Pietro Rosenwirth si prepara alla discesa nella Grotta Norma Cossetto: una sfida speleologica pionieristica

Pietro Rosenwirth, figura simbolo dell’inclusione e della lotta alle barriere architettoniche e culturali, si prepara ad affrontare una nuova impresa che potrebbe segnare un precedente storico nel panorama speleologico italiano[1][2].

Con il sostegno del Club Alpinistico Triestino (CAT), l’uomo che ha già conquistato l’Europa a bordo del suo scooter-trike adattato sta per diventare il primo disabile a scendere su corda in una grotta tecnica del Carso triestino[1][2].

L’impresa di una vita: dal viaggio europeo alle profondità carsiche

Presidente dell’associazione umanista “Viaggiare per un sogno: oltre le barriere”, Rosenwirth ha costruito la sua esistenza dimostrando che la disabilità non coincide con l’impossibilità di sognare e vivere in autonomia[2].

Tra il 2011 e il 2014, affetto da artrogriposi congenita, artriti, osteoporosi e altre gravi complicazioni motorie fin dalla nascita, ha percorso quasi cinquantamila chilometri attraversando diverse capitali europee[2][3]. Vienna, Praga, Monaco, Zurigo, Amsterdam, Berlino, Parigi, Lisbona, Barcellona, Valencia, Santiago de Compostela, Roma, Atene, Salonicco, Ankara e Istanbul sono state tappe di un viaggio che rappresentava al tempo stesso una conquista personale e un’occasione per sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema dell’accessibilità[2].

La Grotta Norma Cossetto: un ambiente complesso per la speleologia tecnica

La cavità prescelta per questa impresa è la Grotta Norma Cossetto, situata sul Carso triestino presso Sgonico[4][5].

Questa grotta ad andamento verticale rappresenta una delle cavità più affascinanti del territorio per le sue caratteristiche morfologiche[2].

Con uno sviluppo planimetrico di 120 metri e una profondità di 36,7 metri[5], la grotta si presenta come un sistema complesso di pozzi concatenati che richiede tecniche di progressione verticale tipiche della speleologia avanzata[6][7].

L’accesso alla Grotta Norma Cossetto

L’ingresso si apre presso una traccia di sentiero a lato di un solco torrentizio asciutto e immette immediatamente in un pozzo che richiede l’utilizzo di corde e manovre di progressione verticale[5][8].

Il pozzo d’accesso si presenta inizialmente angusto e inclinato, per poi allargarsi dopo cinque metri[5].

Le caratteristiche speleologiche dell’ambiente

L’ambiente interno è caratterizzato da tratti verticali alternati a zone concrezionate di grande bellezza, con formazioni stalattitiche suggestive, in particolare nella parte occidentale dove si trova un organo con canne molto alte[5][8].

Nel mezzo, il soffitto è attraversato da due camini che probabilmente raggiungono quasi la superficie[5]. La grotta prosegue con due rami distinti che presentano ancora punti di collegamento, alternando corridoi, salti e strettoie tra foreste di colonne e stalagmiti[5][8].

Tecniche speleologiche e progressione su corda: le sfide dell’impresa

La speleologia tecnica su corda rappresenta un’evoluzione fondamentale delle tecniche esplorative iniziata negli anni Sessanta[6].

La progressione verticale in grotta richiede competenze specifiche e l’utilizzo di attrezzature certificate per garantire la sicurezza degli esploratori[9][10].

Gli speleologi utilizzano sistemi di discesa e risalita che includono discensori, bloccanti, imbragature e moschettoni specializzati[9][10][7].

Le manovre di progressione verticale

Affrontare una grotta come la Norma Cossetto significa confrontarsi con tutte le difficoltà della progressione su corda: manovre di calata e risalita, gestione degli ancoraggi e sicurezza costante del gruppo[2].

Per Rosenwirth sarà necessario l’impiego di attrezzature specifiche, adattamenti tecnici e la presenza di un team di supporto altamente qualificato, capace di garantire ogni fase della discesa e della risalita[2].

La tecnica di progressione su sola corda (SRT – Single Rope Technique) ha rivoluzionato la speleologia moderna, permettendo esplorazioni che sarebbero state impossibili con le tecniche tradizionali su scalette[10][7].

