E’ stata una giornata meravigliosa, sopra ogni aspettativa.Ieri dodici disabili psichici tra i 25 e i 40 anni, perlopiù affetti da psicosi, schizofrenia e disturbi del comportamento, sono stati condotti nella Grotta Pollera. L’evento promosso con un po’ di timore dal sottoscritto,ha coinvolto due comunità riabilitative terapeutiche, Il Tiglio di Acqui Terme e L’Acero di Alessandria, gli speleologi del G. S. Martel di Genova e della XIII del del CNSAS.La preparazione alla gita è stata fatta tramite due presentazioni fotografiche volte a incentivare la partecipazione degli ospiti delle comunità,e una serata dedicata agli speleologi affinchè fossero informati sulle patologie psichiche e su come comportarsi con i disabili psichici.
I gitanti, dopo un avvicinamento di 25 minuti in salita, si sono calati nella grotta tramite lo scivolo: 60m attrezzati con corda a nodisuccessivamente hanno attraversato il ramo del gestro con alcuni passaggi in frana e in meandro.Una emozione unica per accompagnatori, educatori e disabili. In grotta, i nostri ospiti, si sono sensibilmente attivati mostrando capacità di eloquio e adattamento superiori a quelle espresse abitualmente.Al termine qualcuno ha persino chiesto di non prendere le terapia, speranzoso in un progressivo benessere.Al termine merenda a buffè per tutti, ospiti del CAI di Finale Ligure.Ben più di un semplice risveglio muscolare. Una esperienza con forte stimolazione sensoriale nota a tutti gli speleo, in grado di attivare aree antiche del cervello come L’ archipallio. Questo, se stimolato, inizia a lavorare e a ricostruire una mappa mentale.L’esperienza sarà oggetto di una raccolta e restituzione degli stati emotivi vissuti durante la gita, nell’ambito di un gruppo di attività riabilitativa di lettura e scrittura creativa, condotto in ambito comunitario dal mio capo-collega psichiatra, che pur non avendo nessuna esperienza speleo-alpinistica si è dimostrato , al termine, molto entusiasta. Non vi dico quante siano state le mie gocce di sudore freddo; notte bianca la sera prima, ma è stato fantastico. Assolutamente da ripetere e da sviluppare. C’è molto da fare e da studiare in questo ambito cercando collaborazioni di ampio respiro. Se avete bibliografia o esperienze simili da raccontaresarei lieto di riceverle e di metterle insieme.
una piccola nota logistica: il carburo, pur inquinante, scomodo e maleodoranteconsente di avere una suggestione sensoriale ancora più ampia e fornisce una ulteriore fonte di sicurezza ancestrale: il fuoco. Se avete ancora delle lampade e volete fare una esperienza simile, usatelo.
Gavotti Gian Luca Medico Psicoterapeuta Speleo del G.S.Martel, CNSAS XIII del.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *