Nel mese di ottobre gli speleologi hanno recuperato plastica e rifiuti di ogni genere dall’inghiottitoio del Bussento presso Caselle in Pittari (SA)

Inghiottitoio del Bussento
Rifiuti plastici all'interno dell'inghiottitoio del Bussento - Foto Francesco Maurano

Il 23 e 24 ottobre 2021, oltre 30 speleologi provenienti da Campania, Puglia e Calabria, insieme ad altri volontari locali si sono dati appuntamento a Caselle di Pittari per pulire l’inghiottitoio del Fiume Bussento da vari materiali, per lo più di plastica e polistirolo, ma anche taniche contenenti residui di prodotti chimici ad uso agricolo e bombole del gas, che si trovavano al fondo della grotta.

Nei pressi del lago sifone terminale l’acqua ha trasportato di tutto, tanto da creare una vera e propria isola di plastica galleggiante sotterranea.
L’operazione è stata alquanto complessa, poiché i rifiuti sono intrappolati tra i tronchi e mescolati ad altro materiale di natura organica che normalmente viene trasportato in grotta dalle piene. Il ristagnare di tale materiale rendeva certamente l’ambiente poco salubre.

In un fine settimana i materiali sono stati raccolti e trasportati fuori dalla grotta.
25 sacchi di rifiuti, per un totale di 3 metri cubi di volume, sono stati poi smaltiti del servizio di raccolta rifiuti del Comune di Caselle in Pittari.
Con l’operazione è stato possibile rimuovere soltanto il materiale di grosse dimensioni situato nella prima parte del sifone, mentre nei prossimi interventi si procederà alla rimozione del materiale intrappolato tra i tronchi nel fondo vadoso del lago sifone.
Uno dei problemi insoluti rimane quello della rimozione dei frammenti di polistirolo granulare di piccolissime dimensioni misti a foglie e rametti.

E’ prevista una analisi delle acque dall’altra parte dell’inghiottitoio, all’uscita della risorgenza presso Morigerati, per valutare la presenza di microplastiche e altri inquinati.

Il progetto di azioni per la protezione del fiume Bussento nasce in collaborazione tra Associazione di promozione sociale Tetide, la Federazione Speleologica Campana e la cooperativa sociale Labor Limae, con il contributo morale ed il supporto finanziario della Società Speleologica Italiana.

Nel fiume e lungo i suo argini vivono numerose specie protette, ma le acque torrentizie trascinano rifiuti antropici da monte verso valle e dalle pendici del costone fino all’inghiottitoio.
I rifiuti che arrivano in grotta inquinano il delicato habitat ipogeo. Liberare il vallone dai rifiuti antropici significa quindi preservare la qualità delle acque carsiche, proteggere specie chiave, sia faunistiche che arboree, ripristinare gli habitat di queste specie e gli ecosistemi adatti di cui necessitano queste aree selvagge.

Hanno preso parte all’iniziativa speleologi del Gruppo Speleologico Natura Esplora, Gruppo Speleo Apinistico Vallo di Diano, Centro Altamurano Ricerche Speleologiche, Gruppo Speleologico Ruvese, Gruppo Grotte Melphicta Kalipe, Gruppo Speleologico Ndronico, Gruppo Speleologico “Le Grave” ed alcuni volontari della cooperativa sociale Labor Limae.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *