Il titolo l’ho messo io, l’artico è un riassunto di Marco Genovesi sul caso del Ministro defenestrato quando ci siamo accorti che non sapeva fare i conti e riassunto dopo che l’ultimo ministro era rimasto impantanato con il caso Antonveneta-Banca d’Italia, Fazio. Questa volta il ministro e non solo lui, continua a prendersela con gli “sprechi” dei soldi destinati all’ambiente:
“L’attacco del ministro Tremonti allo studio sui pipistrelli finanziato dalla Provincia di Prato prende spunto da un dossier redatto nell’Aprile scorso dalla Confersercenti che mirava ad evidenziare sprechi del danaro pubblico.

Per chi è interessato, una copia del documento può essere scaricata dal sito:

http://www.confesercenti.it/documenti/allegati/documento2005sprechi.doc 

Nel dossier si analizzavano un centinaio di progetti pubblici Italiani in cui si evidenziava una (vera o presunta) cattiva amministrazione delle finanze pubbliche.  Mentre per la gran parte dei casi individuati si davano un minimo di dettagli circa il quadro del finanziamento, per i pipistrelli era indicata una sola frase:

“La città di Prato ha stanziato 60.000 euro per la tutela del pipistrello.”

Ora, mentre nessuno dei plurimiliardari “sprechi” citati nel dossier veniva poi evidenziato dai mass-media, quello per i pipistrelli (toh, ma guarda..) fu invece pubblicato anche da molti giornali a tiratura nazionale suscitando numerose proteste da parte degli studiosi del ramo e del mondo speleo per l’evidente strumentalizzazione del caso.

Perchè il buon Tremonti ha evidenziato, di tutto il dossier, una delle voci di spesa minori? Infatti non è entrato nel merito del finaziamento ( e cioè se i 60 mila euro siano troppi oppure no, il che potrebbe essere anche legittimo) ma ha fatto chiaramente capire che per lui l’argomento non avrebbe meritato un centesimo!
Ma naturalmente si è ben guardato dal citare che (sempre dallo stesso documento) la Presidenza del Consiglio si attribuisce ben 6 milioni di euro per sondare i cittadini sul proprio operato..

Allego infine un comunicato stampa di ieri in risposta a Tremonti sull’argomento Pipistrelli, recuperato dal web.

ciao
Carrozz


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comunicato ASCA  (http://www.asca.it/)

FINANZIARIA: RICERCATORI A TREMONTI, SU PIPISTRELLI E’ DISINFORMATO 
 
(ASCA) – Firenze, 4 ott – Arriva dal Museo di Storia naturale
dell’Universita’ di Firenze e dal Gruppo italiano ricerca
chirotteri la replica al ministro Giulio Tremonti che, nel
corso di una trasmissione televisiva, ha inserito tra gli
sprechi della pubblica amministrazione uno studio sui
pipistrelli promosso dalla Provincia di Prato e condotto dai
ricercatori dell’Universita’ di Firenze per un importo di 60
mila euro in tre anni.
”E’ una presa di posizione che dimostra disinformazione –
sottolinea il dottor Paolo Agnelli del Museo di storia
naturale dell’Universita’ di Firenze e componente del Gruppo
italiano ricerca chirotteri -. Utilizzando la comunita’ dei
Chirotteri come un utile bioindicatore e’ possibile mettere a
punto adeguati interventi per la loro conservazione e
migliorare la qualita’ dell’ambiente”.
Secondo Agnelli, ”evidentemente la mano destra,in questo
caso il ministero delle Finanze, non sa cosa fa la mano
sinistra, e cioe’ il ministero dell’Ambiente. E’ stato
infatti recentemente firmato dall’Italia il cosiddetto
Bat-agreement, una convenzione internazionale con cui il
nostro paese e il nostro Ministero per l’Ambiente si
impegnano a promuovere la ricerca, il monitoraggio e la
divulgazione sui pipistrelli italiani”.
Inoltre, secondo il ricercatore, ”la tutela dei
pipistrelli offre anche degli aspetti pratici e immediati
come il controllo ecologico degli insetti nocivi. In una sola
notte un esemplare di pipistrello albolimbato, la specie piu’
comune in Italia, puo’ catturare oltre 2000 piccoli insetti,
dalle zanzare ai moscerini. Le ragioni per cui e’ necessario
studiare e salvaguardare i Chirotteri – conclude – sono ormai
chiare e assodate in molti altri paesi europei piu’
all’avanguardia del nostro che da anni conducono una seria
politica di conservazione di questa importante componente
delle nostra biodiversita’. In Italia, la Provincia di Prato
e’ una delle poche amministrazioni che sta facendo qualcosa
di concreto”. “

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