Addio a una figura straordinaria della biospeleologia e della cultura del Novecento, artefice di scienza, arte e passione collezionistica
Chi non conosce e ama il geotritone?
Lo Speleomantes strinatii, l’agile anfibio senza polmoni che abita le grotte e le zone umide nella Liguria occidentale e nel Dipartimento Alpi Marittime (Francia) e nel genovesato, è uno degli animali simbolo del mondo sotterraneo.
Il suo nome scientifico ricorda Pierre Strinati, naturalista e speleologo svizzero, scomparso il 29 settembre 2025 all’età di 97 anni.
Figura prestigiosa della speleologia svizzera e internazionale, Strinati è stato un naturalista, mecenate e instancabile esploratore del mondo ipogeo. Ha lasciato un segno profondo nella biospeleologia, disciplina di cui è stato tra i protagonisti insieme all’amico zoologo Villy Aellen.
La Società Speleologica Italiana ETS lo ha ricordato sui propri canali social come «una persona molto alla mano», capace di unire rigore scientifico e curiosità inesauribile, e come un vero mecenate: Strinati ha infatti voluto lasciare un’ultima testimonianza della sua generosità con una donazione alla Biblioteca Franco Anelli. Un gesto silenzioso, come sanno fare solo i grandi.
«Ci mancherà, molto» – conclude il ricordo della SSI.
Nel suo intervento In ricordo di Pierre Strinati, Michele Sivelli delinea con affetto e ironia il profilo di un uomo colto e curioso, di origine parmense, cresciuto in una famiglia benestante di Ginevra che egli seppe onorare “con il dovere di essere colto e con il mecenatismo”.
Sivelli lo descrive come un naturalista autentico, capace di fare del proprio giardino “rigorosamente incolto” un laboratorio di biodiversità. Un personaggio eclettico, interessato tanto alla scienza quanto all’arte, noto nel mondo speleo per le sue ricerche biologiche e per un’indole curiosa, libera, capace di stupire e affascinare.
Pierre Strinati non è stato soltanto un grande speleologo: era anche un raffinato collezionista di libri, fumetti, automobili e opere d’arte. Proprio la sua passione per la cultura popolare e la fantascienza lo portò, negli anni Sessanta, a essere riconosciuto anche come uno dei pionieri della “bédéphilie”, il movimento culturale che ha consacrato la bande dessinée – cioè il fumetto come arte autonoma – come “la nona arte”.
Come ha ricordato Didier Pasamonik su ActuaBD, Strinati – zoologo, spéléologue e negoziante in tessuti – fu tra i primi a scrivere di fumetto in chiave critica e storica, contribuendo alla nascita di una nuova consapevolezza artistica e intellettuale attorno al genere.
Nel 1961 pubblicò l’articolo Bande dessinée et science-fiction, l’âge d’or en France (1934–1940), che suscitò un’ondata di entusiasmo e diede vita ai primi club e festival dedicati, tra cui quello di Bordighera nel 1965, dove Strinati tenne una conferenza sul surrealismo e la BD.
Uomo di scienza e di cultura, curioso e appassionato in ogni campo, Pierre Strinati lascia un’eredità ampia e feconda: 295 specie animali descritte, 61 delle quali portano il suo nome, e una visione del sapere che univa il rigore del ricercatore al gusto del collezionista e all’immaginazione del lettore di fantascienza.
Tra gli altri, anche l’amato anfibio cavernicolo Speleomantes strinatii, che porta il nome del naturalista e speleologo: un piccolo tributo vivente alla inesauribile passione per il mondo sotterraneo di Strinati.
Che è stato una persona molto alla mano, sì, ma anche un gigante della speleologia, e della curiosità umana in tutte le sue forme.

SSI ETS – In ricordo di Pierre Strinati, scritto da Michele Sivelli (in calce) https://docs.google.com/document/d/1voWOqC7NsNtBnUhZgmwXpzYitvwLWRFNEdejo3ngekU/edit?pli=1&tab=t.0
ActuaBD – Didier Pasamonik https://www.actuabd.com/Mort-de-Pierre-Strinati-pionnier-de-la-bedephilie

