Walter Maggi

INQUADRAMENTO GEOLOGICO DELLA LOMBARDIA

(tratto da Buzio, Gandini, Grotte e Abissi di Lombardia)

Introduzione

La Lombardia è una regione che può essere geograficamente divisa in tre zone principali aventi una disposizione est-ovest. Partendo da nord troviamo la fascia alpina che verso sud confina con la Pianura Padana; questa è la seconda zona che a sud termina contro le prime colline degli Appennini i quali, per questa Regione, si limitano al cosiddetto Oltrepò Pavese. Questa suddivisione in zone, ed il trend est-ovest, non rispecchiano solo i caratteri geografici, ma anche quelli geologici, anzi sono questi ultimi che danno origine ai primi.
Nell'ambito geologico è possibile un'ulteriore suddivisione delle Alpi in due domini, uno a nord detto "Alpi Centrali" e uno a sud detto "Alpi Meridionali" o "Sudalpino"; a dividere questi due domini è una linea tettonica di grande importanza chiamata "Linea Insubrica" che in Lombardia prende il nome di "Linea Jorio-Tonale" e che è disposta est-ovest lungo la Valtellina.
Nella zona alpina, e specialmente nel Sudalpino (costituito in prevalenza da rocce calcaree o dolomitiche), è concentrata la maggior parte degli eventi carsici. Le altre due zone sono piuttosto povere di questi eventi, ma sono interessanti per il tipo di carsismo che vi si imposta, come i gessi dell'Oltrepò Pavese ed i conglomerati poligenici della Pianura Padana.
Le singole zone verranno trattate tracciando inizialmente un breve profilo strutturale seguito da una descrizione sommaria delle principali unità carsogene con le loro caratteristiche litologiche, distribuzione areale e carsificabilità. Le zone verranno trattate da nord verso sud cominciando dalle Alpi Centrali ed i loro sistemi a falde, seguiranno le Alpi Meridionali con il loro grande pacco sedimentario ed infine la Pianura Padana e l'Oltrepò Pavese trattati insieme perché caratterizzati entrambi da particolari tipi di carsismo.

