Notizia di Pier Paolo Pasqua

Troppo spesso gli uomini portano con sé i segni invadenti della propria presenza. Così accade che uno degli spazi più belli e segreti delle montagne di Orsoramso, dentro il parco del Pollino, sia stato violato e con tanto di permesso istituzionale.
Infatti all’interno della risorgiva Palazzo, una delle più belle grotte del patrimonio ipogeo calabrese, oggi fa brutale mostra di sé una scaletta in ferro, costruita maldestramente accanto e sopra le concrezioni naturali, frutto di millenni di lavorio dell’acqua e della roccia.
Si tratta di un manufatto in materiale da costruzione, già reso instabile da una posa inadeguata all’ambiente, messa lì per facilitare l’accesso al ramo superiore della grotta. E di fianco al primo incerto gradino della scaletta, ecco apparire la targa della Regione Calabria, precisamente del dipartimento Cave e miniere, che avvisa che quello scempio è stato realizzato con denaro pubblico, in virtù di un Por del 2009.

La scoperta è stata fatta in seguito a una escursione degli speleologi del gruppo “Cudinipuli” di Cosenza, tra i quali era presente Pierpaolo Pasqua, che è il massimo responsabile in Calabria del Soccorso speleo.
Lo stupore per la presenza della scaletta si è trasformato in preoccupazione per l’instabilità della stessa, tale da mettere seriamente in pericolo chi tentasse di salirvi.
Subito i responsabili del Soccorso si sono messi a lavoro per verificare se davvero le autorità fossero al corrente della presenza di quel manufatto.
Una serie di lettere ufficiali è partita verso gli uffici della Regione e anche verso il Prefetto, avvisando le autorità che la scaletta “Rappresenta un pericolo imminente per l’incolumità dei frequentatori della stessa cavità e che la struttura, priva di un qualsiasi sistema di sicurezza, in barba alla normativa in materia di strutture artificiali, è stata realizzata a nome della Regione Calabria ed arreca un grave pericolo a causa della sua maldestra realizzazione”.
“Il nostro intervento era doveroso – spiega il responsabile del Soccorso speleo – perché quella scaletta si inerpica per circa otto metri e cadere da lì, all’interno di una grotta, rappresenta un grave pericolo”. Soprattutto se in caso di incidente occorre poi mobilitare i volontari del Soccorso per portare aiuto al malcapitato.
E’ del tutto evidente che quella scaletta è stata posta per facilitare una fruizione turistica della grotta, tuttavia “crediamo che non sia quello il modo corretto di aprire la via alla conoscenza del patrimonio ipogeo calabrese”, spiega Pasqua. Infatti la magia delle grotte deve passare attraverso una adeguata preparazione e soprattutto grazie alla presenza di persone specializzate con una consolidata esperienza. “Non vogliamo che le grotte restino patrimonio per pochi iniziati – dice ancora Pierpaolo Pasqua – ma pensiamo che l’esplorazione speleo non debba deturpare l’ambiente e soprattutto non debba mettere in pericolo le persone”, mentre quella scaletta appare come un pericolo evidente, anche perché alcuni dei gradini sono già fortemente instabili.
Per queste ragioni il Soccorso speleo ha avvisato le autorità, ribadendo loro la totale disponibilità per i provvedimenti che si riterranno necessari.

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