Nei pozzi gli speleologi procedono con attrezzi specifici: discensore in discesa, croll e maniglia in salita, mantenendosi sempre esterni rispetto alla corda per motivi di sicurezza[11].

Il ruolo del Club Alpinistico Triestino nella formazione speleologica

Il Club Alpinistico Triestino, fondato il 24 maggio 1945, rappresenta uno dei sodalizi più longevi di Trieste dedicati alla speleologia, all’alpinismo e alla speleosubacquea[12][13].

Con i suoi ottant’anni di storia, il CAT ha formato generazioni di speleologi attraverso la sua Scuola di Speleologia “Ennio Gherlizza”[14][15].

La tradizione didattica del CAT

La storia della formazione speleologica del Club inizia nel 1975 quando Guido Mian fondò il primo corso nella sede storica di Via Luigi Frausin[14].

Nel 1983, il CAT si associa alla Società Speleologica Italiana (SSI) e da allora la scuola inizia a offrire corsi di primo livello secondo le regole della SSI[14].

Le tecniche di progressione su corda sono diventate parte integrante dei corsi, introducendo lezioni teoriche e avviando corsi di secondo livello che approfondiscono aspetti avanzati della speleologia[14].

Gli istruttori della scuola del CAT sono qualificati secondo i standard della Commissione Nazionale Scuole di Speleologia della SSI, garantendo un alto livello di formazione tecnica e sicurezza[14][15].

La preparazione include la conoscenza delle tecniche di autosoccorso, l’uso di attrezzature specifiche e la gestione delle comunicazioni in ambienti complessi[16].

Le esercitazioni preparatorie e il supporto tecnico specializzato

In questi giorni una squadra di speleologi del CAT è impegnata nelle esercitazioni in previsione della nuova impresa di Rosenwirth[2].

Il team di supporto altamente qualificato deve essere capace di garantire ogni fase della discesa e della risalita, adattando le tecniche standard alle specifiche esigenze del progetto[2].

Attrezzature e adattamenti tecnici

Il soccorso speleologico ha sviluppato nel corso degli anni tecniche avanzate per la gestione di situazioni complesse in grotta[17].

I Tecnici di Soccorso Speleologico si distinguono in Tecnici Specialisti in Recupero e Tecnici Coordinatori delle Operazioni, entrambi con preparazione specifica sulle manovre di sicurezza avanzate[17]. Nel primo caso, i tecnici hanno una preparazione particolare sulle manovre di recupero per vari terreni incontrati in grotta, mentre nel secondo caso l’attenzione si concentra sugli aspetti organizzativi della squadra[17].

Le attrezzature moderne per la speleologia includono caschi con sistemi di illuminazione integrati, imbragature con punti di attacco bassi per facilitare la risalita, discensori e bloccanti di ultima generazione[9][10]. L’evoluzione tecnologica ha portato alla produzione di materiali sempre più leggeri e affidabili, passando dall’autocostruzione in casa all’acquisto di attrezzature certificate[6].

L’inclusione nello sport estremo: precedenti e significato simbolico

L’impresa di Pietro Rosenwirth si inserisce in un panorama più ampio di inclusione negli sport estremi e di avventura[18][19]. Gli sport estremi per persone con disabilità stanno dimostrando che le limitazioni fisiche non precludono l’attività sportiva più intensa[19][20]. L’arrampicata, il paracadutismo, il bungee jumping e altri sport d’avventura sono già stati adattati per consentire la partecipazione di persone con diverse abilità[18][21].

Il valore simbolico dell’iniziativa

La discesa nella Grotta Norma Cossetto, prevista per ottobre 2025, non rappresenta soltanto una sfida sportiva, ma un gesto dal forte valore simbolico[2]. Entrare in un mondo sotterraneo, ostile e complesso come quello ipogeo, nelle condizioni di Rosenwirth, significa dimostrare che le barriere più difficili da abbattere non sono quelle di roccia, ma quelle della mente[2].

L’iniziativa del Club Alpinistico Triestino, che ha deciso di affiancarlo con competenza e passione, rappresenta la prova concreta che inclusione e collaborazione possono trasformare i limiti in opportunità straordinarie[2]. L’impatto dell’impegno di Rosenwirth va ben oltre le testimonianze personali: ha contribuito a porre con forza il tema dell’accessibilità nelle agende delle istituzioni, stimolando riflessioni nelle comunità locali e incoraggiando altre persone con disabilità a non rassegnarsi[2].