Le Alpi Centrali

Le Alpi Centrali nella Lombardia si estendono a nord della Linea Jorio-Tonale meglio nota come Linea Insubrica (o Periadriatica) e sono composte dalla sovrapposizione di una serie di falde. Queste falde sono state suddivise in due domini principali: il dominio "Pennidico", che compone la parte inferiore delle Alpi ed affiora principalmente nella parte occidentale della Lombardia, e il dominio "Austroalpino", che compone la parte superiore ed affiora nella Lombardia centro-orientale. I due domini sono ulteriormente suddivisi da un punto di vista strutturale in "Sistemi" (Austroalpini) ed in "Falde" (Pennidiche). Le Alpi Centrali si separano dal Sudalpino per una diversa evoluzione geologica; gli eventi che hanno portato alla formazione delle falde Pennidiche ed i sistemi Austroalpini sono parte della grande "Orogenesi Alpina".
Litologicamente questi domini sono composti da rocce metamorfiche di diverso grado (principalmente gneiss, micascisti, filladi, ofioliti, anfiboliti ed altre) e di una serie di intrusioni magmatiche (graniti, granodioriti, tonaliti, dioriti) il cui massimo rappresentante è la grande massa intrusiva della Val Masino-Val Bregaglia. Oltre a queste si trovano altri tipi di rocce, meno importanti come costituenti delle falde o dei sistemi, ma trattandosi di rocce di tipo carbonatico, sono la base degli eventi carsici di questa zona.
Nel Dominio Pennidico, che è strutturalmente inferiore, le rocce classificabili si trovano in lenti deformate (marmi) oppure interposte tra le falde trattandosi di lembi dell'antica copertura sedimentaria che non ha subito il metamorfismo alpino. La situazione è molto simile anche nell'Austroalpino, solo che in questo dominio le rocce sedimentarie sono di maggiore estensione e possono costituire la maggior parte di un sistema (in affioramento).
Nelle Alpi occidentali le rocce carsogene si rinvengono come fasce di rocce carbonatiche o dolomitiche che contornano i limiti delle falde. Nella valle di S. Giacomo troviamo la "Sinclinale dello Spluga" composta da rocce dolomitico-carbonatiche appartenenti alla copertura della falda Suretta; generalmente si tratta di calcari cristallini ben stratificati e dolomie cariate, spesso fratturati, che si ritrovano principalmente tra la zona del M. Spluga ed il Lago degli Andossi e, come lembo separato, sul Piano dei Cavalli. Praticamente sono gli unici affioramenti di rocce carsificabili ad ovest del Massiccio Masino-Bregaglia, tranne che per delle piccole lenti di marmo sparse all'interno delle falde, ma che per la limitata estensione non permettono l'evolversi di eventi carsici di grande portata.
Passando ad est della Val Masino si arriva fino alla Val Malenco prima di trovare ancora delle rocce carbonatiche. Qui affiorano dolomie cristalline con lenti di calcare e calcari marnosi o dolomitici facenti parte della copertura del Sistema Err-Bernina, con una estensione limitata al M. Arcoglio a sud del M. Disgrazia. Presso il Pizzo Malenco si trovano dei calcari dolomitici triassici appartenenti alla Falda Magna, inoltre nelle serpentine della Valle del Muretto si trovano lenti di marmo appartenenti alle Falde Tambò-Suretta.
La parte orientale delle Alpi Centrali Lombarde presenta una maggiore area di affioramento di rocce carsogene, principalmente triassiche ed appartenenti per lo più ai Sistemi Austroalpini. Al sistema Scarl-Umbrail appartengono piccoli lembi di rocce sedimentarie che affiorano in modo sparso a nord di Bormio; la "Formazione di Val Pila", composta da calcari dolomitici grigio nocciola alternati ad arenarie siltose, e la "Dolomia di Wetterstein", composta da dolomie grigie e nere in strati medi, appartengono al Triassico Medio e sono unità che si ripetono anche negli altri Sistemi Austroalpini. La "Formazione della Forcola" è composta da dolomie grigio brune alternate a marne argillitiche nere, ha una potenza fino a 700 m con intercalazioni di gessi, affiora principalmente in Val Forcola, Val dei Gessi ed al M. La Boffalora.
Sopra queste unità si trova il "Gruppo della Dolomia Principale" composto dalla "Dolomia di Umbrail", dolomie e dolomie calcaree grigio nerastre in strati o banchi affioranti presso il Pizzo Umbrail, e la "Dolomia Principale", dolomie cristalline grigie intensamente brecciate affioranti a sud della cima del Fopél. La copertura del Sistema Ortles-Quattervals rappresenta buona parte delle rocce sedimentarie della Valtellina, ed è anche la più articolata, specialmente nel Triassico Superiore. Alla base troviamo due unità già viste, la "Formazione della Val Pila" e la "Dolomia di Wetterstein" aventi le stesse caratteristiche litologiche e con un'area di affioramento limitata a nord da Bormio, allo sbocco della Val di Dentro e presso la Cima Doscoma. Sopra troviamo la "Dolomia di Val Lunga" composta da dolomie arenacee con intercalazioni di gesso che si estende in Val Scura e in Val dei Gessi.
Nel Sistema Ortles-Quattervals il "Gruppo della Dolomia Principale" presenta quattro formazioni. La "Dolomia del Cristallo" composta da dolomie cristalline grigio nere affioranti a nord di Bormio, dal Lago di Cancano fino a tutto il gruppo dell'Ortles; segue la "Dolomia dello Stelvio" composta da dolomie cristalline grigio azzurre o grigio scure sempre molto brecciate affioranti presso il M. Braulio ed il Passo dello Stelvio; la "Dolomia di Prà Grata" è composta da dolomie grigie con livelli calcarei intercalati ed affiora dalla Valle della Forcola, presso il Lago di S. Giacomo, fino alla Valle dello Spol. L'ultima unità del Gruppo è il "Calcare di Quattervals" composto da calcari neri, talvolta marnosi, e da dolomie grigie, nella parte inferiore, ed affiora largamente sulla cima del Fopél e sulla Cima Paradiso. La "Formazione di Fraele" chiude la serie Triassica, ed è composta da calcari grigi compatti alternati a calcari marnosi, affioranti appena a nord di Livigno fino ai laghi di S. Giacomo-Cancano. Al tetto della serie sedimentaria si trova la "Formazione del Monte Motto" di età Giurassica (Lias), composta da calcari marnosi grigio scuri compatti con selce in noduli o liste e che si ritrova in affioramento dal Lago di S. Giacomo alla Valle dello Spol.
Il Sistema Languard-Tonale presenta una sottile coltre sedimentaria oltre alle solite "Formazione della Val Pila" e "Dolomia di Wetterstein", che qui ha la composizione dolomitica di colore grigio intercalata con argilliti nere, ed affioramenti sul Pizzo Cantone.
Il Sistema Err-Bernina presenta le due solite unità, quindi la serie continua con le carniole su cui si appoggia la "Dolomia Principale" composta da dolomie cristalline spesso brecciate e ricoperte dal "Calcare di Leverone" composto da calcari grigio neri compatti, alternati a calcari marnosi dello stesso colore. Segue il "Broccatello" composto da dolomie grigio chiare o biancastre con brecce dolomitiche di età Giurassico Inferiore come il "Calcare di Val di Monte" composto da calcari grigio neri con lenti o noduli di selce. Il sedimentario del Sistema Err-Bernina affiora prevalentemente nella zona del Pizzo Leverone e del Monte Garone presso il confine svizzero ad ovest di Livigno. Lungo la linea Jorio-Tonale si trovano lembi di rocce carbonatiche "pinzati", ma di scarsa importanza e limitato affioramento (Dubino).

Il Sudalpino

La considerevole presenza di rocce calcaree e dolomitiche nella stratigrafia delle Alpi Meridionali Lombarde rende questa zona una delle più importanti d'Italia per gli eventi carsici. Questo grande pacco di sedimenti si appoggia su un "basamento" di rocce metamorfiche che sono l'attuale testimonianza di un antica orogenesi (precedente a quella alpina), avvenuta nel Carbonifero (orogenesi Ercinica). Si tratta di rocce gneissiche e anfibolitiche spesso simili a quelle del dominio centralpino in cui, come nelle Alpi Centrali, si trovano lenti di marmo di diversa dimensione. Molto più importanti sono i calcari e le dolomie che si trovano interposte nelle più importanti linee tettoniche sudalpine. Si tratta di lembi di "copertura" sedimentaria coinvolti nei movimenti tettonici del "basamento". I più importanti affioramenti di queste rocce sono localizzati nella parte nord del Lago di Como (Marmo di Musso, Dolomia del Sasso Pelo). Si tratta di rocce dolomitiche e calcaree intensamente fratturate e deformate ed in molti punti addirittura brecciate.
La copertura sedimentaria delle Alpi Meridionali lombarde presenta, come già detto, un'area di affioramento disposta da est a ovest in una fascia continua, limitata a sud dalla Pianura Padana e a nord dal basamento sudalpino (anch'esso disposto est-ovest). I primi depositi sedimentari che si appoggiano direttamente sul basamento sono di età permiana, ma si tratta quasi sempre di rocce terrigene con intercalate rocce di origine effusiva e ben raramente si trovano tracce di calcari e dolomie; le prime rocce calcaree carsogene si ritrovano nel Triassico.
Per maggiore comodità verranno trattate prima le formazioni Calcaree o dolomitiche delle Alpi Meridionali occidentali e, più precisamente, dal Lago Maggiore a quello di Lugano.
Nel Triassico Inferiore (Scitico) non si ha nessuna formazione carbonatica in quanto in quest'epoca proseguono i cicli sedimentari Permiani, invece nel Triassico Medio (Anisico) compare la prima formazione carbonatica. Si tratta della "Dolomia di S. Salvatore" che si estende per buona parte del varesotto e del luganese, si tratta di dolomie monocristalline chiare stratificate in banchi alternate a dolomie stromatolitiche (di origine algale). La dolomitizzazione è un fenomeno tardivo (diagenetico). Ha uno spessore che raggiunge i 1000 m e si sviluppa specialmente ad ovest del Lago di Lugano. Della stessa età ed eteropico alla formazione precedente è il "Calcare di Meride": composto da calcari micritici grigio nocciola con livelli bituminosi e tufitici; si estende nei dintorni di Meride e del Monte Minifreddo. È divisa in due da una lingua della Dolomia di S. Salvatore ed i due membri prendono il nome di "Calcare Inferiore" dello spessore di circa 80 m e di "Calcare Superiore" che raggiunge i 500 m. Il Triassico Superiore presenta principalmente litotipi dolomitici. Il Carnico è rappresentato dalla "Formazione di Cunardo", formata da dolomie grigio nere in strati sottili e affiorante ad ovest del Lago di Lugano al tetto della dolomia di S. Salvatore, con uno spessore che raggiunge gli 80 m. Il Norico è rappresentato da una delle unità che si estende per quasi tutto il Sudalpino lombardo ed oltre; la "Dolomia Principale" è un'unità composta da dolomie cristalline spesso fossilifere con uno spessore medio di circa 400 m, con un colore nocciola chiaro in bancate massicce, la cui area di affioramento copre tutto il Varesotto.
Il Retico comprende invece due unità carsogene: la prima prende il nome di "Dolomia di Campo dei Fiori" e si estende dal Lago Maggiore fino al confine svizzero; è un'unità composta da dolomie calcaree alternate, nei livelli inferiori, a calcari marnosi con uno spessore massimo di 80 m nella zona di M. Campo dei Fiori; la seconda è l'ultima unità Triassica, che nelle altre zone comprende anche parte del Giurassico, e prende il nome di "Dolomia a Conchodon" composta da calcari di colore chiaro, si estende a partire dalla Valcuvia e il M. Campo dei Fiori (oltre 1000 m) mentre verso oriente tende a zero.
Nelle Alpi Meridionali orientali, cioè nella fascia che si estende dal Lago di Lugano a quello di Garda ed alle Giudicarie, la situazione dei depositi triassici è molto più complessa e aggravata anche da movimenti tettonici (sovrascorrimenti), che rendono difficile la comprensione dei rapporti tra le varie unità. Come per il Varesotto anche in questa zona il Triassico Inferiore è prevalentemente terrigeno, per cui non si ritrovano rocce carsogegne, tranne che per l'alta Val Camonica dove è presente un'unità carbonatica di limitato affioramento denominata "Dolomia di Elto". Con il Triassico Medio cominciano le grandi unità che hanno reso famoso il Sudalpino lombardo per i suoi eventi carsici. Il "Calcare di Angolo" è un'unità carbonatica divisa in due membri definiti "membro Siltoso" e "Membro Inferiore"; il primo è composto da arenarie fini e calcari arenacei e siltosi per cui non è interessato da fenomeni carsici, il secondo, invece, trattandosi di calcari, di colore grigio scuro, può presentare carsismo. Il "Membro Inferiore" è formato da strati sottili e nodulosi spesso uniti in banconi e si estende per buona parte del Sudalpino, in particolar modo nel lecchese, in Val Brembana, in Val Camonica e nelle Giudicarie.
Sopra il Calcare di Angolo si trova il "Calcare di Prezzo" composto da calcari nodulari in strati alternati con livelli marnosi. Esso affiora nella Lombardia occidentale con spessori fino a 80 m ancora maggiori verso oriente. La "Dolomia dell'Albiga" eteropica al Calcare di Angolo, si estende dalle Grigne, in Val Camonica e nelle Giudicarie ed è formata da dolomie grigio chiare in strati sottili che verso l'alto passano a dolomie più scure in grossi banchi (passaggio all'Esino).
