In Friuli Venezia Giulia si sta svolgendo un corso di specializzazione speleologica per Guide Alpine della durata di pochi giorni, con il disappunto dei Collegi delle Guide Speleologiche che esprimono il proprio dissenso con una lettera alla Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Le Guide Speleologiche sottolineano l’inadeguatezza e la superficialità di un corso di pochi giorni che consentirà alle Guide Alpine di ottenere una specializzazione speleologica.

Collegio regionale Guide Speleologiche del Friuli venezia Giulia

Il Collegio Regionale delle Guide Speleologiche del Friuli Venezia Giulia, sottolinea l’inadeguatezza e la superficialità di un corso di pochi giorni che consentirà alle Guide Alpine di ottenere una specializzazione speleologica.
Le guide speleologiche del Friuli Venezia Giulia, seguite dagli altri Collegi Regionali esistenti,sono i primi firmatari di una lunga lettera, inviata alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, in cui si esprime il disappunto per la concessione di una specializzazione speleologica alle Guide Alpine, ottenuta, di fatto, con un minicorso di 5 giorni.
Nella lettera, i firmatari evidenziano quanto sia lungo ed approfondito il percorso per diventare “guida speleologica”, quanto siano complesse le materie studiate e quanto sia diverso l’accompagnamento in grotta da una escursione in montagna.
La missiva è firmata e sottoscritta anche dai Presidenti dei Collegi di Marche e Abruzzo.
Ecco il testo integrale:

Udine 24 Maggio 2019
Alla cortese attenzione dell’Ufficio Sport presso La Presidenza del Consiglio dei Ministri

Con la presente si intende comunicare il nostro disappunto, in qualità di Collegio delle Guide Speleologiche del Friuli Venezia Giulia, in merito all’organizzazione di un corso di specializzazione speleologica per guide alpine, Aspiranti G.A., oltreché una formazione in speleologia per gli A.M.M., previsti per il mese di giugno, dal 10 al 15, nella nostra regione.

Premesso che non vi è dubbio alcuno sulla liceità della specializzazione in oggetto, disciplinata dalla vetusta legge 6/89, tuttavia essa appare manifestamente inappropriata per forma e durata, prevedendosi un corso di sole 5 giornate di formazione con cui il Collegio Guide Alpine eroga una formazione equipollente a quella che le Guide Speleologiche ottengono nel corso di ben tre 3 anni di studio e crescita professionale, per un totale di 90-100 giornate pari a 800-1000 ore di formazione.

Si evidenzia come solo la formazione degli Aspiranti Guide Speleologiche richieda 28 giornate volte allo studio approfondito di tutte le materie, escluso l’accompagnamento in grotte verticali.

28 giorni di formazione per lavorare unicamente in grotte orizzontali senza corde, imbracatura e attrezzi di progressione su corda. La fase successiva richiede 66 giornate, esclusi esami e verifiche, per acquisire le capacità nell’accompagnare clienti con corde ed attrezzatura attraverso una sicura progressione speleologica.
Risulta quindi fondamentale, lungi dallo screditare alcuna categoria, marcare la netta di?erenza esistente tra il mondo dell’alpinismo e la realtà della speleologia, quest’ultima necessariamente esigente un piano formativo più articolato e complesso di mere 5 giornate.

La superficialità nell’affrontare la professionalizzazione di un ambiente completamente differente da quello alpino, può determinare non pochi problemi, in primis l’incolumità dei clienti che ripongono la loro fducia nei confronti di guide formate in così breve tempo.

Questo è solo il quadro della formazione Italiana, ma se vogliamo considerare le formazioni professionali europee, è sufficiente osservare la vicina Francia che prevede una formazione Ministeriale e divide, giustamente, le professioni tra guide Speleologiche, Guide Canyoning e Guide Alpine con piani formativi che vanno dalle 800 alle 1000 ore di formazione ciascuno.
Pertanto, pare impensabile che in 40 ore si pretenda di dare una formazione equivalente a quella appena descritta.

Si sottolinea inoltre che le 40 ore sono comprensive anche di verifiche ed esami, per confronto i nostri aspiranti guide per ottenere il titolo sostengono 2 giorni d’esame.

Sebbene alcune materie, quali la geologia o l’ambito naturalistico, possano a prima vista sembrare comuni ad entrambe le professioni, di fatto si pongono in antitesi: basti pensare allo studio della Carsologia, dell’idrologia carsica e della biospeleologia, discipline completamente a sé stanti.

Per non parlare delle tecniche di accompagnamento che prevedono aspetti totalmente di?erenti dalla disciplina alpina (buio, ambienti angusti,ecc..).