La grotta dedicata a Norma Cossetto: memoria storica e speleologia

La grotta è stata dedicata, per volontà degli scopritori, a Norma Cossetto, uccisa il 5 ottobre 1943 a soli 23 anni nella foiba a nord-ovest di Surani, divenendo simbolo degli infoibati istriani[5][8]. Questa dedicazione aggiunge un ulteriore livello di significato all’impresa, collegando la memoria storica alla sfida presente dell’inclusione e del superamento delle barriere.

Il territorio del Carso triestino è ricco di cavità naturali che hanno rappresentato per decenni un laboratorio privilegiato per lo sviluppo delle tecniche speleologiche[6]. Le prime esplorazioni sistematiche del Carso classico portarono alla nascita dei primi sodalizi speleologici a Trieste nel 1883[6], rendendo questa regione la culla della speleologia italiana moderna.

Prospettive future e impatto sulla comunità speleologica

Questa impresa pionieristica potrebbe aprire nuove prospettive per l’inclusione nella speleologia tecnica, dimostrando che con le giuste competenze, attrezzature e spirito di squadra, anche gli ambienti più impegnativi possono essere resi accessibili[2]. Il successo dell’iniziativa potrebbe ispirare altre realtà speleologiche a sviluppare programmi simili, contribuendo a una maggiore diffusione della cultura dell’inclusione negli sport di avventura.

La collaborazione tra Pietro Rosenwirth e il Club Alpinistico Triestino rappresenta un modello di come le associazioni sportive possano farsi promotrici di iniziative innovative che vanno oltre la semplice pratica sportiva, per diventare veicoli di messaggi sociali importanti e strumenti di cambiamento culturale[2]. In una società che spesso tende a creare barriere invisibili, progetti come questo dimostrano concretamente che con determinazione, competenza e solidarietà si possono trasformare i sogni in realtà, anche nei contesti più impegnativi.

Fonti
[1] Nuova impresa del disabile triestino Pietro Rosenwirth … https://www.triestecafe.it/it/news/cronaca/nuova-impresa-del-disabile-triestino-pietro-rosenwirth-scendera-in-una-grotta-tecnica-del-.html
[2] Dal viaggio in trike alle profondità del Carso: la nuova sfida di … https://www.fsrfvg.it/?p=11850
[3] L’incredibile viaggio di Pietro, oltre tutte le barriere https://www.fondazionetelethon.it/storie-e-news/storie/pazienti/lincredibile-viaggio-di-pietro-oltre-tutte-le-barriere/
[4] Rivista online del Centro Ricerche Carsiche “C. … https://www.cavernas.org.br/wp-content/uploads/2022/07/Sopra-e-sotto-il-Carso-5-2022.pdf
[5] Grotta Norma Cossetto – Catasto Speleologico Regionale https://catastogrotte.regione.fvg.it/scheda/5410-Grotta_Norma_Cossetto

Iniziati i preparativi per la prossima sfida del disabile triestino Pietro Rosenwirth: scenderà in una grotta tecnica del Carso accompagnato dagli speleologi del CAT

COMUNICATO STAMPA

Dal viaggio in trike alle profondità del Carso: la nuova sfida di Pietro Rosenwirth

Trieste, 22 settembre 2025 – Trieste ha dato i natali a molte figure originali e coraggiose, ma poche come Pietro Rosenwirth hanno saputo trasformare la propria esperienza di vita in un messaggio universale di inclusione e libertà. Affetto da gravi problemi motori fin dalla nascita — artrogriposi congenita, artriti, osteoporosi e altre complicazioni — Rosenwirth avrebbe potuto lasciarsi travolgere dalle difficoltà. Invece ha scelto di costruire la sua vita su un principio diverso: dimostrare che la disabilità non coincide con l’impossibilità di sognare, viaggiare e vivere in autonomia.