Il "Calcare di Perledo-Varenna" presenta un'estensione limitata ad est dalle Grigne ed è eteropica con il Calcare di Esino, si tratta di calcari e calcari marnosi mediamente stratificati.
Il "Calcare di Esino" è una formazione di estrema potenza (spesso supera i 500 m di spessore); si tratta di una unità non omogenea di dolomie, calcari dolomitici e calcari cristallini con in comune la caratteristica di presentare una bancatura non evidente ed estremamente massiccia. Esso si estende dalla Lombardia centrale fino alla Val Seriana con i massimi spessori tra il gruppo delle Grigne e la Val Brembana e costituisce una delle formazioni più carsificabili della Lombardia.
La "Formazione di Buchenstein" si trova sopra il Calcare di Prezzo ed è eteropica al Calcare di Esino ed affiora in continuità per buona parte della Lombardia centrale. È costituita da calcari grigio scuri, talvolta neri, con noduli o bande sottili di selce.
Il "Triassico Superiore" è rappresentato dal "Calcare Metallifero Bergamasco", chiamato così perché sin dall'antichità sono note le sue mineralizzazioni, ed è costituito da calcari grigio scuri alternati con strati di calcare massiccio bianco; affiora specialmente in Val Brembana, in Val Seriana e in parte della Val Camonica, con spessori che variano fino ad un massimo di 40 m.
La "Formazione di Breno" è un'unità che raggiunge i 600 m di spessore e viene divisa in due membri principali detti "Membro della Annunciata" inferiormente, composto da calcari di colore chiaro stratificati in banchi netti con giunti marnosi, e "Lingua di Campolungo" superiormente, composto da dolomie e dolomie brecciate con bancatura meno netta. La sua estensione va dalla Val Camonica, ove possiede il massimo spessore, fino alle Giudicarie. È un'unità che localmente può essere molto carsificabile (Presolana).
Sopra troviamo la "Dolomia Principale", già vista per il Varesotto, ma anche nella Lombardia centro-orientale raggiunge il massimo spessore (1500 m). È composta da dolomie cristalline in grossi banchi alternate a dolomie stromatoliche e si estende dalla Val Brembana fino alle Giudicarie e continua per proseguire nel Veneto e nel Trentino.
Il "Calcare di Zorzino" affiora al tetto della Dolomia Principale ed è costituita da calcari neri in strati medi, che affiorano in tutta la Lombardia orientale, con i massimi nella Tremezzina e nel Bergamasco.
Il "Calcare di Zu" è l'ultima unità completamente Triassica e si trova al tetto delle Argilliti di Riva di Solto (unità terrigena); è composta da calcari di colore grigio scuro a volte marnosi, ha notevoli spessori nella Lombardia centrale (fino a 1000 m) ad ovest del Lago di Iseo.
La "Dolomia a Conchodon", che abbiamo già visto nella Lombardia occidentale, qui presenta più o meno le stesse caratteristiche di quella del varesotto e nella parte occidentale viene chiamata "Corna"; a differenza del settore occidentale in quello centro-orientale non è limitata al Triassico, ma interessa anche i primi piani del Giurassico Inferiore (Lias). La "Corna" presenta una stratificazione più massiccia rispetto alla Dolomia a Conchodon e si estende prevalentemente nel bresciano. Il Giurassico della Lombardia occidentale appoggia direttamente su unità noriche (Dolomia Principale) e retiche (Dolomia a Conchodon) per l'esistenza di una discontinuità che ha eroso il tetto del Triassico.
Sopra la Dolomia a Conchodon affiorano le unità carbonatiche definite "Broccatello" e "Calcare di Saltrio", in cui si incontrano limitati eventi carsici.
Sopra queste si trova il "Calcare di Moltrasio" che è la più spessa formazione Giurassica; è composta da calcari marnosi grigio scuri con stratificazione media, localmente con selci in noduli o in straterelli irregolari, raggiunge i 3000 m di spessore con grosse variazioni locali. Si estende per quasi tutta la Lombardia con prevalenza per il settore centrale. È la formazione che ospita alcuni dei maggiori fenomeni carsici della Regione.
Sopra segue il "Calcare di Domaro" composto da calcari meno marnosi dell'unità precedente con colore più chiaro; la selce si ritrova specialmente nella parte inferiore; la sua estensione corrisponde più o meno a quella del Calcare di Moltrasio.
Il Liassico è chiuso dal "Rosso Ammonitico Lombardo", costituito da calcari marnosi rosati in noduli fasciati da marne di colore rosso mattone, e, come dal nome, presenta un'interessante fauna ad Ammoniti (cefalopodi estinti nel Cretacico). Il suo nome è seguito da "Lombardo" per differenziarlo dall'omonimo "Veronese" prevalentemente distribuito in Veneto e Trentino, e presenta un'area di affioramento che va dal luganese fino alla bergamasca.
Nel Giurassico Medio (Dogger) non ci sono rocce di importanza carsica per cui si arriva al giurassico Superiore (Malm) per trovare la "Maiolica" che chiude il periodo. La Maiolica è una unità composta da calcari chiari in strati medi con noduli e lenti di selci sparse, che si estende in tutta la Lombardia centrale e orientale. La Maiolica continua nel Cretacico Inferiore per tutta la sua estensione e rappresenta una unità carsogene di questo periodo.
L'altra unità è denominata "Sass della Luna" ed è composta da strati medio-sottili fino a banchi metrici di calcari marnosi di colore grigio nocciola; è limitata nel bergamasco orientale e nel bresciano occidentale. Questa è l'ultima serie di tempo, che può subire del carsismo nel Sudalpino dato che il Cenozoico delle Alpi Meridionali presenta esclusivamente unità terrigene.

