Un altro incidente in una delle grotte sottomarine più note di Cartagena

Una nuova vittima nella Cueva del Agua

Sabato sera, una speleosub di 37 anni ha perso la vita durante un’immersione nella Cueva del Agua, situata a Isla Plana, Cartagena.

La donna, esperta in immersioni in ambienti confinati, si trovava in compagnia di un altro subacqueo che, accorgendosi della sua scomparsa, ha allertato i servizi di emergenza.

Il tragico episodio si aggiunge alla lista di incidenti avvenuti in questo noto labirinto sottomarino, che negli ultimi decenni ha già causato diverse vittime.

L’allarme è stato dato alle 23:04, quando il compagno di immersione, visibilmente scosso, ha contattato il Centro di Coordinamento Emergenze 112 della Regione di Murcia.

Sul posto sono intervenuti il Grupo Especial de Actividades Subacuáticas (GEAS) della Guardia Civil, i vigili del fuoco di Cartagena e un’ambulanza per eventuali necessità sanitarie.

Le difficoltà del recupero

Le operazioni di ricerca sono state condotte dai subacquei specializzati del GEAS, che hanno individuato il corpo della donna intorno alle 2 del mattino.

La vittima è stata trovata senza vita in una delle sezioni laterali della grotta, una cavità nota per la sua complessità e per la facilità con cui i sedimenti possono compromettere la visibilità.

La Cueva del Agua è conosciuta tra gli appassionati di speleosub per la sua estensione, che supera i 7 chilometri, e per le sue caratteristiche tecniche, che richiedono competenze avanzate.

La grotta è accessibile anche a sub meno esperti, ma alcune aree sono riservate a chi ha una formazione specifica.

Secondo fonti vicine all’indagine, la donna e il suo compagno erano equipaggiati con due bombole di aria compressa ciascuno, il che fa presumere che l’immersione non fosse stata pianificata come particolarmente lunga o rischiosa.

Tuttavia, l’accumulo di fango e detriti sollevati durante l’immersione potrebbe aver causato la perdita di orientamento e complicato il ritorno in superficie.

La testimonianza degli esperti

María Sampedro, subacquea esperta e conoscitrice della Cueva del Agua, ha commentato che la donna possedeva una formazione adeguata per questo tipo di attività, contrariamente ad alcuni precedenti incidenti nella grotta.

Sampedro ha ipotizzato che la perdita di visibilità e l’assenza di punti di riferimento potrebbero essere state determinanti.

Anche una buona tecnica non basta se la visibilità è compromessa. Il fango sollevato dai movimenti o dalle bolle delle bombole può rendere impossibile trovare la via d’uscita,” ha dichiarato.

In situazioni di stress e disorientamento, inoltre, il consumo di aria può aumentare rapidamente, riducendo il margine di sicurezza per tornare alla superficie.

Un luogo affascinante ma insidioso

La Cueva del Agua, situata lungo la strada tra Isla Plana e Puerto de Mazarrón, è una meta ambita per gli appassionati di immersioni subacquee, ma anche uno dei luoghi più pericolosi della regione.

Negli ultimi trent’anni, altre tre persone hanno perso la vita in questo labirinto sommerso.

Nel 1996, due membri del GEAS, Antonio Naranjo e Antonio Sánchez, persero la vita durante un’operazione di esplorazione.

Il loro recupero richiese quaranta giorni e il coinvolgimento di specialisti provenienti da tutta la Spagna.

Nel 2010, un altro subacqueo sportivo murciano trovò la morte nella grotta.

Gli esperti sottolineano come la configurazione della grotta, unita alla facilità con cui i sedimenti si disperdono nell’acqua, rappresenti un pericolo costante.

Anche le linee guida o i segnali di riferimento possono diventare difficili da individuare in condizioni di visibilità ridotta.

Le indagini in corso

Il corpo della donna è stato trasportato all’Istituto di Medicina Legale di Cartagena per un esame autoptico, che chiarirà le cause precise del decesso.

Nel frattempo, la Guardia Civil ha chiuso l’accesso alla grotta con nastro segnaletico, impedendo temporaneamente ulteriori ingressi.

Questo nuovo incidente riaccende il dibattito sulla sicurezza delle immersioni in grotte come la Cueva del Agua e sulla necessità di una regolamentazione più rigorosa per l’accesso a queste aree.

Per quanto affascinanti, queste esplorazioni richiedono una preparazione tecnica di alto livello e un’attenta valutazione dei rischi.

La memoria delle vittime

Nei pressi dell’accesso alla Cueva del Agua, alcune targhe commemorative ricordano coloro che hanno perso la vita in queste acque.

Per molti, rappresentano un monito sui pericoli legati a questa attività, oltre che un omaggio a chi ha condiviso la passione per l’esplorazione degli abissi.

Con questo ultimo episodio, si sottolinea ancora una volta quanto sia essenziale una formazione avanzata e una pianificazione meticolosa per affrontare immersioni in ambienti così complessi e imprevedibili.

Fonte: https://www.laverdad.es/murcia/cartagena/buceadora-anos-pierde-vida-inmersion-cueva-agua-20250119144810-nt.html