Luoghi di culto, rifugi e laboratori preistorici: un viaggio nelle grotte della storia
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Le grotte hanno rappresentato per millenni un rifugio naturale per l’umanità, fornendo protezione e ambienti adatti allo sviluppo di pratiche culturali e rituali.
Dall’arte rupestre alle sepolture rituali, fino alla lavorazione delle carcasse animali, i segni lasciati dagli antichi abitanti rivelano aspetti fondamentali della loro esistenza.
Ecco sette siti archeologici che documentano l’utilizzo delle grotte nel corso della preistoria.
1. Grotta di Lascaux: le pitture rupestri del Paleolitico
Situata nel sud-ovest della Francia, la Grotta di Lascaux è una delle più celebri testimonianze dell’arte rupestre preistorica. Secondo il Ministero della Cultura francese, al suo interno si trovano circa 680 pitture e 1.500 incisioni risalenti a circa 21.000 anni fa. Le rappresentazioni raffigurano prevalentemente animali come cavalli, bisonti, cervi, orsi e uri (Bos primigenius), una specie bovina ormai estinta.
Oltre agli animali, le pareti della grotta presentano motivi geometrici, tra cui punti, linee e forme pentagonali. Un dipinto particolarmente interessante mostra una figura umana con una testa simile a quella di un uccello, che potrebbe rappresentare una persona con una maschera. Le analisi suggeriscono che l’arte di Lascaux fosse legata a rituali o pratiche simboliche connesse alla caccia.
2. Grotta Chauvet: le incisioni più antiche d’Europa
Nella Francia sud-orientale si trova la Grotta Chauvet, che ospita alcune delle più antiche raffigurazioni artistiche conosciute, datate intorno a 32.000 anni fa. Secondo il Metropolitan Museum of Art di New York, le pareti della grotta presentano immagini di cavalli, orsi, leoni, rinoceronti, cervi, pantere, bisonti, gufi e mammut, molte delle quali realizzate con pigmenti di ocra rossa o nera.
All’interno della grotta sono state rinvenute anche impronte di mani umane, oltre a un’incisione enigmatica che mostra la parte inferiore del corpo di una donna accanto a quella di un bisonte. La varietà di specie rappresentate e l’attenzione ai dettagli suggeriscono un complesso sistema di credenze e pratiche rituali.
3. Grotte di Zhoukoudian: tracce di Homo erectus e Homo sapiens
Nei pressi di Pechino si trovano le Grotte di Zhoukoudian, un sito che ha restituito numerosi resti fossili attribuiti a Homo erectus, noto anche come “Uomo di Pechino”. Secondo l’UNESCO, questi ominini vissero nella grotta tra circa 200.000 e 800.000 anni fa, mentre Homo sapiens la utilizzò in epoche più recenti, tra il 18.000 e l’11.000 a.C.
Gli scavi hanno portato alla luce strumenti in pietra utilizzati per raschiare e ammorbidire le pelli animali, probabilmente per la produzione di indumenti. Inoltre, la presenza di resti combusti suggerisce che gli abitanti preistorici potessero conoscere e utilizzare il fuoco per la cottura e la protezione.
4. Grotta dei Nuotatori: arte rupestre nel deserto del Sahara
Nel sud-ovest dell’Egitto, in un’area oggi arida e inospitale, si trova la Grotta dei Nuotatori, nota per i suoi dipinti rupestri raffiguranti figure umane in posa da nuoto. Secondo il British Museum, le raffigurazioni potrebbero risalire a un periodo compreso tra 6.000 e 9.000 anni fa, quando il clima della regione era più umido e favorevole alla vita.
Oltre ai nuotatori, l’arte della grotta include rappresentazioni di persone che corrono o camminano, impronte di mani umane e la sagoma incisa di uno zoccolo di antilope. Questi elementi suggeriscono un ambiente allora ricco di fauna e probabilmente frequentato da gruppi di cacciatori-raccoglitori.
5. Grotta Denisova: un crocevia tra Neanderthal, Denisoviani e Homo sapiens
Situata in Siberia, la Grotta Denisova ha restituito resti fossili e strumenti litici che dimostrano l’occupazione umana a partire da circa 300.000 anni fa. Secondo l’Università di Oxford, almeno tre diverse specie di ominini — Homo sapiens, Neanderthal e Denisoviani — si sono susseguite nel tempo in questa grotta.
Tra le scoperte più rilevanti vi è il frammento osseo di una ragazza vissuta circa 50.000 anni fa, identificata come ibrido tra Neanderthal e Denisoviani. Inoltre, sono stati rinvenuti pendenti ricavati da denti animali, datati tra 43.000 e 49.000 anni fa, attribuiti a Homo sapiens. La presenza di strumenti da macellazione indica che la grotta fosse utilizzata anche per la lavorazione delle carcasse animali.
6. Grotte di Atapuerca: un archivio della preistoria iberica
Il complesso delle Grotte di Atapuerca, in Spagna, ha restituito resti umani databili fino a quasi un milione di anni fa. Secondo l’UNESCO, il sito è stato utilizzato da diverse specie di ominini, tra cui Homo erectus, Homo antecessor e Homo heidelbergensis, oltre ai Neanderthal e agli Homo sapiens.
Tra le scoperte più significative vi sono strumenti litici e ossa animali che indicano la macellazione di bisonti circa 400.000 anni fa. Le grotte contengono anche pitture e incisioni rupestri raffiguranti animali, figure umane e motivi geometrici, che testimoniano una lunga tradizione artistica e culturale.
7. Grotta di Altamira: un capolavoro della pittura preistorica
Situata in Spagna, la Grotta di Altamira è nota per le sue pitture policrome, realizzate tra 36.000 e 13.000 anni fa. Secondo la Bradshaw Foundation, la grotta si estende per circa 270 metri e ospita una grande quantità di arte rupestre, tra cui un soffitto decorato con 25 bisonti dipinti, alcuni dei quali raggiungono una lunghezza di 1,7 metri.
Le tecniche artistiche utilizzate comprendono incisioni, contorni a carbone e pigmenti ricavati dall’ocra. Oltre ai bisonti, sono raffigurati cavalli e cervi, in una composizione che suggerisce una visione simbolica del mondo naturale e della relazione tra esseri umani e fauna.
Conclusioni
Le grotte rappresentano un’importante testimonianza delle attività e delle credenze delle popolazioni preistoriche.
I segni lasciati dagli antichi abitanti rivelano pratiche artistiche, rituali funebri e tecniche di lavorazione animale che hanno contribuito alla comprensione dell’evoluzione culturale dell’umanità.
La loro conservazione continua a offrire agli studiosi elementi essenziali per ricostruire il passato e comprendere meglio le origini delle società umane.