Si noti, inoltre, che nell’iter formativo della Guida Speleologica è prevista un parte cospicua dedicata al rilievo ipogeo sia in grotta sia in cavità artificiale, con l’utilizzo di strumenti specifici e tecniche di rilievo proprie della speleologia, attraverso software dedicati unicamente agli speleologi.

Per preparare uno speleologo a muoversi in autonomia in grotta si impiegano anni, per farlo diventare istruttore di una qualsiasi associazione speleologica ancora di più, se poi si parla di accedere al corso guida bisogna avere un lungo curriculum, corposo di esperienze, corsi in materie speleologiche ed esplorazioni e, in certi casi, non è detto che tutto ciò sia sufficiente ai fini di una sicura e scrupolosa condotta del professionista. Le tecniche di accompagnamento in grotta con attrezzatura sono complesse, richiedono materiali specifici, e per essere assimilate hanno necessità di moduli formativi che vengono sviscerati in 2 anni di lezioni.
Nei 5 giorni sono inserite anche le cavità artificiali, che sebbene facciano parte del patrimonio speleologico, sono un’altra materia, che richiederebbe un modulo specifico. Anche se inserite nel piano formativo di questa “specializzazione” non sono presenti e specificate come Specializzazione nella legge di riferimento 6/89, forzando di fatto l’accesso ad un ambito che non è di competenza della guida alpina.

È evidente che questi “5 giorni” mortificano anche chi fa speleologia pura, di ricerca e rilievo, di didattica e di tutela di un ambiente unico e specifico. Inoltre, la sicurezza in grotta non è una competenza raggiungibile in così breve tempo e non garantirà affatto i futuri clienti che si avvarranno di queste figure “specializzate”.

Con questa Specializzazione, finalizzata a mostrare la volontà di predominio incontrastato nel mondo delle attività plenair (forse ai fini di una revisione partigiana della legge 6/89), si prescinde gravemente dalla sicurezza minima che bisogna avere.

Alla luce di quanto su riportato, è quindi possibile ritenere che, in sole 5 giornate, una guida Alpina specializzata possa arrogarsi la capacità di e?ettuare rilievi o gestire situazioni di lavoro di competenza specifica? Per rispondere a questa domanda è su?ciente riportare questo dato: nel corso dei 3 anni di formazione delle Guide Speleologiche, il tempo dedicato unicamente al rilievo è di 3 giorni per l’aspirandato, mentre per il corso per guida è di ben 7 giornate.

Si intende ribadire che si sta parlando di speleologi che hanno passato una selezione di accesso al corso, dimostrando di essere ottimi professionisti ferrati in materia.

In questa sede non possiamo sottovalutare il fatto che, già a suo tempo, durante una telefonata informale, si fece notare al Presidente delle Guide Alpine FVG l’estrema necessità di un confronto collettivo tra i Collegi affinché si potesse redigere i piani formativi e colmare le lacune presenti attraverso una preparazione adeguata. Tuttavia, lo scorso anno si pretendeva di ultimare la specializzazione in soli 3 giorni.

Nel Collegio Guide Speleologiche del Friuli Venezia Giulia 4 guide appartenenti al Collegio, sono iscritte anche al Collegio Guide Alpine del Friuli Venezia Giulia, e sappiamo per certo che è stata chiesta la partecipazione in qualità di docenti per questa specializzazione, ma visto come è stata improntata la formazione, hanno rifiutato e declinato l’invito, ritenendo il corso non idoneo ad una corretta ed esaustiva preparazione. Temiamo, inoltre, che questa formazione venga autoreferenziata da guide che non presentano i requisiti di formazione come istruttori guida idonei in materia speleologica o, ancora peggio, da istruttori dei sodalizi associativi quali CAI o Società Speleologica Italiana, che non hanno nulla a che vedere con il professionismo.

In conclusione, vista la delicata questione della sicurezza e dei diversi ambiti di competenza, si auspica si possa in un prossimo e quanto più vicino futuro regolamentare, mediante una legge nazionale, anche la figura della Guida Speleologica, riconoscendola come professionista di un ambiente peculiare ed esclusivo richiedente competenze di formazione uniche e che gli venga riconosciuta pari dignità e valorizzazione nei confronti delle altre figure professionali che operano da sempre con elevati criteri di sicurezza nel mondo delle attività turistico/sportive.

In attesa di un Vostro riscontro, vogliate gradire i nostri cordiali saluti.

Il Presidente del Collegio Friuli Venezia Giulia
De Santis Alessandro

Il Presidente del Collegio Marche
Antonini Giuseppe

Il Presidente del Collegio Abruzzo
Degli Esposti Andrea

Ulteriori informazioni sul sito del Collegio delleGuide Speleologiche del Friuli Venezia Giulia:
https://www.guidespeleo.com/

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