Lo Co 2029-2037 - Sistema carsico di Zelbio

(Grotta Tacchi - Lo Co 2029 - Grotta Zelbio - Lo Co 2037)

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Regione: Lombardia
Provincia: Como
Comune: Zelbio
Monte: M. S. Primo
Area Carsica: Valle del Nosê
Quota dell'Ingresso: 785 m slm (Tacchi)
790 m slm (Zelbio)
Dislivello: +104,-162 m
Sviluppo Reale: 9283 m

Rilevatori: A.Bini, R.Frontini, A.Vanin (G. G. Milano CAI-SEM) - 1968/69/70/71/76/78
Disegno: A. Pellegrini

Dati forniti l'8 febbraio 2000 da Graziano Ferrari


Storia esplorativa

Nel 1954 speleologi del G.S.Comasco, durante una secca eccezionale, superarono il V sifone a monte (Tipperery) esplorando parzialmente il sistema retrostante senza per rilevare nulla. Nel 1968 il G.G.Milano iniziò una campagna sistematica, che lo portò a rilevare in Tacchi verso monte sino al I sifone e verso valle sino al lago Mirko (sifone di collegamento con la Zelbio). Sempre nel periodo 1968-72 venne esplorata anche la vicina grotta Zelbio sino ad una occlusione di sabbia a -130 m. Uno scavo permise di superare questo ostacolo e di esplorare le gallerie Prudenzano, la sala Cappa, la sala Tortora sino a giungere al lago Mirko. Un'immersione in questo lago permise di verificare il collegamento tra le due grotte. Dal 1972 al 1976 vennero scoperte solo un paio di modeste prosecuzioni. Invece nel l976, 1978, 1980, inverno 1980-81 e inverno 1983-84 una serie di secche eccezionali permise di esplorare e topografare vari chilometri di gallerie. Nell'inverno 1982 il G.S.Comasco, forzando una frana nella grotta Zelbio, esplorò e topografò altri 503 m del sistema.

Descrizione della cavità

Grotta Zelbio - Dall'ingresso un breve scivolo porta a una saletta seguita da vari saltini e sale di modeste dimensioni. Proseguendo, uno scivolo di una ventina di metri e un P5 conducono ad una breve galleria discendente che porta al "cunicolo della sabbia". Questo cunicolo normalmente è chiuso ed occorrono due giornate di scavo per superare gli 8 m di sabbia che separano gli ambienti successivi. Dall'altra parte una serie di gallerie (galleria Prudenzano) portano ad un bivio in corrispondenza di un lago. Andando verso valle si attraversano la sala Tortora e altre gallerie che conducono al sifone Castoro. Questo sifone, inesplorato sino a tre anni orsono, fa da collegamento con il settore dei "rami d'inverno": un complesso reticolo di gallerie con vari affluenti e un terzo ingresso ostruito. Se invece al bivio delle gallerie Prudenzano si va verso monte si attraversa la sala Cappa, giungendo dopo un poco al lago Mirko, in collegamento con la grotta Tacchi.

Grotta Tacchi - Dalla strettoia di ingresso una bassa gallerietta porta alla sommità di un P5 seguito a breve distanza dal "passaggio aereo", un traverso di circa 5 metri. Si lascia sulla destra una breve diramazione (ramo Bob) e poco dopo ci si trova sullo scivolo di una quarantina di metri sotto il quale si apre un vasto salone occupato da una frana, sotto la quale scorrre un torrente. Continuando a scendere dopo poche decine di metri si giunge al sifone a valle. Nei periodi di siccità dopo questo sifone una gallerietta ed alcuni cunicoli di una cinquantina di metri portano al lago Mirko. Ritornando sotto lo scivolo di quaranta metri e risalendo sulla destra si raggiunge l'imbocco di una lunghissima galleria interrotta da quattro sifoni. La morfologia è piuttosto costante, con prevalenza delle forme dovute ad un intenso modellamento idrico. Le sezioni sono sempre ampie (mediamente 2 x 3 metri). Nei rari periodi in cui i sifoni sono aperti si può raggiungere il V sifone dopo oltre un chilometro di percorso quasi pianeggiante. Questo sifone rappresenta il passaggio chiave; normalmente è superabile con la muta e il boccaglio è necessario per respirare poiché vi sono solo venti centimetri d'aria tra volta e pelo d'acqua. Solo durante alcune secche veramente eccezionali il livello dell'acqua si abbassa notevolmente. Quando questo sifone lungo 140 m è aperto, all'ingresso delIa grotta è avvertibile una forte corrente d'aria. Oltre il V sifone (Tipperery) la grotta cambia morfologia; sulla sinistra è avvertibile il rumore di una cascata, ma niente paura, questo non è il segnale di una piena improvvisa. Successivanente si accede nella piccola "Holloch", un reticolo di condotte in buona parte scavate "in pressione", in cui può essere facile perdere l'orientamento. Da un lato parte il "ramo dei saloni" che punta verso la Niccolina, dopo un tratto ormai fossile in salita, termina sotto ad una delicata salita (roccia marcia). Invece sul fondo del terzo salone è stata scoperta una bassa galleria seguita da un'altra serie di sale, un po' meno vaste delle precedenti, superate le quali si incontra un ramo attivo. A valle il corso d'acqua supera un salto di 7-8 m e va a sifonare ben 50 m più in basso rispetto al livello del Tipperery. A monte si può seguire una galleria elicoidale in salita dove, poco prima di questa, parte un altro complesso ramo ascendente. Se invece dalla "Piccola Holloch" ci si dirige verso destra si può raggiungere il settore denominato per l'appunto "Rami di Destra". Si tratta di un intricato sistema di gallerie, parte in netta risalita, parte poste a vari livelli che presentano ancora qualche punto di domanda. Vi si trovano almeno tre venute d'acqua indipendenti.

(brani tratti da: BUZIO A., GANDINI F., 1986: Grotte e Abissi di Lombardia, stampato in proprio)


Per maggiori informazioni:
Gruppo Grotte Milano CAI - SEM, via Ugo Foscolo 3, 20121 Milano

Bibliografia:


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