Un’esercitazione importante nell’ambito dei numerosi interventi che, nella stagione estiva, si trova a dover affrontare il S.A.S.U. Soccorso Alpino e Speleologico dell’Umbria.

Conosciuto anche come torrentismo, il canyoning è uno sport assai recente; si tratta di seguire il percorso scavato dall’acqua nelle rocce, tuffarsi in pozze d’acqua, scivolare sui toboga od anche calarsi con corde sotto affascinanti cascate. Tutto questo non è riservato solo agli esperti e amanti degli sport estremi, ma è possibile anche affidandosi all’esperienza di guide che conoscono profondamente il territorio e le tecniche di progressione in sicurezza. E’ un ambiente severo, adatto a chi è preparato e adeguatamente attrezzato. Gli incidenti però si sa, in tali luoghi, vista la frequentazione degli stessi, non sono poi tanto sporadici e quindi la IV Delegazione Umbria del CNSAS (Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico) deve essere pronta ad intervenire. Per questo, gli uomini del Soccorso Alpino e Speleologico dell’Umbria hanno simulato per la giornata di domenica 3 luglio, un intervento in tutto e per tutto inerente a quelli reali. All’insaputa di tutti, quindi, alle ore 12.30 è arrivata la chiamata per una richiesta di soccorso alla Forra del Casco dell’Acqua ( Valnerina ) nel comune di  Scheggino, Perugia, al Capostazione della Sezione Alpina del SASU (Soccorso Alpino e Speleologico Umbria), il quale ha immediatamente allertato i tecnici per l’operazione di recupero. Il simulato incidente, avvenuto poco sopra un salto da 19 metri, ha coinvolto un figurante, L.V. anni 40,  torrentista appartenente ad un gruppo di due persone che, cadendo, ha riportato alcuni traumi.

Verso le ore 14:00 la squadra di primo intervento del SASU ha fatto ingresso nella gola raggiungendo in breve il ferito per constatarne le condizioni, richiedendo poi il supporto di altre squadre. Successivamente sono entrate due squadre attrezzisti per allestire gli ancoraggi lungo il percorso e facilitare la risalita della squadra, con componente sanitario e barella, che si trovava all’uscita con il compito di provvedere alle prime cure del ferito. Ma un’ulteriore difficoltà era ad attenderli: all’arrivo nei pressi dell’infortunato i tecnici apprendono che il compagno si è allontanato in quanto ha ritenuto opportuno andare personalmente a cercare aiuti. Sfortuna vuole che rimanesse bloccato su uno dei salti successivi ma, la prima squadra, che si è subito mobilitata, è riuscita a trarlo in salvo e trasportarlo alla base operativa. La squadra barella, dopo aver raggiunto il luogo dell’incidente e proceduto all’ immobilizzazione ed imbarellamento  del ferito, è uscita dalla gola alle ore 20:00.

Ogni anno, parecchi week-end al mese, gli uomini del soccorso alpino e speleologico si esercitano e fanno formazione per provare le tecniche di progressione, recupero ed evacuazione in tutti gli ambienti impervi: grotta, montagna, neve, forra, sentieri e ricerca dispersi. Come sempre è stata una giornata molto proficua, nella quale si sono messe a punto e analizzate le tecniche di recupero in tale ambiente acquatico. La stagione, per questo tipo di attività, è appena iniziata e la macchina dei soccorsi deve sempre essere al massimo dell’efficienza.

 Silvia Sigali Parasecolo

Addetta stampa SASU

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