Il 21 ottobre scorso è stata assegnato a Giovanni Badino il prestigioso riconoscimento Grignetta d’oro 2006 per il lavoro e la ricerca in montagna. Tra le motivazioni si legge: Per la capacità di rendere la ricerca scientifica fantastica, superando i limiti del conosciuto, e comunicandola come un’autentica avventura.

Riportiamo l’articolo de La Provincia, di Lecco
PIANI RESINELLI Per semplificare, è stata definita anche l’alpinismo a testa in giù. C’è del vero, nella sintesi brutale offerta da quell’immagine comunque felice: c’è che ci sono altezze da esplorare anche nel sottosuolo, c’è che le cavità sotterranee sono proprio quasi un controcanto che la natura assicura alle vette: pieno e vuoto, già, un gioco di rimbalzi e di contrasti, di affinità nelle differenze. Non è così strano allora ritrovare uno speleologo, e tantomeno uno speleologo di caratura internazionale, in un Meeting della Montagna. E non ha sorpreso vedere Giovanni Badino, ligure di nascita e piemontese d’adozione, muoversi così a suo agio tra gli scalatori nella due giorni dei Piani Resinelli. Chiamato alla ribalta per ricevere il trofeo Grignetta d’Oro per il lavoro e la ricerca, Badino ha visto sintetizzato nella motivazione del riconoscimento il suo percorso, quella sua spinta a superare i confini del conosciuto nel mondo ai più invisibile che sta sotto i nostri piedi, quella sua capacità di rendere «fantastica» la ricerca di comunicarla – attraverso libri e conferenze – come un’avventura. «Quello che ci accomuna – ha detto lo speleologo alla platea di alpinisti, ricordando anche di essersi più volte calato nelle cavità della Grigna – è soprattutto l’essere esploratori dell’ambiente. Ci muoviamo in contesti naturali diversi, ma molte delle cose che facciamo sono uguali». C’è poi un particolare in più che avvicina Badino agli scalatori ed è la sua ricerca sulla struttura interna dei ghiacciai. Perchè non esistono solo i temuti crepacci, nelle grandi distese candide vegliate dalle cime. Esistono gallerie addirittura di chilometri, come quella del Perito Moreno patagonico che proprio lo speleo premiato dal Grignetta d’Oro ha esplorato, ed esistono grotte come sotto il Viedma, un altro dei giganti bianchi del paradiso alpinistico sudamericano. Mondi tutti da scoprire, nel senso proprio che ne vanno spalancate le porte e messe a fuoco e tracciate le mappe. Badino con il suo team lo sta facendo ormai da anni. E al Meeting della Montagna lui stesso ha ricordato anche che la speleologia – alla cui ricerca sulle manovre di corda in sicurezza le tecniche di progressione in parete e in particolare quelle di soccorso devono più di una soluzione – ha affrontato con grande anticipo rispetto all’alpinismo («erano i primi anni Settanta, per noi») gli stessi dibattiti etici sull’uso degli spit.

Ulteriori info sul sito http://www.laventa.it
O su http://www.ragnilecco.com/page.lasso?cl=9&l=1&lvl1=61&lvl2=549&sez=EV
http://www.planetmountain.com/News/shownews.lasso?l=1&keyid=35324
http://www.montagna.tv/?q=node/2935 

Notizia di Corrado Conca

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