Presidente dell’associazione umanista “Viaggiare per un sogno: oltre le barriere”, Rosenwirth ha reso il movimento la sua missione, con l’obiettivo di abbattere non soltanto le barriere architettoniche, ma soprattutto quelle culturali e mentali. Dalla sua città ha intrapreso viaggi che a molti sarebbero sembrati impossibili, affrontati a bordo di uno scooter-trike adattato alle sue esigenze. Tra il 2011 e il 2014, per esempio, ha percorso quasi cinquantamila chilometri toccando diverse capitali europee come Vienna, Praga, Monaco e Zurigo, Amsterdam, Berlino, Parigi, Lisbona, ma anche Barcellona, Valencia, Santiago de Compostela, Roma, Atene, Salonicco e perfino Ankara e Istambul. Ogni tappa era al tempo stesso una conquista personale e un’occasione per sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema dell’accessibilità.

Le difficoltà non sono mancate: problemi tecnici con il mezzo, tratti di strada impervi come i lunghi tratti di pavé, barriere architettoniche che in molte città europee ancora oggi rendono difficile o impossibile la circolazione alle persone con disabilità. Eppure, accanto agli ostacoli, Rosenwirth ha sempre trovato sostegno e solidarietà: cittadini pronti ad aiutarlo, motociclisti che lo hanno accolto lungo il percorso, associazioni e consolati che hanno dato visibilità al suo progetto. Questo spirito di condivisione ha reso i suoi viaggi non solo un’impresa personale, ma un’esperienza collettiva.

La sua voce, a Trieste e oltre i confini italiani, è diventata simbolo di dignità e autodeterminazione. Per Rosenwirth viaggiare non significa semplicemente spostarsi nello spazio, ma abbattere i muri invisibili che spesso segregano le persone disabili. È un modo per ribadire che la libertà di muoversi e di partecipare alla vita sociale appartiene a tutti, indipendentemente dalle condizioni fisiche.

E oggi la sua storia è pronta ad arricchirsi di un nuovo capitolo straordinario. Con l’aiuto del Club Alpinistico Triestino, che metterà a disposizione attrezzature speciali e l’esperienza di speleologi formati anche nel soccorso, Rosenwirth si prepara ad affrontare una sfida senza precedenti in regione: essere il primo disabile a scendere in una grotta tecnica su corda. La cavità prescelta è la Norma Cossetto, sul Carso triestino, un ambiente complesso e affascinante che metterà alla prova non solo le capacità tecniche, ma soprattutto la forza d’animo e lo spirito di squadra.

La Norma Cossetto è una delle cavità ad andamento verticale tra le più belle del Carso triestino per le sue caratteristiche morfologiche. L’ingresso si apre presso una traccia di sentiero a lato di un solco torrentizio asciutto e immette immediatamente in un pozzo che richiede l’utilizzo di corde e di manovre di progressione verticale tipiche della speleologia avanzata. La discesa si sviluppa lungo un sistema di pozzi concatenati. L’ambiente, aspro e suggestivo, alterna tratti verticali a zone concrezionate di grande bellezza.

Affrontare questa grotta significa confrontarsi con tutte le difficoltà della progressione su corda: manovre di calata e risalita, gestione degli ancoraggi e sicurezza costante del gruppo. Per Rosenwirth sarà necessario l’impiego di attrezzature specifiche, adattamenti tecnici e la presenza di un team di supporto altamente qualificato, capace di garantire ogni fase della discesa e della risalita. In questi giorni una squadra di speleologi del CAT è impegnata nelle esercitazioni in previsione della nuova impresa.

La discesa nella Norma Cossetto, prevista per il mese di ottobre, non rappresenta soltanto una sfida sportiva, ma un gesto dal forte valore simbolico. Entrare in un mondo sotterraneo, ostile e complesso come quello ipogeo, e farlo nelle condizioni di Rosenwirth, significa dimostrare che le barriere più difficili da abbattere non sono quelle di roccia, ma quelle della mente. L’iniziativa del Club Alpinistico Triestino, che ha deciso di affiancarlo con competenza e passione, è la prova concreta che inclusione e collaborazione possono trasformare i limiti in opportunità straordinarie.

L’impatto del suo impegno va ben oltre le testimonianze personali: ha contribuito a porre con forza il tema dell’accessibilità nelle agende delle istituzioni, a stimolare riflessioni nelle comunità locali, a incoraggiare altre persone con disabilità a non rassegnarsi. Trieste, città di confine e di intrecci culturali, si ritrova così in lui un simbolo vivente della possibilità di trasformare i limiti in opportunità, i sogni in viaggi reali e le barriere in ponti verso una società più giusta e inclusiva.

CLUB ALPINISTICO TRIESTINO APS