L'Appennino lombardo e la Pianura Padana

L'Appennino settentrionale, che comprende l'Oltrepò Pavese, si immerge nella Pianura Padana sotto forma di blande colline la cui storia geologica è legata all'Orogenesi Appenninica. Strutturalmente questa zona viene divisa in tre parti:

Sopra ancora questo si trovano i depositi Plio-Quaternari della Pianura Padana. Dal punto di vista carsico è interessante la "Successione semialloctona di Caiano-Ranzano-Bismantova" di età compresa tra l'Eocene superiore e il Miocene superiore. È composta in prevalenza da unità terrigene, ma presenta un'unità composta per la quasi totalità di gessi, detta "Formazione Gessoso-Solfifera". Questa formazione è composta da una serie di cicli alterni gesso-anidriti e calcari cariati ed è la più potente unità di questo tipo d'Italia tanto che in alcune località raggiunge i 1000 m di spessore con un'area di affioramento che si estende dal Piemonte alla Sicilia lungo in versante est degli Appennini. Nell'Oltrepò Pavese prende il nome di "Gessi di S. Ruffino" ed è una delle zone di minor affioramento, ma anche se di limitata estensione dà luogo ad interessanti eventi carsici data l'estrema solubilità del gesso. Tra le rocce terrigene, arenacee o argillitiche notoriamente non solubili, e che non danno forme di carsismo, è possibile trovare delle arenarie a cemento carbonatico che possono essere carsificate, almeno parzialmente (Formazione di M. Vallassa).
Nella Pianura Padana non affiorano rocce né carbonatiche né gessose, infatti è composta dai sedimenti dei principali fiumi che scendono dalle Alpi e dagli Appennini, e al margine nord dei grandi anfiteatri morenici che vanno a sovrapporsi ai depositi fluviali. Questi depositi possono essere cementati con cemento carbonatico e quindi essere oggetto di carsismo. È il caso di una formazione tipica della Lombardia composta da conglomerati poligenici di origine fluvio-glaciale denominata "Ceppo" che presenta eventi carsici anche di una certa importanza. È presente al di sotto dei sedimenti fluviali sciolti in gran parte della Pianura lombarda ed affiora lungo i principali fiumi (Olona, Seveso, Lambro, Adda, Brembo, ecc). L'affioramento più noto e carsificato si trova lungo il corso del fiume Adda in particolare a Trezzo d'Adda (Ceppo del fiume Adda). Altri conglomerati a cemento carbonatico carsificati sono noti lungo molte vallate delle Alpi Meridionali come la Valassina, la Val Brembana, la Val Seriana e la Val Camonica.

Bibliografia

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  2. Carta Geologica "Monte Cevedale", F.9, Serv. Geol. It.
  3. Carta Geologica delle Tre Venezie, Min. LL. PP.
  4. Carta Geologica "Tirano", F.19, Serv. Geol. It.
  5. Carta Geologica "Pizzo Bernina - Sondrio", F.7-18, Serv. Geol. It.
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