Resoconto semiserio e con doppi sensi della “Puliamo il Buio” della mitica M.G. Nazionale
Antefatto: Oggi è la giornata di “puliamo il mondo”. Paolo Dori chiama a raccolta gli speleologi di tutta Italia per pulire l’antro del Corchia, organizza, chiede fondi, si dà un sacco da fare e come no, gli speleo accorrono in massa: siamo ben 13 persone entrate il sabato mattina e precisamente: Chiara da Ferrara, Ubaldo da Sacile, Manuela da Grosseto, Sandra da Pisa, Mg e Nozzolone da Ciampino, Pierpaolo,Yuri, Franco, Lucia, Maurizio, Balò, Sara e, ovviamente, Paolo dalla Versilia e dintorni (gruppo speleologico archeologico di Massa), ai quali si sono aggiunti : un gruppo di Spezzini che sono entrati venerdì sera, e un gruppo di Rovereto che sono entrati domenica mattina.
Tantiiiii ma tanttti, ma i big? Giò Badino, Carlone Germani e Marco Ott…alevi sono entrati la settimana precedente per le riprese della Rai, s’ignora se hanno anche pulito….
E i fondi? Solo il parco Apuane ha dato un po’ di soldi, spesi, per lo più, in (nell’ordine di spesa): bandiere (per la pulizia non ti dico che utili….), scope, guanti e palette.

L’epica impresa: Entriamo baldanzosi sabato mattina e già acquistiamo punti per non essere gli “speleo domenicali” avvisi dal Badino, e no, noi di domenica no, di sabato semmai.
Siamo pochi, per cui rinunciamo a fare la traversata per dividerci in due gruppi, chi va a pulire verso il ramo del fiume (quasi tutti) e chi va a pulire sotto il portello (gli sfigati rimasti).
Faccio, ahimè parte degli sfigati, nonostante anelassi di andare al fiume, insieme a Yuri per di più, troppo simpatico e con Balò pure, troppo maschio.. ma tant’è, mi tocca il portello “e mica sei venuta per divertirti” mi redarguisce il Nozzolone, “si va dove serve”.
E va beh, andiamo a scopare sto Corchia, vahh, ma per scopare ci vuole maestria, e Paolo m’immortala mentre offro una concreta dimostrazione di come si scopa per bene in grotta, dimostrazione che la telecamera si rifiuta di riprodurre, censurata mi ha!…ahioooo!!!
Arrivati scopin scopando sotto il Portello, troviamo di tutto e di più, oltre agli immancabili mucchi di scarburate, c’è una vera discarica di materiale immondezzoso e mezzo bruciacchiato (ma che, si brucia la roba in grotta? Ma quando mai!!) frammisto a residui di deiezioni umane, come scopre suo malgrado Paolo, infilando il guanto nel mucchio.
Ognuno si sceglie l’immondizia più congeniale, buttandosi dapprima a capofitto sul materiale più eclatante, e poi lavorando di fino per eliminare ogni traccia.
Già…eliminare ogni traccia, per quanto riguarda il carburo, impresa impossibile è.
Per fortuna Mg e Nozzolone si sono portati la paletta da giardinaggio di metallo, che quelle di plastica “made legambiente” mica sono tanto congeniali a levar carburo.
Perché il carburo, che sembra mucchio di polvere, in realtà è diventato peggio del marmo di carrara e quando lo levi con la plastica!!.
Così il più del lavoro sta nell’incidere sta roccia carburosa, prelevare il prelevabile e poi nascondere l’indelebile macchia bianca con terra di grotta prelevata altrove; altro che “puliamo il buio”! quest’operazione alla fine magari provoca più danni ecologici che altro, nella terra raccolta potrebbero esserci i bachetti di Marcobani, esteticamente il risultato è buono ma dal punto di vista eco-ambientale chissà…..
Con tali titubanze procediamo, in ogni caso, a pulire il pulibile finchè gli zaini non straripano di mondezza varia.
E mo? Non resta che tornare indietro a raccogliere i sacchetti pieni lasciati cammin facendo.
Carichi come muli, torniamo indietro, ognuno col suo bel zaino di immondizia ed il Nozzolone con un palo di ferro in soprappiù.
Alle passerelle dovremmo incontrare l’altro gruppo, che però non si vede.
Allora i tre nonni, Mg, Nozzolone e Franco, decidono di vedersi anche il ramo del fiume, tanto per..
E via di corsa con l’alzheimer galoppante, a cercare la giusta via.
Gira che ti rigira, tutti sudati, ci scambiamo le esperienze speleo e di vita, talmente simili, da confermare ancora una volta che davvero gli speleo sono razza a parte.
Torniamo dal lago nero e troviamo tutti a gozzovigliare col panpepato regalatoci da Scatolini, a casa in quarantena (non avendo la moglie spelea..).
Usciamo, trascinandoci faticosamente per le scalette gli zaini ed i sacchi di mondezza vari (e meno male che un po’ di Corchia è turistico e non dobbiamo uscire dal Serpente..).
Usciti che fummo, ecco che il nonno Franco, deposta la mondezza inferisce sui Nozzoli “sono appena le 15,30 che facciamo tutto il pomeriggio? torniamo in Corchia al ramo della neve, mica sarete stanchi?” “noi? Nooooooooo!!!! “ mentono spudoratamente i Nozz, andiamo vah, che questo chi lo ferma?
Così ariscalette e via al ramo della neve, che bellooooo. Ci mettiamo anche troppo poco tempo, e Franco ancora “usciamo dal Pompiere?” Mg, senza imbraco pensa “ma questo è proprio matto, meno male che ha anche un’età, pensa quand’era giovane che combinava sto qua” e poi risponde “sono senza imbraco, come scusa sembra buona per uscire dalla turistica?” Franco sembra penderla per vera e meno male, altrimenti me toccava pure rimbracarme..ce mancherebbe solo questa!!!
Però fuori i Nozzoli, ormai in pieno fervore, scendono a piedi e sotto la pioggia, tanto per fare bella figuretta con neo amico collega di nonnezza (e mondezza).
Alla sera tutti a cena dalla Piera e chi ti arriva? Gianni Dellavalle.
Che soggetto!! Come assistere al teatro gratis, quello con pari foga e identico cipiglio descrive un incidente in frana e prende di petto Manuela, facendoci alternativamente preoccupare e sbracare dalle risate (Manuela un po’ meno) che gli avremmo pure pagato il biglietto, invece di offrirgli poca birra scrausa e pure calda.
Va beh, ma la sega a chi va?
Ma a tutti gli speleo che non sono venuti a pulire!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!..per non parlare di chi è venuto prima per farsi riprendere dalla tv….

Alla prossima!
Mg
29.9.2007

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