club Nuxis (che gestisce il sito Geospeleologico archeologico “Sa Marchesa”).

L’obiettivo dell’iniziativa, il cui progetto è nato poco più di un anno fa, è stato quello di mettere al centro la persona, utilizzando ogni strumento utile affinché venisse garantito il benessere e l’integrazione sociale, con azioni serie, ma sempre con il sorriso e la giusta dose di gioco e interazione.
Con questa esperienza, le conoscenze speleologiche sono state messe a disposizione del mondo scientifico e nel caso specifico dell’Archeologia e delle scienze psichiatrico-riabilitative. La presenza del gruppo speleologico di Nuxis è stata la dimostrazione di come il mondo della speleologia sia molto sensibile al tema dell’inclusione sociale.

I ragazzi coinvolti sono diventati preziosissimi collaboratori, occupandosi dell’accoglienza e dell’accompagnamento dei visitatori che, di volta in volta si avvicinavano per osservare le operazioni di scavo effettuate sia dagli archeologi sia dagli studenti provenienti da diverse parti della Sardegna, della penisola e dall’estero tra cui dall’Australia e dalla Spagna.

Hanno collaborato inoltre attivamente sia nelle operazioni logistiche in collaborazione lo “Speleo Club Nuxis” che nell’organizzazione delle manifestazioni e conferenze che si sono tenute durante il periodo dello scavo. Un risultato eccellente, che ha molto entusiasmato i partecipanti resisi disponibili per la partecipazione a future campagne di scavo.

La grotta di Acquaccadda è stata scelta dal Dipartimento di Lettere, Lingue e Beni Culturali dell’Università degli Studi di Cagliari che ha deciso di riprendere le attività di studio, con l’obiettivo di ricostruire le fasi cronologiche e culturali relative all’utilizzo della cavità come sepolcreto. Lo scavo inoltre mira ad acquisire nuovi dati per valutare le modalità di evoluzione dell’economia di sussistenza delle popolazioni sulcitane in un periodo compreso tra il III e il II millennio, a cavallo tra Eneolitico ed Età del Bronzo. Principale rimane l’obiettivo di indagare il passaggio dalla cultura di Monte Claro (età del Rame) a quella di Bonnanaro (I età del Bronzo) e capire quale ruolo quest’ultima abbia nella formazione della successiva civiltà nuragica.

Leggi l’articolo di Roberto Curreli

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