Nuove evidenze archeologiche nel Gargano
Uno studio sulla cultura aurignaziana e la transizione tra Neanderthal e Homo sapiens
Uno studio pubblicato nel 2015 su Science da Stefano Benazzi dell’Università di Bologna ha analizzato due denti incisivi fossili ritrovati nelle grotte di Fumane (Verona) e Riparo Bombrini, nel sito dei Balzi Rossi (Imperia).
L’analisi ha attribuito la cultura proto-aurignaziana all’Homo sapiens, suggerendo che questa popolazione umana anatomicamente moderna potrebbe aver contribuito alla scomparsa dei Neanderthal circa 39.000 anni fa.
La cultura aurignaziana, associata alla diffusione degli esseri umani anatomicamente moderni in Europa, è datata tra 45.000 e 35.000 anni fa.
Il termine proto-aurignaziano identifica una fase iniziale della stessa cultura, caratterizzata dalla produzione di strumenti litici mediante una singola sequenza di scheggiatura.
Questo tipo di industria è diffusa nell’area mediterranea e si distingue per la presenza di lame in pietra e ornamenti personali semplici.
La distinzione tra proto-aurignaziano e aurignaziano classico è stata approfondita da Georges Laplace nel 1966, il quale ha evidenziato differenze nelle tecniche di produzione degli strumenti litici e nella quantità di manufatti artistici e ornamentali.
Le ricerche archeologiche nel Gargano
Nel giugno 1988, durante una campagna di scavi presso la Grotta Paglicci a Rignano Garganico, il ricercatore Arturo Palma di Cesnola ha visitato una stazione archeologica situata nella Tenuta Soccio, in località Caruso, nel territorio di San Nicandro Garganico.
Il sito si trova a circa 500 metri di altitudine, in un’area caratterizzata da numerose depressioni carsiche, tra cui la Dolina di Pozzatina.
Il sito era già noto da tempo grazie alle segnalazioni del preside Pasquale Soccio, che aveva raccolto manufatti litici in superficie.
Nel 1976, il geologo A. Gravina aveva ipotizzato che potesse trattarsi di un’area con testimonianze del Paleolitico Superiore.
L’industria litica rinvenuta si trovava esposta in superficie a causa dell’erosione del suolo, che aveva portato alla luce manufatti attribuibili a due diverse tradizioni culturali: il Musteriano, associato ai Neanderthal, e l’Aurignaziano, legato agli esseri umani anatomicamente moderni.
Le evidenze litiche e la presenza aurignaziana nel Gargano
L’analisi dei reperti ha permesso di distinguere due gruppi di manufatti.
Il primo, riconducibile alla cultura musteriana, comprende strumenti litici tipici della tradizione neanderthaliana.
Il secondo gruppo, più significativo, è stato attribuito all’Aurignaziano e comprende:
• 5 nuclei di scheggiatura
• 9 lame e piccole lame
• 32 lamelle intere e frammentarie
• 19 lame a cresta e ritagli di bulino
• 95 strumenti
Secondo Palma di Cesnola, la scoperta di un’industria aurignaziana nel Gargano rappresenta un elemento di rilievo, poiché fino ad allora non erano note evidenze significative di questa cultura a est degli Appennini.
Rapporti tra Aurignaziano e Uluzziano
Il sito di San Nicandro Garganico apre nuove prospettive sul rapporto tra la cultura aurignaziana e l’Uluzziano, una tradizione litica sviluppatasi nel sud Italia.
L’Uluzziano, nelle sue fasi finali, mostra elementi simili all’Aurignaziano, come grattatoi carenati e lame a ritocco marcato.
Questi tratti condivisi suggeriscono possibili interazioni tra le due culture e sollevano interrogativi sulla dinamica della transizione tra Neanderthal e Homo sapiens.
Il sito della Tenuta Soccio, insieme alla Grotta Paglicci, si inserisce in un quadro più ampio di studi sull’Aurignaziano in Italia, fornendo nuovi dati per comprendere la diffusione e l’evoluzione di questa cultura.
Prospettive di ricerca
Presso la Biblioteca del Convento di San Matteo è conservato un lotto di selci provenienti dallo stesso sito di San Nicandro Garganico, ulteriore testimonianza della presenza umana in quest’area durante il Paleolitico.
La scoperta dell’industria aurignaziana nel Gargano rappresenta un elemento importante per lo studio della preistoria dell’Italia meridionale, evidenziando la necessità di ulteriori ricerche per chiarire i rapporti tra le diverse culture preistoriche e i processi che hanno portato alla scomparsa dei Neanderthal.
Fonti:
• S. Benazzi et al., The makers of the Protoaurignacian and implications for Neandertal extinction, Science, 23 aprile 2015.
• A. Palma Di Cesnola, Segnalazione di industria musteriana ed aurignaziana in località Caruso (San Nicandro Garganico), 10° Convegno sulla Preistoria – Protostoria – Storia della Daunia, 1989.