“TRACERKANIN Project”: uno dei maggiori multi-tracer test eseguiti sull’idrologia carsica, in uno dei più vasti carsi d’alta quota europei.

Iniezione fluoresceina a -800m (foto E. Mesar)
Iniezione fluoresceina a -800m (foto E. Mesar)

A cavallo del confine tra Italia e Slovenia, i tracciamenti delle acque delle grotte sul massiccio carsico del Monte Canin sono iniziati nel 1968 e sono proseguiti fino ai giorni nostri, fornendo un quadro generale delle direzioni di drenaggio ipogeo, senza però poter ricavare dati sull’idrodinamica delle acque marcate.
Il “TRACERKANIN Project” è un progetto a medio-lungo termine che studierà l’idrogeologia dell’area nord-occidentale del Canin.
Partecipano al progetto la Commissione Grotte “E. Boegan” SAG-CAI (Trieste, Italy), il Centro di ricerche carsiche “C. Seppenhofer” (Gorizia, Italy), il Karst Research Institute, ZRC SAZU (Postojna, Slovenia, la Società Adriatica di Speleologia (Trieste, Italy), il Društvo za raziskovanje jam Ljubljana (Slovenia), con il coordinamento del “Laboratorio speleologico e di tecniche fluorimetriche” (Farra d’Isonzo, Italia), recentemente costituito.
Il lungo elenco dei partecipanti, di qua e di la del confine, da una idea della complessità e della vastità delle ricerche.

Il Monte Canin con i suoi 2’587 metri di altitudine è uno dei più importanti massicci carsici d’Europa.
Occupa un’area di circa 135 km2, e la piovosità 3.200 mm/annui da vita ad una serie di sorgenti carsiche, da cui fuoriescono 5-8 m3/s di acqua in periodi di magra e fino a 50 m3/s, stimati, in piena.
All’interno del settore nord-occidentale si estende la grotta più grande d’Italia, stimata in circa 90 km di sviluppo e circa un migliaio di metri di profondità, oltre a numerosi altri abissi e reticoli di gallerie non collegati alla grande grotta.

Il TRACERKANIN è in corso. Per la sua complessità, tra italiani e sloveni sono impegnati circa 30 speleologi esperti, coadiuvati da una équipe di 8 specialisti tra ricercatori, studiosi e tecnici nelle varie discipline (carsologi, geologi, fisici, chimici).
Le operazioni sono iniziate nel mese di maggio 2021 con prove e calibrazioni di laboratorio, sopralluoghi mirati e allestimento di 25 punti di controllo e monitoraggio su tutte le principali sorgenti e corsi d’acqua dell’area che circondano il massiccio, versanti italiano e sloveno.
Il lavoro risulta lungo e impegnativo poiché tutti i punti sono stati attrezzati con supporti di protezione ai captori, sonde fluorimetriche e sonde multiparametriche, ancorati alla roccia mediante tasselli e cavi di sicurezza.

Il progetto è stato autorizzato da vari Enti e Amministrazioni: Ente Parco naturale delle Prealpi Giulie, Prato di Resia (UD); Comune di Chiusaforte (UD); Comune di Resia (UD); Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, Corpo Forestale, Stazione di Resia (UD); Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, Servizio Ggeologico, Trieste; Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, Servizio Biodiversità, Udine; CAFC S.p.A., Ufficio concessioni, demanio e geologia) oltre alle autorità slovene.

Nelle acque sotterranee delle grotte del Canin ono stati immessi tre traccianti: Fluoresceina, Solforodamina-B e Tinopal CBS-X.
Le iniezioni sono avvenute in contemporanea il 4 settembre 2021, raggiungendo anche torrenti ipogei a notevole profondità (circa –800 m), con un lavoro preparatorio e di pre-armo degli abissi.
Il multi-tracer test ha una durata di 50 giorni, quindi a medio-lungo periodo per questo tipo di esperimenti.
Sui campionamenti di acque e fluocaptori operano tre squadre che coprono le tre valli principali (Resia, Raccolana, So?a/Isonzo).
Sono programmati 12 campionamenti: Alle sorgenti e corsi d’acqua, ogni volta, vengono misurati sul campo i principali parametri fisico-chimici, mentre alle quattro sorgenti carsiche principali vengono eseguite misura di portata con metodo ionico.
I fluorimetri, alle principali sorgenti, hanno un tempo di registrazione ogni 4’, mentre i CTD-Diver registrano ogni 10’.
Consapevoli dell’importanza del progetto, molti speleologi di gruppi esterni al progetto, hanno voluto dare il proprio contributo partecipando nelle varie fasi.

Iniezione solforodamina-B (foto L. Torelli)
Iniezione solforodamina-B (foto L. Torelli)

In laboratorio è prevista l’analisi in fluorimetria di circa 450 campioni tra acque e fluocaptori, mentre la gestione e conservazione dei campioni avviene mediante congelamento e refrigerazione.
Lo studio è stato pianificato in modo da ottenere dati quantitativi e semi-quantitativi, che saranno correlati agli eventi meteorici e idrologici con un vasto corredo di dati fisico-chimici.
Inoltre, l’équipe scientifico-tecnica sta riprocessando tutti i dati fisico-chimici esistenti, in modo da giungere a una moderna sintesi, oltre ad revisionare la parte geologica d’interesse specifico.
Attenzione viene posta allo studio nelle cellule temporalesche sull’area italiana e slovena attraverso i dati forniti dai gestori delle stazioni meteo, onde eventualmente correlare in modo più preciso gli eventi di uscita dei traccianti agli output del sistema carsico, quindi con le breakthrough delle curve registrate o ricostruite.
Il progetto prevede, alla conclusione della fase di elaborazione dati, la realizzazione di pubblicazioni scientifiche da collocare su riviste e eventi internazionali, articoli scientifici-divulgativi da portare a riviste e eventi nazionali e restituzioni video.

Il "meandro da 1 km" a -800 in Gortani (foto S. Taucer)
Il "meandro da 1 km" a -800 in Gortani (foto S. Taucer)

Il progetto internazionale TRACERKANIN vede l’impegno responsabile dei partners che lo sostengono con le proprie risorse umane e strumentali, assieme a quelle del “Laboratorio speleologico e di tecniche fluorimetriche”, ed è stato autofinanziato provvedendo agli oneri per l’acquisizione dei materiali, attrezzature, dei servizi e di tutti i costi connessi.

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