|
Articolo
tratto da Il Giornale di Vicenza di Martedi' 11 dicembre 2001
Il recente campo estivo del gruppo grotte "Trevisiol" del Cai ha
portato
a belle scoperte al Buso di Giancoia e al Gruppach
Individuati altri meandri nella cavità Spiller sull' Altopiano
di Giancarlo Marchetto
Il Gruppo Grotte "Gastone Trevisiol" del Cai Vicenza, ormai
prossimo ai
70 anni di storia nella ricerca speleologica sia nel territorio vicentino
che in ambito nazionale, raccoglie l?ennesima soddisfazione. Nel
tradizionale
campo estivo di ricerca ed esplorazione di nuove cavità approntato a
Malga
Verena (m 1700) sull?altipiano di Asiago, gli speleologi vicentini hanno
nuovamente sondato l?Abisso Spiller, cavità che nel catasto regionale
delle
grotte figura al 20° posto tra le 6000 cavità naturali del Veneto quanto
a sviluppo complessivo di 1.112 metri ed al 12° quanto a dislivello
complessivo
di -355 metri.
Proprio sul fondo dell?abisso è stata individuata una prosecuzione da una
spedizione esplorativa dopo la forzatura di alcuni passaggi e la parziale
apertura di una strettoia, che dall?aria che spira promette grandi
soddisfazioni.
Un gran bel meandro che si perde nelle tenebre e che purtroppo, a causa
delle 16 ore di permanenza nel freddo della grotta, ha consigliato gli
speleologi
di rinviarne l?esplorazione. Se ne riparlerà nel campo del prossimo anno,
anche perché per affrontare questa nuova sfida sarà necessario
predisporre
un bivacco in prossimità delle nuove diramazioni scoperte, al fine di
poter
operare in sicurezza. Intanto va in archivio questo campo estivo, che però
comporta per l?Abisso (intitolato al compianto presidente del Gruppo
grotte
del Cai vicentino, Pierangelo Spiller) un incremento importante nello
sviluppo
complessivo di alcune centinaia di metri. Un campo base all?interno della
grotta consente inoltre di poter monitorare e rilevare topograficamente
ogni meandro, che all?interno a -290 metri si perde in camini o in
strettoie
assai impegnative. In una seconda spedizione all?interno dell?Abisso
Spiller
sono stati posizionati anche alcuni strumenti atti a raccogliere e
memorizzare
dati morfologici, fisici ed ambientali della cavità e che verranno
recuperati
il prossimo anno. Tali strumentazioni sono state poste in loco in una
spedizione
congiunta formata da tecnici del Museo naturalistico di Trento, Gruppo
grotte
Cai Rovereto ed il Gruppo grotte "Treviso".
Il campo estivo ha portato altre due importanti scoperte speleologiche nel
bottino stagionale del "Trevisiol". Il Buso di Giancoia,
significativo pozzo
soffiante che potrebbe aprire una nuova strada sul piano esplorativo su
un versante del monte Verena ricco di fenomeni carsici superficiali. Il
Buso di Giancoia scende per circa 10 metri per poi stringere in una
strettoia
che verrà forzata prima dell?inverno, al fine di arrivare al pozzo
sottostante.
La seconda nota positiva riguarda la località Gruppach, nella quale le
battute
di ricerca hanno permesso di poter accatastare una serie di pozzi e
sprofondi
in un?area ancora vergine sul piano speleologico. Per il buon esito delle
esplorazioni si è rivelata determinante l?ubicazione del campo base
presso
Malga Verena, con gli speleologi ospiti della famiglia Cattelan che ha
messo
a disposizione alcuni locali per il ricovero e la mensa. Al campo di Monte
Verena hanno preso parte 15 speleologi che hanno lavorato per complessivi
8 giorni.
Grande soddisfazione, infine, in casa del "Trevisiol" per il
felice epilogo
del corso di speleologia. Ben 10 allievi hanno brillantemente superato il
corso e sono stati portati in gita premio alle grotte di Frasassi a
Fabriano,
ed ora si sono aggregati al Gruppo per fare attività speleologica.
|