Primo sequenziamento di DNA antico da due individui sepolti a Grotta della Monaca (Sant’Agata di Esaro, Cosenza)
Pubblicati i risultati delle prime indagini archeogenetiche condotte su alcuni individui seppelliti nel sepolcreto protostorico di Grotta della Monaca.

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Nella foto: gli speleo-archeologi al lavoro nell'area di scavo da cui provengono i resti sottoposti ad analisi archeogenetiche, durante la campagna di ricerche 2008 (foto di F. Larocca).

Sono stati pubblicati i risultati delle prime indagini archeogenetiche condotte su alcuni individui seppelliti nel sepolcreto protostorico di Grotta della Monaca. Lo studio, edito da Genes e intitolato “First Bronze Age Human Mitogenomes from Calabria (Grotta della Monaca, Southern Italy)”, mostra il lavoro dei ricercatori dell’Università di Bologna che, avvalendosi di una sofisticata tecnica denominata “hybridization capture”, sono riusciti a isolare e sequenziare il genoma mitocondriale di due individui deposti nella cavità.
Ad oggi, tali sequenze di DNA antico rappresentano la prima evidenza archeogenetica mai attestata in Calabria, nonché una tra le più antiche identificate in Italia meridionale.

La straordinaria scoperta mette in luce un legame genetico fra le comunità di Grotta della Monaca vissute durante l’età del Bronzo e le coeve popolazioni della Sicilia.

I risultati si inseriscono nel più ampio panorama dei processi demografici e migratori che dal vicino Oriente arrivano in Europa a partire da circa 22.000 anni fa.

Lo evidenzia la forte relazione filogenetica tra il cosiddetto “Individuo 24” di Grotta della Monaca e due campioni siciliani risalenti all’età del Bronzo, dalle necropoli di Marcita (Trapani) e Contrada Paolina (Ragusa).

Lo studio – coordinato dalla Prof.ssa Donata Luiselli e condotto da Elisabetta Cilli e Francesco Fontani del Dipartimento di Beni Culturali di Ravenna (Università di Bologna) – può essere scaricato in versione pdf cliccando sul seguente link: https://www.mdpi.com/2073-4425/12/5/636

Nella foto: gli speleo-archeologi al lavoro nell’area di scavo da cui provengono i resti sottoposti ad analisi archeogenetiche, durante la campagna di ricerche 2008 (foto di F. Larocca).

Fonte: Pagina Facebook del Centro Regionale di Speleologia “Enzo dei Medici”
https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=4116082675148639&id=280767095346902

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