Recenti stime ONU prevedono che entro il 2050 cinque miliardi di persone avranno difficoltà d’accesso all’acqua. In questo contesto le esplorazioni speleologiche assumono particolare rilevanza insieme alla necessità, per gli speleologi, di porre particolare attenzione all’idrogeologia del territorio e al monitoraggio dei bacini sotterranei al fine di comprenderne le potenzialità in termini di quantità e qualità. Per svolgere al meglio questo compito occorrono strumenti adeguati, formazione e competenze. Dal 21 al 23 giugno scorsi si é tenuto il corso per speleologi sulle tecniche di tracciamento delle acque sotterranee, organizzato dalla Scuola CAI nelle grotte di Pertosa – Auletta, per allievi provenienti da Campania, Umbria e Puglia..

La fondamentale risorsa che da sempre ha guidato e motivato l’uomo nelle ricerche sotterranee è l’acqua, un bene prezioso per la vita sempre meno disponibile principalmente a causa dei cambiamenti climatici e dell’inquinamento. Secondo stime attendibili pubblicate dalle Nazioni Unite si prevede che entro i prossimi trent’anni gran parte della popolazione mondiale avrà difficoltà d’accesso all’acqua; tradotto in cifre si stima che nel 2050 il problema interesserà circa 5 miliardi di persone.
E’ evidente dunque la necessità di rivolgere maggiori attenzioni all’idrogeologia del territorio non solo per comprendere le potenzialità dei bacini di raccolta in termini di quantità ma contestualmente, attraverso il monitoraggio, garantirne la qualità. Conoscere i percorsi delle acque carsiche conviene anche per prevenire dissesti idrogeologici influenzati dalle precipitazioni atmosferiche che, seppure negli anni fanno registrare valori uguali o poco inferiori alle medie stagionali, tendono a concentrarsi in eventi unici di rovesci e temporali.
Gli obbiettivi e gli scopi delle esplorazioni speleologiche sono tanto importanti quanto il metodo con cui vengono impostate e condotte rendendo indispensabile informare e formare.
A tale scopo dal 21 al 23 giugno scorsi, presso le Grotte di Pertosa-Auletta nel Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, si è svolto il “Corso di idrogeologia e tecniche di tracciamento” organizzato dall’O.T.T.O. Organo Tecnico Territoriale Operativo Campania Speleologia, sotto l’egida della Scuola Nazionale di Speleologia del Club Alpino Italiano.
Il corso della durata di 20 ore suddivise tra lezioni in aula ed uscite pratiche, ha fornito agli allievi provenienti da Campania, Puglia e Umbria, le conoscenze base sull’ idrogeologia in ambiente carsico e sulle tecniche di tracciamento delle acque sotterranee.

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