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Oltre 450 ricercatori chiedono all’UE norme più severe per proteggere la biodiversità e la salute pubblica

Nel mese di aprile 2025, più di 450 scienziati e scienziate provenienti da tutta Europa, coordinati dall’European Environmental Bureau (EEB), hanno sottoscritto una lettera aperta rivolta all’Unione Europea.
L’appello sollecita un aggiornamento urgente degli standard di inquinamento delle acque per affrontare efficacemente le crescenti fonti di contaminazione chimica, inclusi i PFAS (sostanze per- e polifluoroalchiliche).

Tra i firmatari italiani figurano Roberto Romizi, presidente dell’Associazione Medici per l’Ambiente ISDE Italia, Serge Orsini, presidente della Società Speleologica Italiana, Vanessa De Santis, rappresentante di European Fresh and Young Researchers (EFYR), e Alfieri Pollice, ricercatore capo dell’Istituto di Ricerca Sulle Acque del CNR di Bari.

La lettera evidenzia che gli habitat d’acqua dolce e costieri sono cruciali per la biodiversità e offrono servizi ecosistemici essenziali, come l’approvvigionamento di acqua potabile e cibo. Tuttavia, l’impatto umano ha degradato questi ecosistemi, rendendoli tra i più minacciati del pianeta.
Dal 1970, si è registrato un crollo dell’85% delle popolazioni di specie d’acqua dolce a causa della perdita di habitat e dell’inquinamento. Attualmente, meno della metà dei corpi idrici europei è in buona salute, e il recupero della biodiversità d’acqua dolce si è arrestato dal 2010.

La Direttiva quadro sulle acque, adottata nel 2000, rappresenta la principale normativa dell’UE per la protezione degli ecosistemi acquatici. Tuttavia, gli scienziati sottolineano la necessità di aggiornare le norme relative al monitoraggio e alla gestione dell’inquinamento per riflettere la reale portata della contaminazione chimica e il suo impatto sulla biodiversità.
Attualmente, le pratiche di monitoraggio si concentrano su un elenco limitato e obsoleto di inquinanti, trascurando le miscele complesse di sostanze chimiche presenti nei fiumi europei.

Gli scienziati esortano la Commissione europea, gli Stati membri e il Parlamento europeo a dare priorità alla salute delle acque dolci nei prossimi negoziati e a rispettare gli obiettivi ambientali stabiliti nella Direttiva quadro sulle acque.
In particolare, chiedono l’adozione di norme aggiornate che riflettano le attuali conoscenze scientifiche per affrontare l’inquinamento chimico delle acque.
Ignorare questo problema e rimandare l’azione potrebbe aggravare la situazione, creando sfide sociali, ambientali ed economiche ancora più gravi in futuro.

L’appello degli scienziati rappresenta un richiamo urgente all’azione per proteggere le risorse idriche europee e garantire un ambiente sano per le generazioni future.

Fonte:
Il Fatto Alimentare – “PFAS e inquinamento delle acque: più di 450 scienziati scrivono all’Ue chiedendo norme più severe”

https://ilfattoalimentare.it/pfas-inquinamento-acque-lettera-aperta.html

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